(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 337-341
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 337-341

Reiter Virginia. Modenese, figlia di Carlo Reiterer e di Teresa Deodati nata Formiggini. Forse per brevità questi aveva mutato in quel di Reiter il nome di Reiterer, lasciatogli dal padre, tedesco, uno de' più fidati del Duca di Modena, dal quale anche fu mandato a Vienna con missioni segrete, e si dice vi accompagnasse il Conte Tarrabini, Ministro delle Finanze Estensi, in qualità d’interprete : nel 1859, fedele al Padrone nella prospera e nell’ avversa fortuna, seguì a Vienna il Duca, ed ivi morì nel 1880, d’anni 78, lasciando tra altri il figliuolo Carlo, padre della piccola Virginia, che educò alla Scuola di Carità dalle monache figlie di Gesù. La prima apparita sulla scena ella fece in convento. Entrata nella Società Cuore ed Arte, al momento della sua formazione, vi emerse in poco tempo, mostrando assai chiare attitudini alla scena : e fu gran ventura pei parenti ai quali non volgevan troppo al bene le cose, che Virginia potesse abbracciar l’arte drammatica : ciò fu il maggio dell’ '82 con Giovanni Emanuel, che le fu poi maestro, compagno, amico fino all’anno 1894. La Reiter, naturalmente, fu scritturata per parti di non grande importanza, ma con la speranza che potesse taluna volta ripiegar la prima attrice giovine Bianca Ferrari, ammalata. E alcuna volta, infatti, la sostituì, e, lei morta il marzo dell’ '83, ne prese il posto. Ebbe a prime attrici Adelina Marchi, la Papà, la Ruta, la Glech, la Marini : con questa trovò subito modo di uscire dallo stato di lieta promessa ; chè la rappresentazione di La figlia di Jefte di Cavallotti al Filodrammatico di Milano (7 aprile '86) consacrò l’artista valorosa, che, l’anno dopo, uscitane la Marini, diventò la prima attrice assoluta della Compagnia, alternando, e sempre con buon successo, Santarellina, Il Matrimonio di Figaro, La figlia di Jefte, con Frou-Frou, Demi-monde, Fedora, Signora dalle Camelie, Fernanda.

Staccatasi finalmente dall’Emanuel, diventò pel '94 la prima attrice assoluta della Compagnia Talli e Reinach, pel '95-96 di quella Andò e Leigheb ; poi formò Società con Pasta, per passar da ultimo capocomica assoluta : questa la cronaca artistica di Virginia Reiter. L'angusto spazio e l’indole di quest’opera non consentono che un breve e rapido giudizio dell’artista. Ma basti affermare ch'Ella per sue doti fisiche e intellettuali è noverata oggi fra le rare attrici di pregio intrinseco della nostra scena di prosa ; e di esse prima senza dubbio per la spontaneità doviziosa, direi quasi per la improvvisazione, specie negli scatti della passione caldissima, in cui forse la moltitudine non avverte alcune scorrettezze di forma lamentate dall’acume della critica. La sua voce metallica, estesa, capace delle melodie più soavi e più aspre e forti, afferra l’anima di chi ascolta. Nel suo riso squillante è una giocondità viva e sincera, nel suo pianto sono solchi profondi di dolore, strazi di anime, a cui si avvince la folla dominata. In quella bellissima faccia ebraica (sua madre era figlia del custode della Sinagoga di Modena, fatta cristiana quando si sposò) sfolgoran due occhi a mandorla, ricchi di fascino ineffabile ; tra le labbra tumide e procaci affaccian due file di perle grandi ed uguali che attraggono : se la parte inferiore della sua persona rispondesse armonicamente a quella di sopra, Ella sarebbe in ogni rispetto magnifica. Ho detto più sopra scorrettezze di forma. Avrei dovuto aggiungere : inevitabili in chi si abbandona con tutte le esuberanti doti dell’anima sua d’artista, senza lasciar tempo nè modo alla mente d’infrenarla e guidarla con lo studio paziente, profondo dell’analisi psicologica in ogni minima parte : a quell’abbandono di anima si accoppia naturalmente, nell’improvvisazione, quell’abbandono di persona che non può tenere l’artista inconsapevole dal mostrare alcuna volta quelle siffatte scorrettezze. Ma in ogni modo : com’ Ella riempie la scena ! Che anima ! Che vita ! Il pubblico, il quale, più del godimento intellettuale, si appaga di un godimento immediato che lo scuota là per là, è assai più soddisfatto davanti a codesta attrice, che ad altre, forse intellettualmente o artisticamente più…. come dire ?… elaborate. Oggi abbiamo il “emperamento artistico” : con queste due parole si scusan molte stramberie sulla scena. Se v'è temperamento artistico, non si può aver sempre lo spirito rispondente a ogni chiamata. Così : la tale attrice, che è un gran temperamento artistico, 'sta sera è stata fredda, perchè non ne aveva voglia ; ier sera fu arruffata, perchè era nervosa, e via di questo passo ; e beati coloro cui tocca ventura di assistere a una di quelle rappresentazioni, il cui temperamento artistico si esplichi in tutta la sua pienezza. In Virginia Reiter forse il temperamento artistico, propriamente detto, non c’ è : le analisi nevrotiche non son forse quel che più le si attaglia…. Se non avessi paura di essere frainteso, direi che Virginia Reiter non ha voluto abbandonar compiutamente la scuola di taluna che la precedette, nè accettar a occhi chiusi tutti i canoni, tal volta a base di oppio, dell’arte moderna…. Insomma : nella sua modernità c’è sempre della Virginia Marini. Ma la Reiter è la Reiter…. ; e, grazie a Dio (anche in ciò somiglia alla sua egregia antenata), non bisogna al povero pubblico di andarle a chiedere, prima di comperare il biglietto : « Scusi : 'sta sera, ne ha voglia ?… » Tra le produzioni nuove, o rinnovate, la cara artista ha dato l’anima a due : a Madame Sans-Gêne di Vittoriano Sardou, e a Messalina di Pietro Cossa.

