(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 4
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 4

Adami Patrizia. Moglie di un comico Adami, prima, poi del famoso Lolli, nacque a Roma nel 1635, e si recò a Parigi nella Compagnia italiana col giovane Biancolelli, con Eularia e Ottavio nel 1660 come servetta sotto il nome di Diamantina, che l’aveva già fatta celebre a Roma. Ella era graziosa oltre ogni dire, se bene più tosto piccola e brunettina ; recitava con molto brio e con molta naturalezza, ed ecclissò al suo apparire in Francia la Diamantina, che l’aveva preceduta nella Compagnia, e che aveva recitato dal 1653 al 1660 nel teatro del Petit-Bourbon, al fianco dei celebri Fiorilli e Romagnesi. Patrizia Adami, naturalizzata francese in un con suo marito nel giugno del 1683 (V. il Campardon che riporta l’atto di naturalizzazione — Les Comédiens du Roi de la Troupe italienne. Paris, 1880), abbandonò il teatro lo stesso anno, all’esordire di Caterina Biancolelli detta Colombina, e morì a Parigi, rue des Prouvaires, il 5 settembre 1693.

Dal mese di novembre 1660 in poi, i comici italiani e la Compagnia di Molière, demolita per ordine del Re la sala del Petit-Bourbon, recitarono al Palais-Royal.

« Dans la même année (1667) — dice il D’Origny Annales du Théâtre italien, Paris, 1788) —  il a été représenté un assez grand nombre de pièces. La double Jalousie (Canevas italien) est gaie, mais très-peu morale. On force Octave et Arlequin d’épouser Eularia et Diamantine ; et à peine sont ils mariés, que Cinthio et Trivelin enlevent leurs épouses. »

Per dare un’idea di questo scenario, il primo della serie Biancolelli tradotta dal Gueullette e pubblicata dai fratelli Parfait, (Histoire de l’ancien Théâtre italien, etc. Paris, Rozet, 1767) e più specialmente per quel che concerne il personaggio di Diamantina, trascrivo i seguenti brani :

…. Eularia e Diamantina aprono la porta del giardino ; Ottavio si ritira da un lato per discorrere ad Eularia ; e Arlecchino, imitando il suo esempio, va dall’altro con la servetta. Questa conversazione è assai bruscamente interrotta dall’arrivo del Capitano e di Pantalone, che obbligan di punto in bianco Ottavio a sposare Eularia. Arlecchino è più restio a dar la mano a Diamantina. …. Ma alla fine, costrettovi da Pantalone e dal Capitano, acconsente, esclamando : « ho dunque preso moglie per il servizio del pubblico ! » …. Arlecchino batte alla porta di Diamantina, la quale, trovatolo finalmente dopo inutili ricerche, lo getta a terra, e messasi la di lui testa fra le gambe, si dà a schiaffeggiarlo. Al terzo atto Cintio e Trivelino che appaiono i favoriti rivali delle due donne, son pronti a partire per la Fiandra ; Eularia riceve i complimenti di Cintio, ed esce seguita da lui ; e Diamantina risponde assai affabilmente alle molte carezze fattele da Trivelino. Allora Arlecchino, vedendoli uscire insieme, soffocato dall’ira, esclama :

« Ohimè !… Eccomi adunque arruolato nell’infinita confraternita dei b….. !!!!… » E cala il sipario.

Il personaggio della Diamantina è quello vero e proprio della servetta, amante o moglie quasi sempre di Arlecchino, astuta, chiacchierina, birichina ; e che mutò nome col mutar delle attrici, doventando Colombina colla Biancolelli, Ricciolina coll’Antonazzoni, Franceschina colla Roncagli, Corallina colla Veronese, ecc. ecc.