Paganini-Corona Anna. Francesco Bartoli ci lasciò di lei il seguente ritratto :
Sortì dalla natura i più bei doni, che mai potesse avere una giovane attrice. Una bella e graziosa figura, una voce flessibile e dolce, una pronunzia assai retta, un gesto nobilmente naturale, e un portamento spirante tutto brio, sono i bei vanti suoi. Ciò che poi fornisce i di lei meriti è un’intelligenza piena d’acume, l’investirsi al vero delle passioni, e l’esprimere con grazia e nobiltà vivamente tutte le cose, che rappresenta. Nelle Commedie fa valere il suo spirito e parla con eleganza e con facondia : e la sua rettorica potrebbe riputarsi studiata, quando non si sapesse che ella crea i suoi concetti in quel momento appunto che gli escono dalla bocca.
Andò in Lisbona con sua madre Chiara, comica anch'essa, nella Compagnia di Onofrio Paganini, del quale sposò il figliuolo Francesco, restando sempre con lui, principale ornamento della propria compagnia.
Ecco un sonetto che riferisce il Bartoli a lode di lei, senza nome di autore, ma suo probabilmente.
Al merito impareggiabile della Signora Anna Corona Paganini, che nel Carnovale dell’anno 1777, recita in Carattere di prima comica in Genova nel Teatro delle Vigne con universale applauso.
Qual altra mai sulle notturne Scenepotea cangiar cosi diversi aspetti,pinger dell’Alma i vïolenti affetti,quale un tempo già feo la saggia Atene ?Tu fra le genti di stupor ripiene,muovi così gli sguardi, i gesti e i detti,che svegli a tuo piacer ne'nostri pettisdegno, amor, duol, pietà, timore e spene.Quindi il tuo nome dell’invidia a scornofa la sincera fama a te rivolta,nel pien Teatro risuonar d’intorno.E l’attonita Udienza ognor più foltapende dalle tue labbra ; e al chiaro giornopreferisce la notte, in cuit t’ascolta.