(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 356
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 356

Riccoboni Francesco. Figlio del precedente, nacque a Mantova il 1707 e andò coi parenti a Parigi il 1716. Esordì alla Comedia italiana il 10 gennajo '26 con la parte di amoroso in La Surprise de l’Amour, commedia di Marivaux, presentato al pubblico dal padre Lelio con un fervorino, che ispirò a un anonimo i seguenti versi :

Pour ton fils, Lelio, ne sois pas alarmé,
Il n’a pas besoin d’indulgence ;
D'un heureux coup d’essai le parterre charmé
N'a pu lui refuser toute sa bienveillance.
Pour ses succès futurs cesse donc de trembler,
Que nulle crainte ne t’agite,
Si ce n’est d’avoir dans la suite
Un généreux rival qui pourra t’égaler.

Uscì Francesco dalla Comedia italiana il 25 aprile '29 coi genitori, per rientrarvi nel '31 con tre quarti di parte ; e si presentò sotto le spoglie di Valerio negli Amants réunis, commedia di tre atti in prosa di Beauchamps. Ne uscì di nuovo il '36, e recitò un anno in provincia, dopo il quale riapparve alla Comedia italiana il 21 marzo '37 in una parodia di Alzira, intitolata Les Sauvages, di Giovan Antonio Romagnesi.

Il 14 dicembre del '49 domandò e ottenne il riposo ; ma eccolo di nuovo alla Comedia italiana il 21 aprile '59 con 500 lire mensili di stipendio. Aveva sposato il 7 luglio 1734 Marie Jeanne de Heurles de Laborras de Mèzières, nata a Parigi il 1713, entrata alla Comedia italiana il 23 agosto '34 col ruolo di amorosa, che mutò per insufficienza con quello di madre, e assai nota per una quantità di romanzi, che furono in voga al suo tempo. Lasciò il teatro nel '60, e morì a Parigi il 7 dicembre '92.

Francesco Riccoboni, che il Grimm assicura essere stato attore freddo e pretenzioso, compose un trattato : L'Art du théatre (Paris, MDCCL), pubblicato poi in italiano a Venezia da Bartolommeo Occhi nel MDCCLXII, e molte commedie sia da solo, sia in collaborazione con Dominique e Romagnesi. Fra le prime il Des Boulmiers cita Les Caquets ; ma si sa dallo stesso autore che i primi due atti sono opera di sua moglie. Ciò suggerì a Geoffroy (Appendice del 12 vendemmiale anno 11) queste parole :

L'auteur, en mari galant, mit sur le comte de sa femme les deux premiers actes des Caquets, lorsqu’il les fit imprimer ; ce n’était pas un médiocre cadeau, qu’il lui faisait, car le premier acte est le meilleur. Il est possible qu’il y ait plus de justice que de galanterie dans le procédé du mari, car Madame Riccoboni a fait des romans qui valent mieux que la comédie des Caquets.

Una delle opere da citarsi del Riccoboni è la parodia della Semiramide di Voltaire, della quale Crebillon diede un giudizio assai favorevole, sebbene il Collé, accanito contro gli italiani, lo ritenesse sospetto di parzialità.

A proposito della loro recitazione nel maggio 1765, lo stesso Collé (Journal historique), dice :

Gl’ introiti degl’ italiani diminuiscono a vista d’occhio. Io desidero cordialmente che questo teatro di cattivo gusto, e che non serve se non a corrompere il buono ed il vero, finisca una buona volta, e sien rinviati tutti codesti istrioni in Italia. Il teatro francese ci guadagnerebbe qualche lavoro di Marivaux, ben recitato dai nostri artisti, e massacrato oggi da codesti buffoni d’ italiani.

La freddezza del nostro artista accennata dal Grimm, pare non fosse che su la scena ; poichè il Campardon riferisce una querela di Giacomo Lavaux, macchinista della Comedia italiana, per esser stato insultato e aver ricevuto da lui un calcio nel ventre e uno schiaffo.

Francesco Antonio Valentino Riccoboni, noto in teatro col nome di Lelio figlio, morì a Parigi il 14 maggio 1772, e fu sepolto due giorni dopo nella chiesa di San Lorenzo.