Biancolelli-Franchini Isabella detta Colombina. In una casetta — dicono in nota i F.lli Parfait (pag. 105) — che Dominique (Domenico Biancolelli, il celebre figlio d’Isabella) avea comprata nel villaggio di Bièvre, vicino a Parigi, era un ritratto di sua madre in abito di città, con un paniere in mano, contenente due colombi, per allusione al nome di Colombina, ch’ella portava in teatro. E fu per questa ragione che una figlia di Dominique, la Caterina, assunse lo stesso nome.
Isabella Franchini aveva sposato Francesco Biancolelli, comico, del quale rimase vedova poco dopo il 1640, e dal quale ebbe tra gli altri il citato figlio Domenico. Carlo Cantù, comico, sotto nome di Buffetto, che aveva già▶ ammirato e i meriti e le virtù di lei, la tempestò di lettere in prosa e in versi per piegarla a un secondo matrimonio. Ella, tuttavia addolorata per la morte recente del marito, si schermì gentilmente, assicurando che ove determinasse di passare a seconde nozze, non altri avrebbe preso che il suo Buffetto. Noi non seguiremo certo i due innamorati a traverso le loro peregrinazioni artistiche e amorose, nè metterem qui tutte le canzoni che in dialetto veneto il povero innamorato le indirizzava ; alcune di esse troverà il lettore al nome di Cantù. Basti sapere che il matrimonio tra Colombina e Buffetto parve a questo argomento sufficiente per essere tramandato a’posteri in un Cicalamento (Fiorenza, Massi, 1646), che pare a me, e certo parrà anche al lettore, documento interessantissimo per la storia del nostro teatro di prosa.
Quando tutto pareva combinato, ecco sopravvenire la invidia e gelosia de’comici, e inventare storielle, seminar zizzanie, allontanar momentaneamente i due promessi. Quindi i timori e dubbi e sospetti dell’una ; le proteste e assicurazioni e disperazioni dell’altro.
Ma ventura volle che Buffetto, il quale era comico al servizio del Principe Francesco Maria Farnese, dovesse andar con la sua Compagnia a Venezia ove si trovava a recitar Colombina. Immaginarsi la gioia di entrambi : Colombina gli fe’dono d’un suo ritratto in miniatura, del quale aveva ◀già▶ fatto promessa per lettera, e sul quale egli scrisse la seguente ottava :
Già fu il mio primo nome d’Isabella,Franchini nel cognome fui chiamata,Colombina tra’comici son quella,Ch’ora qui tu rimiri effigiata,Mi mutai di Franchini in Biancolelli,Vedoa restai, & hora non son più,Che son moglie a Buffet Carlo Cantù.
Tornarono all’assalto i comici, a lei dicendo rompersi il collo pigliando Buffetto, a lui avere essa dichiarato formalmente di non voler perdere la propria libertà…. A queste chiacchiere seguiron nuove scene tormentose, finite poi, al solito, con proteste di fiducia da un lato, di fedeltà dall’altro. E un giorno che l’Isabella col padre, la madre e i figliuoli era a colazione da Buffetto, egli la pregò di volergli lasciare per tutta la giornata il minor di essi Domenico Giuseppe, cognominato Menghino, d’anni 7 e mezzo, ma di tanta svegliatezza che il più delle volte si faceva a racconsolar con belle parole Buffetto dei suoi dolori. Sventuratamente una Staffetta del Serenissimo suo Padrone gli consegnò una lettera, nella quale era il comando reciso di recarsi fra due giorni a Modena, ove avrebbe dovuto recitare il carnevale, obbligato dal Principe stesso a quel Duca. Nuovi tormenti e non nuovi tormentati. Buffetto supplicò Isabella che gli lasciasse Menghino, il quale, perchè amavalo come padre, fu subito da tutti concesso. Qui un nuovo contrattempo venne a turbare la pace del povero Buffetto. Recatasi la Compagnia d’Isabella a Ferrara per farvi il carnevale, accadde che un de’suoi comici fosse colà ucciso ; per la qual cosa fu anch’essa cogli altri imprigionata. Ma ben passeggiero fu il dolore di Buffetto, chè ottenute raccomandazioni dal Principe stesso a Parma, riuscì a farla liberare. E perchè i comici avean fra l’altre stravaganze inventato che egli, una volta fatto il matrimonio, si sarebbe liberato de’suoceri, dichiarò di sposar Colombina senza dote, contraddotandola di cinquecento scudi, e obbligandosi di pagare a’genitori mille scudi, ove per cagion legittima non volesser più vivere con lui. E il contratto fu stipulato per mezzo di notajo, e le nozze ebber luogo nel duomo di Parma il giorno 15 di aprile del 1645. Compiute le quali, Buffetto con nuova generosità offerse alla moglie quanto egli aveva potuto avanzar nell’arte in quattordici anni circa. Il quale atto commosse per modo Isabella, che volle per la pace comune, e perchè nel loro contratto di nozze nulla esistesse che potesse dare appiglio a quistion d’interesse, mutar l’istrumento nella seguente maniera : che si leuasse a suo tempo di tutto l’haver di Colombina la prouisione douuta alli suoi tre figliuoli, e per lei le sue gioje, & argenteria al prezzo come fu stimato ; del resto fosse a metà tra marito e moglie, con il guadagno venturo, lasciandosi dopo la lor morte heredi uno dell’altro.

