(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 214-215
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 214-215

Papà Leontina. Nata a Mogliano (Veneto) l’ottobre dell’anno 1842 da Leone, maggiore, e da Luisa Böchmann, esordì sul finire del '59 in Compagnia Moro-Lin, di cui era prima attrice la Fumagalli e primo attore Alessandro Salvini. Mostrò subito speciali attitudini alla tragedia, della quale fu più tardi cultrice amantissima e ammiratissima ; e, scritturata il '66 al Fondo di Napoli nella Compagnia Majeroni, vi sostituì con molto onore la celebre Sadowski. Passò il '69 con Lollio, poi, il '71, con Coltellini. In quel torno, a Roma, si ammogliò a Raffaello Giovagnoli, e restò fuor del teatro due anni. Fu il '73-74 con Vitaliani e Cuniberti, e andò il '75 a Londra con Tommaso Salvini. Sostituì il '76 in Compagnia Ciotti Virginia Marini, e andò l’ '82 con Emanuel, poi, in Russia, con Ernesto Rossi. Il’ 92-'93 fu scritturata da Giacinto Gallina, il '95-'96 da Ferrati, poi dall’Impresa del Teatro Manzoni di Roma, ove trovasi tuttavia. Leontina Papà nella sua vita non breve di teatro ebbe momenti d’arte felicissimi, e molte lodi sincere, a volte entusiastiche. Creò con assai plauso non poche parti, fra cui, quattr'anni or sono a Firenze quella di Baronessa nella Marcella di Sardou.

Fra le pubbliche testimonianze di ammirazione ch'ella s’ebbe, merita qui un posto la dedica di un opuscolo di versi, che vuolsi dettata da F. D. Guerrazzi.

A Leontina Papà — attrice drammatica — che con la voce ricca d’affetti — e con l’eloquente atteggiar della persona — richiamò sulle scene labroniche — le glorie della Marchionni e della Pasta — i livornesi — augurando alla giovane artista — trionfi maggiori — porgono tributo d’ammirazione.

E questo stornello segnato col nome di Tito Vespasiano, sotto il quale si nascondeva il caldo poeta livornese Braccio Bracci.

O bella fata dagli occhi d’amore,
chi v' ha insegnato a piangere e pregare ?
La vostra bocca è il calice d’un fiore,
e con la voce fate innamorare.
Chi v'ha sentito per gentile usanza,
vi paragona al fior della speranza ;
chi v' ha sentito per desìo di gloria,
vi paragona al fior della memoria.
Voi siete brava e non ve n’ avvedete,
perchè è natura dell’ augel che vola,
canto e passione, e se non lo credete
guardate quella mammola vïola ;
benchè chiusa nell’orto in tra le foglie,
l’odor la scopre e il passegger la coglie ;
così la vostra luce, o fata bella,
vi scopre a tutti che siete una stella.