(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 279-281
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 279-281

Barsi Pietro. Attore egregio per le parti di caratterista, nacque a Firenze il 29 aprile del 1828. Adolescente, ogni qualvolta gli veniva fatto di raccapezzar qualche soldo coll’arte sua (dopo tante e diverse prove, s’era dato definitivamente all’oreficeria), si recava co’suoi al teatro della commedia, alla quale si sentiva inconsciamente attratto, sin da quando, bambino, sentì recitare al teatro della Piazza Vecchia, ora distrutto, il rinomato stenterello Amato Ricci. La prima impressione veramente artistica ricevette una sera dell’Avvento al Teatro del Cocomero, oggi Niccolini, in cui il celebre Taddei rappresentava il Barbiere di Gheldria dell’Avelloni (V.). Giunto a una certa età, accettò di far parte di una accolta di dilettanti, esordendo a Rovezzano, villaggio a due miglia da Firenze fuor di Porta alla Croce colla parte di Sbirro nella Ginevra degli Amieri. Egli stesso racconta che la soggezione e l’emozione lo paralizzarono per modo, che la sua voce non arrivò a’suonatori di orchestra. Il’48 troncò d’un colpo quei primi passi della sua carriera artistica ; ma tornato di Roma, e recitata in Montedomini la parte di Egherton nell’Orfanella della Svizzera con successo di applausi, determinò di darsi intero all’arte, scritturandosi con Lorenzo Cannelli, stenterello, e da questo passando con Raffaello Landini, stenterello anch’esso, col quale stette a recitare, prima a intervalli, poi (quaresima del’61 al ’63) stabilmente con sua moglie Cesira. Il ’64 fu diviso tra la scena (con Carolina Santoni, celebrità allora al tramonto, e con Lodovico Corsini, altro stenterello) e il Pontevecchio, ove la necessità l’aveva ricondotto. Si scritturò il ’65 con Michele Sivori ; e morto il caratterista Bottazzi, egli fu, di sorpresa, obbligato a sostenerne le parti.

Ma neanche il successo di Roma (all’Anfiteatro Corea) fissò la sua carriera, sempre interrotta ; tanto che tornato a Firenze, dovette restituirsi all’antico asilo, alternando i lavori dell’oreficeria con rappresentazioni or al fianco di Papadopoli, or di Adalgisa Stacchini Santucci, or di Laura Bon.

Fu dal ’67 al ’71 con Luigi Pezzana, il ’71 e ’72 con Francesco Sterni, per passare finalmente la quaresima del ’73 con Giuseppe Pietriboni, col quale stette sino a tutto il carnevale del ’94. Questi ventun anni lo compensaron davvero della travagliosa e dura vita ch’ egli aveva fatto peregrinando di Compagnia in Compagnia, di ristrettezze in ristrettezze, specialmente nella Compagnia precedente con Sterni solo, prima, poi con Sterni e Rescalli. Pietro Barsi, artista dei più coscienziosi, dotato di una memoria ferrea e di un fisico, per le parti di caratterista, più unico che raro, intelligente, studioso, modesto, potè di punto in bianco acquistarsi la benevolenza de’pubblici meno indulgenti, come quello del Teatro Manzoni di Milano ; dove, specialmente nel repertorio Goldoniano, fu annoverato, e a ragione, tra’ buoni artisti. La Compagnia di Giuseppe Pietriboni continuò per anni e anni la sua marcia trionfale ; e coll’intelligenza e la solerte cura del Capocomico e Direttore si era acquistata il titolo di Compagnia-modello. Pietro Barsi ne fu uno de’migliori ornamenti ; e se bene a lui si potessero spesso rimproverare alcuni difetti di pronuncia e di cadenza che gli venivano dal paese natale, e fors’anche dalle Compagnie in cui militò più anni, non si potevano in lui non riconoscere molte e pregevoli qualità di artista, fra le quali, prima di tutte forse, lo studio del vero. L’Alberto Pregalli, I Fourchambault, I Borghesi di Pontarcy, I nostri buoni villici, Goldoni e le sue sedici commedie lo hanno collocato tra i migliori caratteristi del teatro italiano.

Barsi Giuseppe figlio del precedente. Compiuto regolarmente il corso di studi alla R. Scuola di recitazione di Firenze, si diede all’ arte (alla quale mostrò non poche attitudini) esordendo con Giuseppe Pietriboni in Compagnia di suo padre. Attore spigliato, studioso, appassionato, fu accolto in varie buone compagnie per le parti di brillante, che anche oggi sostiene con molto garbo.