Glech Graziosa. Figlia di Giacomo Glech, attore modesto e pregiato nelle parti di padre e tiranno, e di generico primario che sostenne in compagnie principali come di Astolfi (1851), di Robotti e Vestri (’53), e della Ristori (’55), con cui stette venticinque anni. Era nato il 1815, e morì di paralisi a Palermo il mercoledì 18 dicembre del’ 78.
La Graziosa cominciò a calcar le scene da bimba, e la vediamo il’ 69 al Comunale di Modena, a fianco di Adelaide Ristori, rappresentare una parte difanciullo nella Giuditta, col babbo Oloferne, e quella di Delfino nella Maria Antonietta col babbo Luigi XVI, sotto le cui spoglie egli s’andò acquistando meritato grido di artista egregio.
Le sue note biografiche son presto scritte : fu prima attrice giovane con Pietriboni e con Bellotti, poi prima attrice con Emanuel, in Compagnia Nazionale, e con Cesare Rossi. Lasciò il’ 91 il teatro, per darsi alla quiete domestica, mutandosi di signorina Glech in signora Rosellini a Genova, dove dimora tuttavia. Per invito del Comitato drammatico dell’ Esposizione di Torino (anno 1898) ella recitò a quel teatro Carignano il Pater di Coppée.

Come artista, la Glech deve molto agli ammaestramenti di Giuseppe Pietriboni, col quale mosse ufficialmente i primi▶ passi nell’ arte, diventando una delle più gradite prime attrici giovani del nostro teatro. Assunta al grado di prima donna assoluta, seppe conquistarsi uno de’ ◀primi posti nell’arte per intelligenza ed eleganza, e per recitazione tutta moderna, vera ed efficace. – Una delle ultime parti che le dieder fama di eletta artista, fu quella di Giacinta nella commedia di Luigi Capuana.