(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 226
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 226

Pasqualini Albina. Attrice rinomatissima per le parti comiche, fu unica nel rappresentare I viaggi di una donna di spirito, dell’artista conte Bonfìo. Nacque presso Urbino l’anno 1801 ; e la vediam dilettante ammiratissima il 1817 nel Teatro de'Pascolini rappresentare La famiglia proscritta, Il quadro della moderna filosofia, e soprattutto La Locandiera, che dovè ripeter più sere tra le acclamazioni de'suoi concittadini. Esordì all’ Arena del Sole di Bologna in Compagnia Pisenti e Solmi, di cui, dal 1823, fu per più anni la prima attrice assoluta. Passò poi a far parte di quella Romagnoli e Berlaffa, e nel 1837 ne formò una essa stessa, che comprendeva attori di grido, quali il Fabbri, il Wellenfelt, il Modena padre. Scese coll’avanzar dell’età a sostener parti secondarie, e morì a Trieste in una piccola compagnia il 1854.

Diam qui a titolo di curiosità l’ Addio e Ringraziamento ch'ella soleva recitare al pubblico l’ultima sera della stagione :

Che è mai la gioja de'Mortali ?… Un’aura,
Che lievissima passa, un fior che spande
Le vergini dal sen grazie odorose ;
Ma un fior che cade coll’olezzo e muore.
Se così libra il Fato, a che dolente
Piegar la voce alle querele, e 'l cupo
Mesto sospiro risvegliar dell’Eco ?
Ma vinse il duol, ma sull’ incerto ciglio
Luce stilla di pianto ; un brividio
Mi ricerca le membra, e l’alma anch' essa,
L'alma rifugge sbigottita e muta,
E ad altra sponda…. Ah non v'approdi, e in pria,
Fatta signora di sè stessa, un detto,
Un sospiro, un addio sciolga, e rimbombi
Di nostre voci al suono alterno, e giunga
Alle Valli del Serchio, e lo ripeta
Del bel Tirreno ancor la riva e l’onda.
Or che dirovvi io mai ? Come poss’ io
I favori narrar, que'dolci modi,
L'accoglienza gentil che a noi porgeste ?
Li sente il cor, ma non sa dirli il labbro.
Perchè tanto affrettò l’invido Fato
Questo triste momento, perchè volle ?…
Dunque dovrò, fra mesti lai partendo,
Così lasciarvi ?… Ah non fia mai ; l’affanno
Ceda a ragione : il sospirar che giova,
Quando di rivedervi alta speranza
Profondamente ho nel mio cor scolpita ?
Pur questa speme che avverar si debbe
Può alla perdita mia recar sollievo.
Allettata da questa, in me rinasce
Vigor novello a scior la voce estrema,
Che spiega a Voi d’un grato core i sensi :
Parte di questo cor con Voi qui lascio ;
E parte meco traggo, in cui scolpita
Sta l’immagine vostra, che giammai
Cancellar potrà 'l tempo, che giammai
Sparger d’oblio, che mai…. ma tronca i detti
Un doloroso, e fra i sospiri espresso,
Non dal labbro, dal cor ultimo addio.