Papà Leontina. Nata a Mogliano (Veneto) l’ottobre dell’anno 1842 da Leone, maggiore, e da Luisa Böchmann, esordì sul finire del '59 in Compagnia Moro-Lin, di cui era prima attrice la Fumagalli e primo attore Alessandro Salvini. Mostrò subito speciali attitudini alla tragedia, della quale fu più tardi cultrice amantissima e ammiratissima ; e, scritturata il '66 al Fondo di Napoli nella▶ Compagnia Majeroni, vi sostituì con molto onore la celebre Sadowski. Passò il '69 con Lollio, poi, il '71, con Coltellini. In quel torno, a Roma, si ammogliò a Raffaello Giovagnoli, e restò fuor del teatro due anni. Fu il '73-74 con Vitaliani e Cuniberti, e andò il '75 a Londra con Tommaso Salvini. Sostituì il '76 in Compagnia Ciotti Virginia Marini, e andò l’ '82 con Emanuel, poi, in Russia, con Ernesto Rossi. Il’ 92-'93 fu scritturata da Giacinto Gallina, il '95-'96 da Ferrati, poi dall’Impresa del Teatro Manzoni di Roma, ove trovasi tuttavia. Leontina Papà ◀nella▶ sua vita non breve di teatro ebbe momenti d’arte felicissimi, e molte lodi sincere, a volte entusiastiche. Creò con assai plauso non poche parti, fra cui, quattr'anni or sono a Firenze quella di Baronessa ◀nella Marcella di Sardou.

Fra le pubbliche testimonianze di ammirazione ch'ella s’ebbe, merita qui un posto la dedica di un opuscolo di versi, che vuolsi dettata da F. D. Guerrazzi.
A Leontina Papà — attrice drammatica — che con la voce ricca d’affetti — e con l’eloquente atteggiar della persona — richiamò sulle scene labroniche — le glorie della Marchionni e della Pasta — i livornesi — augurando alla giovane artista — trionfi maggiori — porgono tributo d’ammirazione.
E questo stornello segnato col nome di Tito Vespasiano, sotto il quale si nascondeva il caldo poeta livornese Braccio Bracci.
O bella fata dagli occhi d’amore,chi v' ha insegnato a piangere e pregare ?La vostra bocca è il calice d’un fiore,e con la voce fate innamorare.Chi v'ha sentito per gentile usanza,vi paragona al fior della speranza ;chi v' ha sentito per desìo di gloria,vi paragona al fior della memoria.Voi siete brava e non ve n’ avvedete,perchè è natura dell’ augel che vola,canto e passione, e se non lo credeteguardate quella mammola vïola ;benchè chiusa nell’orto in tra le foglie,l’odor la scopre e il passegger la coglie ;così la vostra luce, o fata bella,vi scopre a tutti che siete una stella.