Pensi ognuno l’allegrezza del pover’uomo, il quale si sfogava a cantare :
Hora si, che son contento,Causa che son maridado,El mio cor è consolado,Nè più ancor me dà tormento.Hora sì, che son contento.
Ahimè ! Tanta gioia doveva essere offuscata da nube improvvisa e dolorosa. La Regina di Francia fe’istanze al Serenissimo di Parma per avere aggregato a’suoi comici Buffetto. Fu un fulmine ! Nessuno sapeva del matrimonio di Buffetto, e però l’invito era per lui solo. Come fare ? Andar Colombina a Parigi ? Ma ella era legata formalmente colla Compagnia di Bologna ; rifiutarsi lui di andare in Francia, disobbedendo a un volere del suo padrone e più che altro del suo benefattore ? Mise in mezzo terze persone, si raccomandò, supplicò, ma sempre in vano. Nullameno si tentò di consolarlo con belle parole. Colombina era ◀già▶ stata in Francia col marito Biancolelli ; era dunque conosciuta dalle LL. Maestà. Appena giunto in Francia, avrebbe potuto fare istanza presso di Loro per aver seco la moglie. È vero che colà era anche la servetta ; ma nessuna avrebbe mai potuto competere col valore di Colombina. La sua vedovanza non poteva esser dunque che breve. Egli veramente non trovò sollievo in tali parole ; chè troppo il pensiero della partenza gli martellava il cuore, per quanto il piccolo Menghino, che gli fu anche’sta volta compagno fedele, cercasse di fargli animo. Degli onori a lui toccati in Francia diremo all’articolo suo. Qui basti sapere che non appena Buffetto fe’cenno della moglie, e ciò fu, come ognun può credere, poco dopo arrivato, tutti a gara si adoprarono perchè ella lo raggiungesse al più presto in Francia, e S. M. stessa diede ordini per lettere al Serenissimo di Parma, concesse un passaporto, nel quale era detto che la Maestà della Regina aggregava Colombina alla Compagnia de’ Comici italiani ; e fe’dono di 100 scudi per le spese di viaggio. In quel tempo la Isabella era a recitare a Milano. Buffetto la sollecitò alla partenza ; ma ella, sopravvenuto l’inverno, passò con la compagnia a Piacenza, poi a Modena, senza aver ordine mai di lasciar l’Italia. Altre cagioni ben gravi le fecer prendere la risoluzione di scriver da Modena al suo amato Carlo, supplicandolo di non insistere oltre…. E le cagioni eran queste : il padre vecchio, la madre aggravatissima, e i figliuoli piccoli. La stagione (s’era in gennaio) rigidissima. I passi da Milano in Piemonte per la guerra non sicuri, e per mare impossibile andare perchè troppo soffriva. A queste parole il Cantù rispose da Parigi in data 4 febbraio 1646, una lettera piena di amarezza, colla quale nullameno assentiva a lasciar l’adorata consorte in Italia.
Quel che poi accadesse non sappiamo…. Il Cantù promise un’altra opera che avrebbe avuto per titolo : Ritorno di Francia in Italia, di Buffetto Comico in canzonette ridicolose ; e che non vide mai la luce.
Il tipo della Colombina, fu, certamente, un de’più antichi della commedia italiana, il quale troviam ◀già dal 1530 nella Compagnia degl’Intronati, accanto all’altre serve Oliva, Fiametta, Pasquella, Nespola, Spinetta. Una delle prime imagini di Colombina abbiamo nel quadro di Porbus del 1572, nel quale egli ritrae un ballo della Corte di Carlo IX : il costume del nostro personaggio è quivi indossato da Caterina de’ Medici. Le Colombine più rinomate, o meglio, le sole rinomate del teatro italiano appartennero tutte alla famiglia Biancolelli. Alla Isabella successe la Caterina, figlia di Dominique, nel 1683, e a questa la Teresa, figlia di Dominique figlio nel 1739 ; in somma le nonne eran surrogate dalle nipoti. Ma la più celebre per versatilità, per istruzione, per viscomica, fu la seconda che recitò acclamata sino al 1697, e di cui avrò molto da dire, analizzando il tipo di Colombina nelle sue svariate forme.