Pasqualini Albina. Attrice rinomatissima per le parti comiche, fu unica nel rappresentare I viaggi di una donna di spirito, dell’artista conte Bonfìo. Nacque presso Urbino l’anno 1801 ; e la vediam dilettante ammiratissima il 1817 nel Teatro de'Pascolini rappresentare La famiglia proscritta, Il quadro della moderna filosofia, e soprattutto La Locandiera, che dovè ripeter più sere tra le acclamazioni de'suoi concittadini. Esordì all’ Arena del Sole di Bologna in Compagnia Pisenti e Solmi, di cui, dal 1823, fu per più anni la prima attrice assoluta. Passò poi a far parte di quella Romagnoli e Berlaffa, e nel 1837 ne formò una essa stessa, che comprendeva attori di grido, quali il Fabbri, il Wellenfelt, il Modena padre. Scese coll’avanzar dell’età a sostener parti secondarie, e morì a Trieste in una piccola compagnia il 1854.

Diam qui a titolo di curiosità l’ Addio e Ringraziamento ch'ella soleva recitare al pubblico l’ultima sera della stagione :
Che è mai la gioja de'Mortali ?… Un’aura,Che lievissima passa, un fior che spandeLe vergini dal sen grazie odorose ;Ma un fior che cade coll’olezzo e muore.Se così libra il Fato, a che dolentePiegar la voce alle querele, e 'l cupoMesto sospiro risvegliar dell’Eco ?Ma vinse il duol, ma sull’ incerto ciglioLuce stilla di pianto ; un brividioMi ricerca le membra, e l’alma anch' essa,L'alma rifugge sbigottita e muta,E ad altra sponda…. Ah non v'approdi, e in pria,Fatta signora di sè stessa, un detto,Un sospiro, un addio sciolga, e rimbombiDi nostre voci al suono alterno, e giungaAlle Valli del Serchio, e lo ripetaDel bel Tirreno ancor la riva e l’onda.Or che dirovvi io mai ? Come poss’ ioI favori narrar, que'dolci modi,L'accoglienza gentil che a noi porgeste ?Li sente il cor, ma non sa dirli il labbro.Perchè tanto affrettò l’invido FatoQuesto triste momento, perchè volle ?…Dunque dovrò, fra▶ mesti lai partendo,Così lasciarvi ?… Ah non fia mai ; l’affannoCeda a ragione : il sospirar che giova,Quando di rivedervi alta speranzaProfondamente ho nel mio cor scolpita ?Pur questa speme che avverar si debbePuò alla perdita mia recar sollievo.Allettata da questa, in me rinasceVigor novello a scior la voce estrema,Che spiega a Voi d’un grato core i sensi :Parte di questo cor con Voi qui lascio ;E parte meco traggo, in cui scolpitaSta l’immagine vostra, che giammaiCancellar potrà 'l tempo, che giammaiSparger d’oblio, che mai…. ma tronca i dettiUn doloroso, e ◀fra i sospiri espresso,Non dal labbro, dal cor ultimo addio.