(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 770-771
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 770-771

Zucchini-Majone Ermenegilda. Carissimo e bellissimo tipo d’artista ! Coll’avanzar degli anni ella ha saputo serbare intatta la giovanile gaiezza, e con essa una modestia senza pari. « Volete proprio che io rinnovelli disperato dolor…. – prelude alle sue noterelle biografiche – rimontando ai tempi di Noè ? Io che invece vorrei tanto e tutto dimenticare ! E poi, parlare di me ! Come donna non ho che del triste da ricordare ; come attrice, nulla che valga la pena d’essere ricordato. Fra la folla dei discreti attori, passai anch'io, raccogliendo qualche loro bricciola : il che significa senza lode e senza infamia : ecco tutto. » Ma che bricciola mi vien ella bricciolando ! Qui la modestia non è della più schietta acqua, chè la cara artista non può, dinanzi alle festose accoglienze del pubblico ininterrotte e inalterate, fermarsi, in un giudizio del proprio valore, alla meschina mediocrità. Ermenegilda Zucchini è una bella e forte artista, dotata di una rara pieghevolezza nell’afferrare e rendere i più vari personaggi, dalla grottesca suocera della pochade, all’austera signora della commedia inguantata. Nata a Lugano, fu trasportata subito a Milano dove passò l’infanzia e la giovinezza ; considerata da ognuno milanese, nonostante la nascita e l’origine forastiera, essendo il padre francese, oriundo svizzero, e svizzera la madre. Benchè non figlia d’artisti, ebbe sin da piccola una passione viva per l’arte della scena, che coltivò poi alla filodrammatica milanese sotto gli ammaestramenti dell’artista Giovanni Ventura (V.). Rovesci di fortuna la sbalzarono, il 1869-70, ancor giovinetta, nella Compagnia Dondini, Ciotti e Lavaggi, quale amorosa, dando subito prova di non dubbio valore, e io stesso la ricordo all’ Arena Nazionale, applauditissima nella fischiatissima commedia I matrimoni del Laurati. Il triennio seguente fu con Alamanno Morelli prima attrice giovine : sposò il’ 71 Domenico Majone (V.), e ne restò vedova il '72. Avrebbe voluto allora, nel momento della grande sciagura lasciar l’arte, ma l’arte, entrata ormai nel suo sangue, non la lasciò. Ed ecco la Zucchini nell’autunno del '73 con la Ristori, con cui fu in Inghilterra, e nel '74-'75 con la Zampolli, direttore il Toselli, assunta al grado di prima donna, che sostenne assai decorosamente pei molti pregi artistici onde era dotata, ma non fortunatamente per la costituzione del fisico forte e sviluppato, in aperta contraddizione colla sentimentalità e romanticheria dei caratteri che doveva riprodurre. Non ostante fu degnamente in quel ruolo scritturata con Salvinetto, con Majeroni, e in Società con Dondini, Dominici, e Giovanni Arrighi fino all’ '84. Nell’ '85, uscita da una fiera malattia di tifo, andò con Emanuel per parti principalissime, ma senza ruolo fisso, e fu da lui iniziata a quello di madre e caratteristica, lasciato poi subito, per riprendere il suo posto (vanità perdonabile in un’attrice pregiata e ancor giovine) prima in Società con la Tessero, poi con Dominici e Della Guardia. Ma, ohimè ! Il padre morto, la madre da sostentare, gli affari che volgeano sempre più al peggio, la costrinsero ad abbracciar definitivamente il ruolo di vecchia, scritturandosi con Ermete Novelli, e passando poi con Pasta, la Tessero e la Giagnoni, con Paladini, con Pasta, Garzes, Reinach, con Pasta e la Tina Di Lorenzo, con Leigheb e la Reiter, con Pasta e la Reiter, e con la Reiter sola, colla quale è tuttavia e sarà fino al principio del prossimo triennio '906-07-08, pel quale è scritturata colla Compagnia Talli, Re Riccardi : questo il lungo stato di servizio di Ermenegilda Zucchini, o, come la chiamano con affettuoso accorcimento i compagni tutti, della Gilda, che le ha procurato per la probità e la fedeltà e lo zelo con cui l’ ha disimpegnato il più ampio certificato del pubblico padrome. « Vi pare che basti ? – Ella conchiude nelle sue noterelle. – Oh, basterebbe anche a me ! ma c’è ancora del fosforo ne' lombi miei…. » Lo credo io ! E Le auguro, o meglio, auguro a me e a tutti gli spettatori d’ Italia, di provar lungo tempo le gioie ch'ella sa dar dalla scena con le incomparabili sue riproduzioni artistiche.