(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767

Zoppetti Angelo. Figlio del precedente, nato a Venezia il 31 ottobre del 1838 nella parrocchia di S. Luca, fu egregio attore per le parti di brillante, un de' migliori del suo tempo. Fece le prime armi come secondo amoroso e secondo brillante, nella compagnia di suo padre, e, lui morto, esordì brillante assoluto nella giovane Compagnia piena di attrattive, Ciotti-Lavaggi-Marchi, nella quale stette fino a tutto il '72. Sempre collo stesso ruolo fu poi dal '73 al '76 in quella N.° 2 di Bellotti-Bon, il '77 e '78 in quella di Luigi Monti, dal '79 all’ '81 in quella sociale Marini-Bellotti ; poi l’ '82 con Pasta, e l’ '83 di nuovo con Monti. Riposò l’ '84 a Mestre, ov'era sua madre, e andò l’ 85 e '86 con Andrea Maggi, passando poi d’anno in anno in compagnie di minore conto, declinando coll’avanzar degli anni la comica forza che per naturale intuito possedeva al sommo. Il '94 esordì come caratterista in Compagnia Maggi, trovando ancora festose accoglienze di pubblico, non quelle certo acquistatesi col primo ruolo. Passando d’una in altra compagnia, e in mezzo a peripezie di scioglimenti a metà d’anno, ora scritturato, or socio, ed ora capocomico solo, arrivò sino al 1902, scritturato in Compagnia Renzi-Gabrielli, nel quale anno cessò di vivere a Livorno il 27 di giugno.

Chi volesse dare un giudizio su Angelo Zoppetti con poche parole, forse non s’ingannerebbe, qualificandolo : « un gran brillante senza saperlo ». Quante, vere o no, storielle sulla sua non troppa coltura andaron per le bocche de' comici ! Ma, per compenso, qual forza d’intuizione !

Ricorda il lettore la gran scena di Dita d’oro d’una fata, vecchia commedia di Scribe, in cui il povero Riccardo di Kerbriand, discorre con Elena del suo amore per Berta e della sua balbuzie ?

E l’altra, non men forte per novità e comicità irresistibile, in cui in uno scatto violento, lasciandosi andare a parole e imprecazioni volgari, improvvisa, libero e diritto fin in fondo, una meravigliosa difesa di Elena accusata, oltraggiata da tutti ?

Ricorda il lettore la parte di Perichol, il giurato ribelle del Ferréol di Sardou, ch'egli creò con tanta apparente analisi di particolari ? E quell’avvocato Ballandar della Catena di Scribe ? E le farse tutte ?

Angelo Zoppetti appartenne come brillante al periodo, non so dir bene se fortunato o sciagurato, in cui i primi attori spremevan lagrime dagli occhi degli uditori, e i brillanti facevano smascellar dalle risa.

L'andatura dello Zoppetti, il suo occhio, la sua dizione, tutto era comico…. Quando si cominciò a dire d’un brillante : attore nobile, attore fine, attore distinto, si cominciò anche a perdere il senso del brillante, che a poco a poco s’è andato trasformando per modo da non riconoscerlo più. In somma : la definizione del brillante nobile era in realtà questa : un brillante che non fa ridere. E Zoppetti fu tutt’altro che nobile, o, a dir meglio, fu nobile solo a modo suo.

Dal suo matrimonio con Giulia Checchi, egregia seconda donna e amorosa, passata a seconde nozze, e ancor vivente a Napoli, ebbe quattro gentili figliuole, esimie artiste, note col diminutivo affettuoso di Zoppettine, e un unico maschio :

Elvira, vedova di Giuseppe Barsi, brillante, morto in America, e attrice della Compagnia Sichel e Soci ;

Pia, moglie del brillante Arturo Falconi, tuttavia in arte ;

Giannina, uscita dall’arte or sono otto anni, e maritata a Palermo con Giuseppe Ardizzoni, direttore comproprietario del Giornale di Sicilia ; e

Cesare, già attore in Compagnia Benini, oggi secondo brillante in quella Mariani-Zampieri.

Ebbe anche una sorella, Adelaide, moglie dell’attore Cristiani, attrice di non molta importanza, che recita ancora in compagnie veneziane, e di cui l’unica figlia Giuseppina si trova ora in Compagnia Di Lorenzo-Andò, moglie di Ferruccio Bianchini.