(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 257-258
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 257-258

Perotti-Nazzari Assunta. Moglie del precedente, artista di gran valore per ogni specie di parte, o tragica o drammatica o comica, divise con la Bazzi e la Goldoni l’eredità artistica della Pellandi, ritiratasi dalle scene.

Rosmunda, Antigone, Sofonisba, Merope, Ottavia di Alfieri, alcuni drammi del Metastasio e del Federici, e molte commedie del Goldoni, del Nota, del Giraud ebbero in lei un’interprete valorosa : e Vittorio Alfieri, uditala a Firenze nell’Ottavia, volle conoscerla davvicino ; e le scrisse una lettera di lode, congratulandosi con lei del modo stupendo con che declamava i suoi versi, e della sovrana intelligenza ch'ella spiegava nell’interpretare con mirabile verità i diversi caratteri. Con grandissimo successo recitò a Roma l’autunno del 1807 la parte di Gilda nell’ Aio nell’imbarazzo di Giraud, e il 3 febbraio 1808 quella della protagonista nella Frenetica compassionevole pur di Giraud.

Il ritratto che do qui, alcun po'ridotto, fu pubblicato a Roma del 1806 da Luigi Perego Salvioni, con in fronte il seguente sonetto :

al merito sublime
della signora
ASSUNTA PEROTTI
che con plauso universale
ha sostenuto in roma nel teatro valle
e nell’altro di apollo
per più stagioni
il carattere di prima attrice
tanto nelle comiche
quanto nelle tragiche rappresentazioni

SONETTO

Là su le piaggie apriche d’ Elicona
avea Talia di propria man contesta
nobil ghirlanda, e dicea lieta : or questa
della PEROTTI io reco al crin corona ;
Ma Melpomene allor : men chiaro suona
forse il nome di Lei, se in regal vesta
calza il coturno, e se feroce, o mesta,
a terrore o a pietà gli animi sprona ?
Ciò detto, intreccia le sue frondi anch'ella.
Sorge aspra gara : il biondo Nume incerto
or di questa in favor pende, or di quella.
Ad ambe alfin toglie di mano il serto ;
ne forma un solo, e dell’attrice bella
scende egli stesso a coronare il merto.

Mortole il marito, rimase fuor del teatro un anno in segno di lutto, poi formò con Luigi Fossi e per un triennio, una società, in cui ella passò al ruolo di madre nobile, lasciando quello di prima attrice a Maddalena Pelzet.

La società, poco fortunata, non durò che due anni, e la Perotti potè scritturarsi il 1824 con Mario Internari, poi con altri fino al suo settantesimo anno di età, nel quale risolse di abbandonar l’arte. Le traversìe ch'ella patì dopo la morte del marito furon terribili. Prima, un amico di lui, tornato d’ Egitto, tanto seppe avvilupparla con parole lusinghevoli, descrivendole gl’ingenti guadagni che si potevan fare colà, ch'ella gli affidò due terzi della sua fortuna. Ma il furfante non diè più segno di vita, e la povera artista col poco rimastole comprò una villetta con podere tra Roma e Frascati, la quale intestò al nome di una amica fedele, e in cui viveva con essa tranquillamente. Ma, ahimè, l’amica la precedè nel sepolcro, e i parenti, impossessatisi per legge di tutto, cacciaron di casa la padrona vera, la quale andò da prima limosinando, poi fu ricoverata all’ Ospizio di mendicità, d’onde usciva una volta la settimana per andare a pranzo dalla poetessa improvvisatrice Rosa Taddei, sorella del celebre caratterista. Povera Perotti ! E che animo buono ella seppe serbare in mezzo a tante amarezze e a tanti inganni ! Nell’album della Internari, che è nella Biblioteca Nazionale di Firenze, si trova una sua lettera a questa, in cui la ring razia di certe medaglie e reliquie mandatele…. Ella trovò nella fede una gran forza a sopportar con rassegnazione la miseria squallida de'suoi ultimi giorni ! !