Gallina Ercole. Padovano, figlio della precedente, si diede agli studj
legali ; ma poi, vinto dall’amor del teatro, nonostante il divieto de’genitori, entrò in
arte come amoroso, passando in capo a un triennio (1821) primo attore assoluto in Compagnia Toffoloni. Il veneziano Giornaletto ragionato teatrale d’allora così lasciò scritto :
Quest’attore, figlio della rinomata signora Maddalena Gallina che nell’arte comica
lasciò si onorevole ricordanza e che ora vive unitamente al marito ne’ proprj beni in
vicinanza di Cremona, si è dato all’ arte malgrado le opposizioni de’suoi genitori.
Egli, benchè poco favorito dalla natura, per essere di aspetto alquanto svantaggioso,
non dispiacerebbe però nelle parti▶ disinvolte, come pure in qualche parte di padre
nobile, se (ci sia lecito di cosi esprimerci) se meno demarinasse.
Il coturno poi non è assolutamente per lui ; gli promettiamo invece un migliore
successo, se si farà a sostenere le ◀parti▶ di caratterista.
E chi avrebbe detto che in quell’anno e a Venezia, il Gallina avrebbe avuto un
clamoroso trionfo per venticinque sere nell’orribile drammone Giuseppe
Mastrilli ? Da quella del Toffoloni passò primo attor comico e
drammatico nella Compagnia Nazionale Toscana, al fianco di Maddalena Pelzet, poi
di Lorenzo Pani, come primo attore assoluto con scelta di ◀parti. Fu
con Moncalvo, Verniano, Ferri ; coll’Adelaide Fabbri, e più volte capocomico in società.
Venutogli a morte il padre nel 1830, il Gallina risolse di lasciar le scene per attender
da sè all’amministrazione dei beni ereditati. Morì nel 1840.
A conferma di quanto scrisse il giornaletto citato, diremo ch’egli
aveva grossa la testa, sproporzionata alla persona esile.
Ma
a tal difetto, a cui si aggiungevan la statura piccola, le braccia lunghe, e le gambe
ercoline, sopperiva con la voce meravigliosa, con la fisionomia espressiva, col talento
superiore, con la prodigiosa memoria, e la spontaneità della dizione. E mentre a’ suoi
tempi facean chiasso i drammi a colpi di scena e combattimenti, egli s’acquistò fama di
eletto artista col Cavalier di spirito, col Cavaliere di
buon gusto, col Bugiardo, con L’Avventuriere
onorato, con L’Avvocato veneziano, col Medico
olandese, col Tasso, e più altre commedie del Goldoni ; nè
minore successo egli aveva con l’Atrabiliare e il Filosofo celibe del Nota, con il Filippo e il Bruto primo dell’Alfieri, ne’ quali si trasformava a segno da parer veramente il
personaggio ch’egli rappresentava. A lui tributarono i contemporanei parole di encomio,
come a colui che mostrò potersi avere applausi e concorso di pubblico anche con vecchio
repertorio, purchè buono e rappresentato a dovere.