(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 543-544
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 543-544

Somigli Domenico, detto Beco Sudicio. Nacque a Firenze l’agosto del 1756, e fu barbiere, comico, e poeta. Nella prefazione alle sue Rime, scritta da Arpalo Argivo (Firenze, Pietro Allegrini alla Croce Rossa, 1782, in-8°, vol. II), da cui tolgo il presente ritratto, è detto che « anche il palcoscenico servì al medesimo (Somigli) per isviluppare e render palesi i suoi naturali talenti. Egli incominciò a esercitar l’arte comica sotto il nostro celebre Pertici, e sostenne sempre con qualche decoro quei caratteri, che gli venivano destinati dal sopraffino discernimentò del suo direttore. » A ventidue anni perdè improvvisamente la vista, e si diè allora a scrivere poesie, specialmente bernesche, in cui riuscì egregio. Fu pastore arcade sotto il nome di Lisindo Tiresiano : appartenne anche agli Aborigeni della Colonia Amiatense, agli Incamminati di Modigliana, e agli Apatisti di Firenze. Dettò versi in morte di Teresa Calamai, la famosa innamorata del Gamerra, il quale nella Corneide ha un cenno di lode sul Somigli.

L'opera sua poetica è composta di sonetti, egloghe e cantate, fra cui una, La fuga in Egitto, curiosa, che ha per interlocutori Maria Vergine e San Guiseppe. Chi voglia avere notizie particolareggiate e dell’indole sua e del suo poetare, specialmente improvviso, veda il forbitissimo articolo di Cece nel Piovano Arlotto del febbrajo 1859, pag. 97.

Intanto, a dare un saggio delle sue rime, ecco i due sonetti che trattan della sua nascita e della sua vita, foggiati alla maniera bernesca, nella quale egli rifulse meglio assai che nella eroica e sacra :

Nella stagion che il Sol sta tra le branche
del fier Leone, e si avvicina al Cane,
e che le brine colle mosche bianche
dal nostro clima son molto lontane….
Allorchè le cicale non son stanche
di sciattare i bimmolli in fogge strane,
quando del Diacciatina sulle panche
si ganzan di sorbetti le sottane ;
il giorno, in cui tra loro uniti stanno
di Cecco e Beco i venerandi figli,
cosa, che segue un par di volte l’anno :
nel secol d’ora, in la Città de'Gigli,
gli anni, che con più sei cinquanta fanno,
nacque al mondo Domenico Somigli.
Nacqui, e poscia alle Scuole fui mandato
in quell’età che facile si piega,
ed il Pedante a cui fui consegnato
m’insegnò compitar l’alfa e l’ omega.
Quì, credendo aver'io molto imparato,
il genitore posemi a bottega,
feci il barbier, fui comico, e svegliato
l’estro sentii, che Apollo or non mi nega.
Perdei la luce al fin di Carnevale,
e volendo alla meglio avanti gire,
l’arte mi posi a far delle cicale.
Canto, e compongo ancor per poche lire,
e le cose fin quì non vanno male ;
poi si vedrà come l’andrà a finire.