Vestri Leopoldo. Ultimo dei fratelli Vestri, nacque a Brescia il 1832. Fu col fratello Pietro a Parma nel Collegio di Maria Luigia, d’onde levato ancor giovine, visse alcun tempo colla madre, recitando piccole parti▶ di paggio, di amorino, di ragazzo, con Pisenti e Solmi, la Ristori, ecc. Trovandosi fermo a Firenze con la madre, a spasso, gli venne fatto di conoscere Giovanni Chiarini celebre conduttore di una compagnia di pantomimi, e fu da lui scritturato con due svanziche alla settimana per ogni specie di ◀parti▶, dopo di avere esordito con ottimo successo in quella di vecchia mugnaia nei Mulinari. In breve doventò uno de' capisaldi della Compagnia, alternando le ◀parti▶ mimiche con le forze alla colonna d’Alcide, i balletti di carattere, le maschere di Pierrot e Arlecchino. Dopo due anni di quella vita travagliosa, il fratello Gaetano lo volle con sè, e gli affidò le ◀parti di amoroso, da cui per decisa inettitudine lo tolse subito per passarlo alle comiche mamo e secondo brillante ; e tanto Leopoldo in quelle si distinse, che dopo sei anni fu elevato al grado di primo brillante assoluto nella Compagnia di Zamarini e Carlo Romagnoli, in cui esordì con molto successo il 1860 al Paganini di Genova. Fu poi con Elena Tiozzo, con Trivelli, con Ernesto Rossi, col quale fu in America, e salì in bella rinomanza, che non si attenuò mai per la sua gran dovizia di comicità schietta e spontanea. Fu primo a rappresentar le parodie musicali di Roberto il diavolo, Ruy-Blas, Aida, Ballo in Maschera, ecc., nelle quali, io ben ricordo, faceva smascellar dalle risa. Troppo sarebbe noverar le compagnie in cui egli militò : basti citar quelle di Andò, delle sorelle Vestri, della Pezzana, di Morelli, di Achille Dondini, di Bonazzi, di Dominici, di Diligenti. Sposò a Piacenza nel 1863 la figlia di un avvocato, Ameli, da cui non ebbe figliuoli, ma, in compenso, grandissimo amore. Oggi egli è passato al ruolo de' caratteristi, senza che, a oltre settant’anni, si senta fievolite le forze fisiche e dell’intelletto.

Con Leopoldo Vestri, attore pregiato quanto modesto, appartenente a quella schiera omai perduta di brillanti, che suscitando le più schiette risate rifaceva il sangue, finisce degnamente la storia dell’antica famiglia.