Così, e assai bene, il mio Ugo De Amicis comincia uno studio sull’ arte della Reiter nell’interpretazione della prima :

Credo che se Sardou fosse un autore italiano il pubblico direbbe ch'egli ha scritto la Madame Sans-Gêne per la signora Reiter, ch'egli ha svolto così largamente il carattere di Caterina perchè l’illustre attrice, presentandosi nei diversi aspetti di questo personaggio storico, potesse in una sola parte spiegare tutte le sue doti ; e credo che chiunque avesse letta la commedia prima di vederla rappresentata e avesse voluto distribuire idealmente i ruoli, avrebbe scritto a fianco del nome della protagonista : Virginia Reiter. La parte è varia, complessa, multicolore come l’arte di chi la interpreta ; la parte non limita il vigore artistico dell’attrice, lascia che questa domini con tutta la sua originalità, con tutta la sua valentia.

Quanto alla seconda, a una mia dimanda Ella rispondeva :

Come studio ? A lungo e non poco…. qualunque sia il resultato dei miei studi. La Messalina ?… Dopo letto il lavoro ho voluto studiare il personaggio. L'ho ricercato nel testi classici e nei semi-storici o romanzeschi ; e così, a poco a poco, prima delle parole della parte, ho imparato a memoria, dirò così, una figura che mi pareva assomigliare alla Imperatrice romana.

Con questo corredo di preparazione ho ripreso, per poco, lo studio dei versi e poi le prove lentamente, tentando di dar vita a quella figura che sapevo e che…. il pubblico solo ora può dire in quanta parte di vero abbia reso.

Veramente, oggi che l’arte drammatica mostra di tendere alla radicale rinnovazione del dramma storico, mirando in ispecial modo alla ricostruzione fedele dell’ambiente, la Messalina di Pietro Cossa, che pur segnò al suo apparire un sì gran passo nel progresso della scena, non mi pareva tale da invogliare un’artista a infonderle nova vita. Nè tale mi pareva, anche, perchè trattavasi di dramma storico, del quale abbiamo ancor nella mente e nel cuore il ricordo della interpretazione magnifica che ne diede la geniale trinità Marini-Tessero-Pezzana. Comunque sia, pare che la interprete moderna sia uscita degnamente dalla nuova battaglia.