(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 670-674
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 670-674

Visentini Tommaso Antonio. Nato a Vicenza il 1682, fu il più grande Arlecchino dell’età sua, più noto col nome di Thomassin, che non sappiamo s’egli avesse già prima di recarsi in Francia. Scelto dal Riccoboni per la Compagnia del Reggente, si recò il 1716 a Parigi, ed esordì alla « nuova Commedia italiana » nel teatro del Palais Royal (le riparazioni dell’ Hôtel de Bourgogne non erano ancora compiute) il 18 maggio nell’ Inganno fortunato (l’heureuse surprise), commedia a soggetto in tre atti, che il pubblico trovò assai buona, e in cui erano intercalate alcune scene tratte da altra commedia spagnuola : Visentini vi fu magnifico in quelle del Pittore.

Il vecchio Gueullette in una nota curiosa allo Scenario di Biancolelli, parlando dell’esordire di Tommasino, racconta come i successori del celebre Dominique, il quale aveva una voce ingolata, e somigliante quella di un pappagallo, avessero dovuto imitarlo, chè i francesi mal si sarebbero piegati a sentirne una diversa. E però, non volendo Visentini uscire dal suo metodo di recitazione naturale, pensò Riccoboni di mettere al principio dell’heureuse surprise una delle tante scene di notte che vi sono, in cui Arlecchino, chiamato da Lelio, si finge talmente preso dal sonno che, senza profferir verbo, or scivola a terra, or gli cade fra le braccia. Tommasino suscitò le più schiette ilarità e i più vivi applausi nell’ uditorio ; il quale, sentitolo poi, non ebbe più il coraggio di burlarlo, e gli permise di continuar nel suo tuono naturale di voce. Ma il successo della Compagnia fu effimero, sia per le commedie tutte in italiano, che i francesi non arrivavano a comprendere, sia per la ripresa di quelle francesi d’una volgarità rivoltante, scavate dal repertorio dell’antica Comedia italiana ; e dopo un solo anno, vedendo i comici deserta ogni sera la sala, incaricaron Visentini di presentarsi al pubblico, e riottenere con un bel discorso l’antica benevolenza.

Il Campardon riferisce le parole di lui, tra le quali furono queste :

Due cose vi dispiacciono : i nostri difetti e quelli delle nostre commedie. Per quanto ci concerne, io vi prego di rammentare che noi siamo degli stranieri, ridotti per piacervi a dimenticar noi medesimi. Nuova lingua, nuovo genere di spettacoli, nuovi costumi ! Le nostre commedie originali piacciono ai conoscitori, ma essi non vengono a sentirle. Le signore, senza le quali tutto langue, contente di piacere nel lor linguaggio naturale, parlano il nostro, lo intendono : come ci amerebbero esse ? E per difficile che sia il liberarsi dell’abito d’infanzia e dell’educazione, il nostro zelo ci sprona, e per poco voi ci mettiate in istato di perseverare, noi diverremo, lo spero, se non attori eccellenti, men ridicoli certo ai vostri occhi, fors’anco sopportabili. Quanto alle nostre commedie, io non ho troppo da invidiare la felicità de' nostri predecessori, che vi han pure attratto e divertito con le scene stesse, che oggi vi tediano, e di cui non potete meno sopportar la lettura. Il gusto del pubblico è mutato e perfezionato : perchè non lo è quel degli autori ? Meglio a compiangere degli autori, noi siamo responsabili e di ciò ch' essi ci fan dire, e del come noi lo diciamo. Siateci indulgenti pei nostri sforzi, e li raddoppieremo di giorno in giorno. Proteggendoci, voi vi venite allevando pei nostri figli de' giovini attori, che, nati tra voi, formati al vostro gusto, avran forse un giorno il contento di meritare il vostro applauso. A ogni modo, essi non avran mai per voi maggior zelo e rispetto de' loro parenti.

Parole che, dette da un attore amato e stimato s’ebbero il loro effetto, poichè a poco a poco il teatro italiano ripigliò l’antico vigore.

La sua vita artistica fu delle più brillanti. Agile, di vena comica inesauribile, di verità sorprendente, originale, passava in un attimo ai sentimenti più disparati. Sotto la maschera dell’ Arlecchino egli sapeva strappare le lagrime, glorioso predecessore in questo del non men glorioso Petito (V.).

I fratelli Parfait nel lor Dizionario de' Teatri gli dedican parole di molta lode, riguardandolo come compatriotta, e dicendo ch'egli ha fatto un uguale onore alla Francia e all’Italia, degno veramente di occupar la scena con Silvia (V. Balletti-Benozzi Rosa Giovanna), la sua celebre compagna d’arte.

Ammalatosi di tisi il martedì grasso del 1739, comparve raramente a teatro nell’ultimo tempo di sua vita, come si ha da questa quartina :

Cher Visentini, le parterre
ne te reproche qu’un défaut.
J'ose le dire tout haut,
c’est que tu ne te montres guère.

Fra le lettere del Riccoboni alla Biblioteca dell’Opera di Parigi, ve n’ha una dell’agosto 1739, colla quale prega il Gueullette di andare con lui ad assistere il povero Thomassin Visentini, morente, e soprattutto per indurlo prima della morte a pensare alla sua famiglia.

Avuti l’ 11 di agosto dello stesso anno i Sacramenti, morì mercoledì 19 in via Nuova San Dionigi, e fu sepolto il domani a San Lorenzo, sua Parrocchia, assistito da trenta preti, e alla presenza di Vincenzo e Gioacchino Visentini suoi figli, di Giuseppe Balletti e di Bonaventura Benozzi. L'atto di morte lo dice Ufficiale del Re.

Lo Jal all’articolo Visentini dice : « il avait été appelé d’Italie pour doubler et remplacer Evaristo Gherardi, successeur du second Dominique Biancolelli, fils du célèbre Arlequin aimé et éstimé de Louis XIV. Tommaso Visentini vint en France avec sa femme, Dominica Rusca, qui ne joua point la comédie à Paris, soit parce qu’elle ne s’était point destinée au théatre, soit parce que dans la troupe toutes les places etaient prises. » Confesso di non aver capito nulla. Pour doubler Gherardi, morto nel '700 ? Ma che c’entra Gherardi colla nuova Compagnia del Reggente ? E perchè Dominica Rusca, e non Margherita ? E perchè quei due soit a proposito della sua non apparita sulla scena italiana di Parigi, mentre si sa ch' ella vi recitò le parti di serva sotto il nome di Violetta ?