Ajudi Amilcare. Fu brillante, ma non brillò mai di luce propria. Imitava il Giardini, altro brillante, originale forse, ma non troppo corretto, che ricercava gli effetti nella▶ varietà delle voci, di cui, dicesi, egli aveva uno scatolino. L’originale non dava dunque troppa garanzia per la copia : nulla meno non mancarono all’Ajudi onori di pubblico, ed encomi di giornalisti. Recitando a Firenze nel Carnevale del 1854 in Compagnia Feoli, lo Scaramuccia disse di lui : « Ajudi è un artista che haveramente diritto di cittadinanza ◀nella▶ famiglia dei brillanti alla quale appartiene. Noi vorremmo che egli sapesse liberarsi da una certa cantilena, ◀nella▶ quale cade qualche volta sul terminar dei periodi. »
Passò nel 1856 ◀nella Compagnia Stacchini e nel ’57-’58 in quella Trivelli. Fu marito di Carolina Caracciolo (V.), artista di pregi non comuni, dalla quale ebbe una figliuola, la Pierina, incantevole attrice, più nota sotto il nome di Giagnoni (V.).