(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 661-662
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 661-662

Vestri Angelo. Fratello del precedente, nacque a Firenze il 30 settembre del 1828. A soli quindici anni si trovò con Gustavo Modena, poi con Augusto Bon in Compagnia Lombarda, poi brillante ai Fiorentini di Napoli al fianco di Alberti, Taddei, Majeroni, Salvini, la Sadowski, la Cazzola, in mezzo ai quali cominciò ad acquistarsi la più bella rinomanza artistica : e si noti che Angelo Vestri, entrato in quella Compagnia il '47, obbligandosi « di agirvi in carattere di generico e in tutte quelle parti di primo e secondo carattere, brillante, amoroso che gli verranno dal direttore della Impresa assegnate, con l’annuo compenso di lire austriache duemilaseicento, pari a ducati del Regno cinquecentoventi, e di una mezza serata in appalto come d’uso in Napoli, » arrivò a pena, dopo quattordici anni, nei quali era diventato il beniamino del pubblico, a ricevere uno stipendio di settanta ducati al mese, che è oggi a un dipresso quello di un generico. Uscito dai Fiorentini il '61, si scritturò con Alamanno Morelli, tornando poi a Napoli il '64 al Teatro del Fondo con Achille Majeroni con cui stette sino al '67. Dal '67 al '70 fu capocomico, e il '71 tornò con l’Alberti ai Fiorentini in qualità, 'sta volta, di caratterista. Passò ancora per alcuni anni di compagnia in compagnia, finchè fu scritturato assieme al Novelli nella Compagnia Nazionale, dove stette un triennio, per passar poscia in quella di Giovanni Battista Marini. La sera del 12 di gennajo 1889 si doveva rappresentare al Manzoni di Milano La Locandiera di Goldoni, in cui egli era sommo sotto le spoglie del Marchese di Forlimpopoli, continuando la tradizione gloriosa de'suoi grandi predecessori. Al momento di alzar la tela, uscì di camerino per entrar sul palcoscenico, quando, tutt’ a un tratto, mandò un grido, e stramazzò a terra, come fulminato.

Trasportato a braccia su di una poltrona a casa sua, non discosta dal teatro, in quell’abito goldoniano, con quel viso truccato, angoscioso contrasto con la inerzia mortale del povero corpo, visse ancora per una settimana una vita di morte, e circondato dall’affettuosa moglie e da tutti i compagni, si spense la domenica sera 20 gennajo alle 11, 25.

I funerali civili ne furono solenni : ogni compagnia mandò fiori e rappresentanti ; e al cimitero Antonio Salsilli diè l’estremo saluto al povero estinto.

Angelo Vestri fu il solo destinato dal padre alla scena. E infatti egli ebbe le più chiare qualità per ben riuscirvi : ingegno pronto, recitazione spontanea, vera, misurata ; fisionomia mobile ed espressiva : amore e propositi seri per l’arte altissima, profonda.