(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 395-399
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 395-399

Romagnesi Marc’ Antonio. Figlio del precedente e di Brigida Bianchi, nacque a Roma (o a Venezia : non è ben accertato) intorno all’anno 1633. Fu educato nel Collegio Clementino di Roma, indi, come sovente s’è visto, trascinato alla scena dall’esempio dei parenti, salì subito in alto grido per le parti d’ Innamorato, sotto nome di Cintio. Non si recò a Parigi che del 1660. Aveva sposato a Bologna il 31 marzo 1653 Elisabetta Giulia Della Chiesa, non comica (in francese si firmava De l’ Eglise e in italiano La Gieza), che gli morì a Londra il 1675 in uno dei due viaggi che la Compagnia fece in Inghilterra col permesso della Corte di Francia. Il Neri propenderebbe a crederla figliuola del celebre Dottor Violone, Girolamo Chiesa, ma non saprei perchè, non essendosi mai trovato il suo nome preceduto da quel Della, che fa, pare a me, un diverso casato.

Troviamo il Romagnesi a Mantova l’aprile del '55, come da una sua lettera al Duca di Modena del 5, con la quale lo ringrazia dell’invito di recarsi colà a recitare : poi nulla sappiamo più fino all’anno 1667, in cui egli apparve sulle scene del Teatro italiano, sostituendovi il secondo amoroso Valerio Bendinelli ; indi, abbandonato il primo amoroso Ottavio Costantini il teatro nel 1688, e partito per l’ Italia, predendone egli il posto. Verso l’ '89 fu incaricato da Colbert di recarsi in Italia a scritturarvi nuovi attori per colmare i vuoti lasciati nella Compagnia. A tal proposito scrisse una lettera a Carlo Pevrault, controllore della Casa Colbert, chiedendo un passaporto per Roma, Venezia, Genova, Ferrara, Bologna, Padova, e una sovvenzione in danaro, per far fronte alle spese, facendo osservare che pel viaggio in due sole città, Bologna e Venezia, Ottavio avea sempre avuto 200 scudi.

Invecchiato il Lolli, Romagnesi, che non era più giovine, e a cui non più si addicevan le parti d’ Innamorato (1694), lo sostituì nella maschera del Dottor Baloardo, nella quale ci fu tramandato in effigie dal bulino del Mariette, un de' più benemeriti della storia iconografica del nostro teatro.

Soppresso il Teatro italiano nel 1697, Romagnesi naturalizzato francese dal 1685, ufficiale del Re, e amministratore della Compagnia italiana insieme ad Angelo Lolli, abbandonò le scene, e morì a Parigi in via S. Dionigi il 29 ottobre 1706. Fu sepolto nella chiesa di S. Lorenzo alla presenza dei figli Carlo e Augusto Alessandro.

Marc’Antonio Romagnesi fu poeta e non de'peggiori, e pubblicò pei torchi di Langlois a Parigi il 1673 le sue rime, ch' ei volle consecrate all’immortal nome di Luigi XIV Re di Francia e di Navarra. Esse si dividono in Eroiche, Amorose, Morali e Varie. Il Bartoli riferisce l’ode indirizzata a sua madre, e la risposta di questa. Ma come saggio del suo stile ve n’ ha ben altre che mi pajon di gran lunga migliori.

Oltre a queste una ne pubblicò il Cotolendi nel suo Livre sans nom (Paris, Brunet, M. DC. XCV), Al proprio Genio, premettendole alcune parole d’iperbolica lode per tutta l’opera poetica di Cintio.

L'ode comincia :

Fiamma de l’intelletto,
mobil del mio voler, moto dell’alma,
colmo d’estro, e dispetto,
a te perturbator della mia calma,
parlo, o mio Genio insano : a te che sei,
forsennata cagion de'torti miei.

La notizia, citata dal Bartoli, che il Romagnesi, andato a Mantova, trovasse una sua casa sequestrata, e supplicasse il Duca della liberazione, che poi ottenne, troviamo nel seguente sonetto che non mi par de' peggiori :

Signor, giacchè più tetto non m’avanza,
e più casa non ho su'l mantovano,
non vi sdegnate che col scettro in mano,
mentre casa non ho, faccia una stanza.
Molte n’ho fatte, è vero, in varia istanza
a Vostra Altezza, mio Padron sovrano ;
e pur con tante stanze essendo al piano,
di star allo scoperto ho per usanza.
La Camera ducal se l’ha investita ;
e pur ell’è come campagna rasa,
o nuda più che cella d’eremita.
Ma s’a la vostra Camera è rimasa,
date ordine mi sia restituita ;
chè non può entrare in Camera una casa.

Degne di certo interesse a chi fosse dotato di molta pazienza, sono alcune poesie nelle quali egli dà la spiegazione dell’oroscopo. Analizzando e raffrontando, si potrebbe forse venire alla soluzione di altri, sparsi in quest’opera. Limitiamoci a dar qui, come saggio, la interpretazione di quello concernente il natale di Angelo Lolli :

A te Febo dà vita : e mortal fine
nell’undecimo lustro indi t’offende ;
e di Mercurio in dignità t’intende
de la Terra a tracciar vario confine.
Giove in Terza l’amor par che t’incline
De i Sacri ; e col Sestile a Cintia apprende
favor donnesco : e Citerea difende
di morte ria da subite ruine.
Empi Amici additar Marte qui vuole,
Sterilità Saturno, e prigionia,
Benchè Delia feminea unica prole.
Gli Angoli Orizzontali han Stella ria,
turban la prima età, poi Giove suole
cadente tranquillar l’aura natìa.

E il sonetto mi pare ancor più sibillino dell’oroscopo, il quale, nondimeno, ci dice, e qui non corron dubbi, la data della nascita di A. Lolli, che è il 28 agosto del 1630 (non 1622, come s’è ritenuto fin qui erroneamente), a ore 18 e 24 minuti.

Il Romagnesi fu veramente lodato da chiari ingegni del suo tempo, e ha versi diretti all’Abati e a Salvator Rosa. Ai nomi di Costantini Giovan Battista e Gherardi Evaristo sono accennate alcune querele e dispute ch'egli ebbe, per le quali si ricorse perfino alle vie di fatto con la spada alla mano.

Dei cinque figliuoli, Agostino Alessandro, Ippolito, Gaetano, Girolamo Alessandro, Carlo Virgilio, due soli si fecero comici : Gaetano e Carlo Virgilio.

Agostino fu educato alle armi, e sappiamo da un sonetto del padre ch'egli militò ancor giovine contro i turchi in Polonia. Era cavaliere dello speron d’oro, e fu nominato dal Duca di Mantova conte Boba.

Ippolito studiò pittura sotto la scuola del famosissimo Domenico Maria Canuti, e finì Provinciale dei domenicani a Roma.

Girolamo, interdetto per demenza, morì a Charenton.

Romagnesi Gaetano. Figlio del precedente. Di lui sappiamo soltanto che fu comico, e che uscito di Francia nel 1697, al tempo della soppressione della Comedia italiana, dopo di aver recitato in Fiandra e nei Paesi Bassi, morì a Bruxelles il 26 ottobre del 1700. Aveva sposato, morta sua madre, Maria Anna Richard (da cui ebbe un unico figlio, Giovan Antonio) la quale, rimasta vedova, passò a seconde nozze col signor Duret tireur d’or di Lione, che poi si fece comico. Nella divisione dei beni di Marc’Antonio Romagnesi, il Duret prende la qualità di avvocato in Parlamento.