(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389

Robotti-Vestri Luigia (V. Vestri).

Rocca-Nobili Camilla. Prima attrice dei Confidenti, fu una delle più forti artiste del suo tempo, lodata in vita e pianta dopo morta da'più eletti ingegni. Il Belgrano propenderebbe a credere ch'ella, figlia o altrimenti parente di Cesare Nobili, esordisse col padre nella Compagnia dei Desiosi.

Il Quadrio si confonde tra la Delia e la Celia, la Malloni, attribuendo a quella le lodi di questa, e citando persino come errore di stampa il nome di Delia nel libretto di poesie in lode di lei che andremo scorrendo, e che ha per titolo :

LE FUNEBRI | RIME, | di diversi eccell. | autori, in morte della signora | CAMILLA ROCHA NOBILI | comica confidente detta | DELIA. | raccolte da francesco antonaz | zoni, comico confidente detto | ortensio. | dedicate all’illustriss. & | eccellentiss. sig. il sig. | ANNIBALE TORCHI | marchese d’ariano. In Venetia | appresso ambrogio dei | M.D.C.XIII.

Il libretto, rarissimo, consta di 143 pagine in-12°, e ha un grazioso fregio in rame che incornicia il titolo. Precede una lettera dedicatoria dell’Antonazzoni, e un indice degli autori, tra' quali si notano il famoso Cintio Fidenzi, Comico Acceso, e il non men famoso Capitano Spaventa Francesco Andreini, dei Gelosi.

Non sappiamo di qual terra fosse nativa la Rocca, e questi versi del Fidenzi (pag. 36)

Delia qui giace, il cui almo sembiante

ornò le Tosche Scene,…..

ci dicon troppo poco ; ma certo morì quasi improvvisamente e fu sepolta a Padova (V. il sonetto di Matteo Bembo, pag. 44, e quello di Verdizzotti, pag. 16) dopo una ricaduta fatale della malattia, quando tutti eran certi omai della guarigione. Per la convalescenza di lei dettò Fidenzi il sonetto seguente :

Post’avea già sul formidabil arco
l’invida morte il suo funereo strale,
e volea aprir de la prigion mortale
de la famosa Delia a l’alma il varco.
Ma'l Dio d’amore a l’uopo suo non parco
di favor, disse a lei rivolto ; or quale
sconsigliato furor, morte, t’assale
di fare al regno mio si grave incarco ?
Ella ben mille a me alme rubelle
mi darà col suo dir, allor che ornato
sarà il teatro di sue fiamme belle.
Morte ritenne allora il colpo irato.
Così rara virtù sforza le stelle,
e può sol quella superar il fato.

E un madrigale sul medesimo soggetto dettò Giovanni Lazzaroni.

Da un sonetto di Girolamo Priuli (pag. 49) sappiamo com’ Ella fosse bionda :

Di questa così saggia in biondo pelo,
di questa, che di rai la chioma cinta
fu Delia in terra, ed ora è Sole in cielo.

Giovanni Zignoli (pag. 67) ci parla della sua bellezza e dell’età sua giovanile :

Discolorato hai morte il più bel volto
nell’età sua più bella e più fiorita….

e ce ne parla Niccolò Boldri in un sonetto (pag. 124) al raccoglitore Antonazzoni :

….. « Amico, i' godo il cielo,
non dir ch' in verde età sia al mio fin giunta,
chè grave è sempre all’alma il mortal velo. »

Al quale rispondeva Antonazzoni (pag. seg.) :

Maggior beltà di Delia, io non scorgea,
nè di lei rimirai cosa più eletta,
m’era dolce il penar, cara e diletta
l’amorosa prigion la pania avea.
L'ammirai come Nume, e come Dea
mi fu strale d’amor, face e saetta,
mèta de' miei pensier giusta e perfetta
Lei, non febo, per me luce spargea.
Ond’or che vive in ciel da me disgiunta
provo il gel nell’ardor, l’ardor nel gelo ;
e mia vita direi fosse al fin giunta.
Se non avessi a voi con puro zelo
l’alma, Signor, donata, che congiunta
gode felice in Voi, come in suo cielo.

Dal qual sonetto si potrebbe anche inferire ch'ella fosse qualcosa più che amica del compagno d’arte. Ma come ciò concorderebbe col bel candore decantato da Francesco Andreini in questo suo sonetto :

Or che Delia è sparita, e 'l suo splendore
inargenta altre selve ed altri colli,
che fia di noi ? Rugiadosi e molli
gli occhi trarremo in sempiterno orrore.
Delia talor, mentre che nasce e more
l’argento tuo, fin là dove t’estolli,
le caduche speranze, e i pensier folli
nostri rimira col tuo bel candore.
Così vedrai, che quanto in terra giace,
è fumo ed ombra : e scorgerai che 'l mondo
d’insidie è pieno, e lusinghier fallace.
Specchiati in Ciel nel sommo ben verace,
poi ch'hai vinto Satan Angelo immondo,
e con li giusti godi eterna pace.

E sopratutto come concorderebbe con questa terzina del Fidenzi (pag. 36) ?

Fu Delia de le donne onore e lume,
gloria del sposo suo, pompa del mondo,
e dei teatri luminosa Aurora.

Quanto a' suoi pregi artistici, par ch' Ella ne avesse parecchi, e in ogni sorta di composizione, come accenna il Boldri in una sua canzone a pag. 80 :

………
Ancor le menti a volo
trarrai nell’altro polo,
e formando la voce
or benigna, or feroce
e mutando te stessa in Cavaliero,
in amante, in guerriero,
in Pastorella, in Dama,
in Serva, ed in Regina,
farai degli altrui cor dolce rapina.
………

Ch' Ella fosse congiunta a Cesare Nobili, come inclinerebbe a credere il Belgrano, non si può dire : tuttavia non è assai fuor del probabile, potendosi forse ritenere ch' ella fosse davvero Nobili di nascita da un sonetto di Enriço Sottovello (pag. 68), là dove dice :

mentre Camilla Rocca, onor, contento
del secol nostro…..

Ma nè anche questa è prova sicura del suo cognome di sposa, serbando le attrici in arte il nome con cui salirono in rinomanza.