Feoli Antonio. Nato in Ancona da un egregio caratterista e capocomico di
second’ordine, fu ottimo generico primario. Cominciò a salire in
rinomanza nella Compagnia di Angelo Lipparini, col quale tornò il 1847, dopo di essere
stato con Domeniconi. Costretto dal suo ruolo generico a rappresentare dei vecchi, aveva
presa l’abitudine d’ingrossare la voce, per▶ modo che non poteva più piegarsi alle parti
da giovine : il che
non impedì ch’egli fosse e meritamente
applaudito. Ritiratosi il Lipparini dalla scena, il Feoli formò con Gaetano Vestri una
società ch’ebbe sorte infelice. A Sebenico, dove trovavasi con la compagnia, s’innamorò
di una giovane che tolse in moglie, lasciando l’arte ◀per▶ la mercatura. Morì colà verso
il 1870.
Quando colla Compagnia Coltellini fu al Teatro dell’ Aquila in Tolentino, s’ebbe nella
sua beneficiata applausi e onori di epigrafi varie, tra cui la seguente :
Antonio Feoli – Anconitano – Attore
celebratissimo – pe’suoi modi cortesi caro ad ognuno – venne ◀per la quarta volta – a
dilettare i Tolentinati coll’arte sua – e da essi ottenne – onori e plausi – se non
adeguati al suo merito – sinceri almeno – siccome quelli – che nascono dal cuore.