Tofano Nicola. Nato ad Airola (Regno di Napoli) il giugno del 1806 da parenti facoltosi, fu messo, giovinetto, nel celebre Istituto Truglio, dal quale▶ dovette uscire anzi tempo per rovesci di fortuna. Si scritturò il '23, e per un quinquennio, con Salvatore Fabbrichesi ; e con l’esempio del gran Demarini doventò in breve attore de' più egregi sì pel dramma come per la tragedia. Dopo alcuni mesi di alienazione mentale, un suo fratello lo consigliò, a meglio distrarsi, di darsi alla pittura per la ◀quale▶ aveva mostrato da giovine chiara inclinazione ; ma l’amore per l’arte drammatica prevalse in lui, sì che, tornato alle scene, s’ebbe le più entusiastiche accoglienze, specie a Palermo ove mancava da venti anni. Morì il 27 dicembre del 1855.
Toffoloni Francesco. Figlio di parenti facoltosi, che vedevano in lui un futuro letterato, dovè interrompere gli studj, giunto a filosofia, còlto da una passione, per la ◀quale▶ fu costretto a fuggire, lasciando la sua in lite con la famiglia della…. fanciulla : lite che cessò coll’isborso da parte di quella, di alcun migliajo di scudi. Per siffatto motivo, fu costretto il Toffoloni a darsi all’arte comica, nella ◀quale▶ riuscì mediocremente. Sposò la cognata di Fabbrichesi, Gaetana Pontevichi, vedova Cavalletti, e madre della celebre Cavalletti-Tessari (V.) ; morta la ◀quale, passò a seconde nozze con Giovanna Stefani, che diventò il fortunato sostegno della Compagnia del marito, omai capocomico di grido ora solo, ora in società con Caterina Venier e con altri.