(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 763-764
/ 718
(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 763-764

Diana (della) Silvio. Egli si chiamò Ferrari, e fu primo innamorato di sommo merito : tale, secondo il Bartoli, che non ebbe nell’arte del teatro chi lo superasse. La sua vita è tutta legata a quella della Diana di cui prese il nome. « Procurava – dice il Bartoli – di provvedere il teatro di nuove cose, quindi è che applicò sovente l’ingegno nell’invenzione d’alcune commedie a soggetto delle quali anch’ oggi sulla scena se ne suol far uso. »

Morì in Romagna nel 1747.

Diligenti Angelo. Figlio di comici, nacque ad Albenga in Liguria il 1835, e restò nella Compagnia condotta da suo padre fino alla morte di lui. Passò il ’53 amoroso in quella di Luigi Robotti e Gaetano Vestri, con la madre Vittorina, scritturata per le parti di madre e seconda donna, e la sorella Carlotta come serva. Il ’59 entrò in Compagnia Dondini qual primo attor giovine sotto Salvini, e nel 1860 sposò la nota attrice Anna Pedretti che era allora nella compagnia stessa. Fece poi società con Gian Paolo Calloud, Amilcare Bellotti e Cesare Vitaliani, creando la Compagnia Romana, ch’ebbe vita sino al ’72. Fu allora appunto che contese domestiche balzarono il Diligenti in Egitto, ov’ebbe a trarre per due anni la più fortunosa delle vite, ora in lotta con la fame, or possessore di cospicue somme. In Egitto, a Costantinopoli, a Smirne, in Atene, s’ebbe grido di celebrità, e conquistò con l’arte sua due croci : quella dell’ordine del Megediè, e altra datagli dal vicerè Ismail. Fu il ’74 – ’75 – ’76 primo attore della Pezzana, poi di Salvini sino al ’79, nel qual tempo rifece compagnia, che non lasciò più sino al giorno della sua morte, avvenuta per ipertrofia di cuore dopo sei giorni soli di letto, il 22 ottobre del ’95.

Di lui, morto, disse il Costetti, del quale mi piace riportar le parole che indirizzò alla figliuola Lina il Io giugno del ’96.

…… Fu un artista valoroso quanto modesto. Intelligentissimo negli affari, non battè però mai la gran cassa del cerretano. Seppe mettersi in seconda linea, lui, che stette sempre e poteva stare ancora nella prima. Conobbi il mio caro Angelo, quando si era giovani entrambi. Egli venne su con la fioritura del teatro italiano a metà del secolo, e interpretò, primo, i grandi lavori del tempo come Prosa, Goldoni di Ferrari, e tante altre che i giovani d’oggi non sanno neppure immaginare. Fu il meglio Nerone di Cossa.

Proprio così. Dell’arte del Diligenti non serbo memoria che di questo momento : la recita del Nerone. Il Cossa che dell’interpretazione del Biagi e del Monti si diceva lietissimo, e di quella di Ernesto Rossi era supremamente orgoglioso, chiamava Diligenti il suo Nerone ideale. Ricordo la prima sera al Valle di Roma. Già nelle prime scene egli aveva conquistato il suo pubblico, di cui l’ammirazione andava ognor crescendo, fino a diventare stupefazione. E tanta arte e tanta verità mise poi nel punto in cui a Nerone si affiochisce la voce, che l’Autore e gli amici che gli facevan corona su la scena, temetter per un istante che il Diligenti non potesse per afonia improvvisa continuar la rappresentazione.

A queste dell’artista andavan congiunte le migliori qualità dell’uomo : laborioso ed onesto allo scrupolo, e buon soldato dell’ indipendenza italiana.