Collalto-Matteucci Antonio. Nacque a Vicenza nel 1717 circa ; e dopo di essere stato soldato in una compagnia di dragoni, si diede al teatro, sostenendovi mirabilmente le parti di Pantalone. Chiamato a Venezia dal Medebach, toccò in poco tempo sotto gli ammaestramenti di Carlo Goldoni il sommo della celebrità. Verso il 1754 sposò in Venezia Lucia Rosalia, figlia▶ di Vincenzo Cinigoto, da cui ebbe una ◀figlia, battezzata a Santa-Marina. Volata la fama della sua grandezza artistica a Parigi, i comici del Re lo invitarono a recarsi colà, dove esordì il 20 settembre 1759, succedendo a Carlo Antonio Veronese, sotto la maschera di Pantalone in una commedia di Sticotti figlio e Moramberg, intitolata : Le avventure della caccia. Il 26 febbraio 1760 fu già ricevuto in società con tre quarti di parte, e l’11 marzo 1765 con parte intera.
Egli abitò a Parigi dapprima in via Contessa d’Artois poi nella via del Sobborgo S. Dionigi, ove morì il 5 luglio del 1778. Fu sepolto il domani nella chiesa di S. Lorenzo sua parrocchia, assistito da 44 preti, in presenza d’Innocente Collalto suo fratello e di suo genero che firmarono Innocente Collalto e Felix Gaillard. Il Collalto non dev’ esser dunque un soprannome del Pantalone, ma un secondo nome di famiglia. Infatti, nell’atto di morte egli è chiamato Antonio Mattiucy Collalto.
Il Goldoni ha parole di calda ammirazione per l’ingegno e l’arte del Collalto, alla grandezza della quale egli aveva, come ho già detto, contribuito in Venezia co’suoi insegnamenti. Intorno all’Avventuriere onorato (Ediz. Pasquali) egli dice :
Io anzi aveva prima un tal Personaggio scritto nella nostra favella, perchè destinato era a sostenere la parte un valorosissimo Pantalone, vale a dire il Sig. Antonio Collalto, che dopo di avere riscossi lunghi applausi in Italia, passato è a Parigi, dove presentemente è stimato ed applaudito qual merita.
E intorno ai tre gemelli veneziani, di cui il Collalto era l’autore (Mem. III, 3) :
Quest’ uomo intimamente comico, aveva l’ arte di far parlar la sua maschera, ma a viso scoperto brillava ancora di più. Aveva rappresentata in Italia una delle mie commedie intitolata i due gemelli veneziani, l’uno de’quali era balordo, e l’altro spiritoso : vi diede una nuova forma a questo soggetto, ed aggiunse un terzo gemello cruccioso e collerico, rappresentando a perfezione questi tre differenti caratteri. Fu estremamente gustato ed applaudito, e mi feci un vero piacere di dar a lui tutto il merito dell’imaginazione.
Dell’ arte del Collalto nella rappresentazione di questa commedia dice con più larghezza il Bartoli :
Il Collalto rappresentava fra l’ altre una Commedia di sua particolare fatica, che aveva per titolo : i tre veneziani gemelli. Il primo armigero, il secondo sciocco, ed il terzo accorto. Egli altro non faceva che cambiar la perrucca, avendola, a norma del personaggio che esprimeva, una nera, una bigia (e queste rotonde), e l’altra alla francese colla borsa appiccata. Con questo piccolissimo, ma notabile cangiamento, unito però ad una total mutazione della voce e del portamento, cranvi molti che non poteano persuadersi che fosse sempre egli solo, che quei tre personaggi rappresentasse. Passò nella Provincia a giocare questa sua Commedia, e colà recitolla tutta in francese, e diella colle stampe alla luce. Grande abilità aveva il Collalto ; ed i doni della natura erano stati in lui profusi. Una bella presenza, una buona voce, ed uno spirito inimitabile contribuivano moltissimo a renderlo maggiormente l’idolo de’suoi protettori. Molto guadagnò e molto spese, perchè gli piacque di trattarsi alla grande……
E aggiunge che lui vivo, forse non sarebbe avvenuta l’abolizione del genere italiano nella Commedia a Parigi, che fu nel 1780, circa un anno e mezzo dalla sua morte.
Il D’Origny, pure contemporaneo del Collalto, ha parole caldissime sull’arte e l’indole di lui, in aperta contraddizione con quelle del Bartoli, col trattamento alla grande. Trascrivo intero l’articolo che è a pag. 124, vol. II, de’suoi Annali del Teatro italiano, riferito in parte dal Journal de Paris.
Il Siguor Antonio Colalto morì il 5 Agosto ( ?). Si hanno di lui diciassette comedie, di cui la maggior parte rappresentate con successo : tra queste i tre gemelli veneziani. Sosteneva con molta anima e con molta intelligenza il ruolo di Pantalone, ed era specialmente ammirato nelle scene appassionate, in cui l’anima sua ardente poteva mostrarsi tutta intera. Alcune inflessioni sublimi e precipitose rivelavan le passioni varie ond’era agitato : si leggeva l’espressione del dolore, della collera, della gioia a traverso una orribile maschera nella quale il suo ingegno superiore aveva saputo trionfare. Nè si smenti nella rappresentazione del comico : la commedia dei tre gemelli ne è la prova. In essa egli era alla sua volta galante, amoroso, appassionato, brusco, impetuoso, duro, sciocco, imbecille e fin anco sfigurato. Ei lasciava dubitar se fosse lui davvero, ingannava gli occhi i più avvezzi a vederlo, e giustificava l’entusiasmo di Garrick, uno de’ primi comici dell’ Europa.
L’uomo, in Colalto, non la cedeva all’autore. Modesto, semplice, disinteressato ; il suo candore domandava grazia all’ invidia. Scrupoloso osservatore de’suoi doveri, non se ne schermì mai. La famiglia sua divideva il frutto de’suoi guadagni, e ringraziava lo sventurato che il caso aveva offerto alla sua generosità.
Egli si è spento nell’angoscia di un disfacimento lento e doloroso. I suoi figli che non han lasciato mai il suo capezzale, se lo son visto morir tra le braccia.
Egli ha sentito tutte le lor cure, e l’ultime parole da lui proferite sono state di riconoscenza. I suoi occhi s’eran fissati su la stampa del paralitico ajutato da’suoi figli : a piedi dell’incisione son questi versi :
Si la peinture d’une imageest la vérité de l’objet,que le sage artiste a bien faitde mettre la scène au village !« Figli miei — dice loro il morente con un fil di voce — l’autore di questi versi non vi conosceva. »