(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 152-154
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 152-154

Monti-Longhi Cesira. Moglie del precedente, nacque a Bologna il 1829 da un medico reputatissimo. Perduta questi la vista, tentò la Cesira la via dell’ arte, scritturandosi amorosa in una compagnia di poco conto, e tanto vi riuscì, che il 1847 entrò prima attrice giovane in quella di Colomberti, Internari e Fumagalli. Fu l’anno seguente con Romualdo Mascherpa, poi di nuovo colla società Colomberti, nella quale, come abbiam detto, sposò Alessandro Monti. Compagna esemplare non abbandonò mai il marito, sostenendo con decoro il ruolo di prima attrice nella propria compagnia, e passando poi a quello di madre e seconda donna.

Montini Ippolito. « Comico mirandolese, detto Cortellaccio. Diede egli alla luce un libretto di due fogli e mezzo in forma di quarto che porta per titolo : Contesa di precedenza. È questo un Prologo fatto da lui in occasione d’incominciare le sue recite in Bologna l’estate dell’anno 1624. Introduce in questa Contesa la Pastorale, la Commedia, la Tragicommedia, e la Tragedia. A sciogliere la lite di precedenza fra esse, appariscono Apollo nel suo Parnasso coi Poeti ed Aristotele, il quale le affida a Felsina sovraggiunta sopra un carro trionfale, acciocchè essa decida del merito di ciascuna ; la quale dando termine a questa introduzione, così favella :

Pregiate Donne, se alla vostra lite
Sorta sol per aver la precedenza
Delle vostre virtù rare, infinite,
Bramate fine impor con gran prudenza :
Meco omai, che son Felsina, venite
Che m’offero condurvi alla presenza
De'saggi figli miei, da'quali avrete
Giudizio, onde contente alfin sarete.

Il libretto è stampato in quella città presso Teodoro Mascheroni e Clemente Ferroni, ed è dall’autore dedicato agl’ Illustrissimi Signori Gonfaloniere ed Anziani. Oltre la lettera dedicatoria, il Montini diresse ad essi il seguente

SONETTO

Del Felsineo Leon regger il freno,
Librar con giusta lance e premj e pene,
Donar a' Patrj Figli ore serene,
Renderli in pace fortunati appieno :
Nudrir quasi in bel Ciel sul picciol Reno
Lucide stelle di saver ripiene,
Fra' magnanimi Eroi fruir quel bene,
Premio della virtù, che non vien meno :
Poggiar di gloria all’ultimo confine,
Opre son vostre, il cui alato suono,
Vola alle regïoni alte, e divine.

[PAGE 153 MANQUANTE]

l’importanza di una dizione drammatica, accentuata e vibrata nel canto, e rivelandole poi i misteri della Commedia improvvisa, nella quale essa fece in breve sorprendenti progressi. Il Kurz rimasto vedovo, ella ne diventò la seconda moglie, e dopo tre anni di studio indefesso, il 15 aprile del 1758, esordì all’I. R. Teatro della Città nella nuova commedia a trasformazioni di suo marito, intitolata : La felice unione di Bernardone, in cui fu accolta dall’applauso universale sì per la grazia del canto, sì per la eloquenza dell’azione, e ancora per la sicurezza della lingua tedesca. Così il Kurz nel preavviso di tal commedia raccomandò la moglie all’ indulgenza del pubblico : « La signora Teresa Kurzin si mostrerà maestrevolmente in tutti quei caratteri che una perfetta attrice è capace di rendere. Ed essendo essa italiana, e però non padrona della lingua tedesca, tanto più ne sarà maravigliosa l’azione. Mi hanno gli Dei concessa tanta grazia ; e spero che anche il pubblico che diè continue prove di benevolenza verso di me, vorrà oggi partecipare alla mia gioja. » (V. il lavoro sul Kurz di Ferdinando Raab, pubblicato a Francoforte da Rütten e Loening il 1899). Anche il Veilen nella sua Storia dei Teatri di Vienna (Cap. III, pag. 144), accenna a Teresina Morelli, che chiama bella e fiorente ; e dice che il Kurz diede una splendida prova del suo magistero, trasformando in soli tre anni una inesperta ballerina in una delle più grandi Colombine tedesche. Il Kurz rimasto vedovo il 15 giugno del 1755, sposò la Morelli nel 1758, poco avanti all’esordire di lei.