(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 684-685
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 684-685

Vitalba Giovanni. Figlio del precedente, studiò da prima chirurgia in Firenze, poi si diede all’arte comica, nella quale riuscì di qualche pregio per quelle parti d’innamorato, ove non dominasse il sentimento. Fu con la Compagnia di Antonio Sacco (V.), di cui sposò la figliuola (V. Sacco-Vitalba Angela), e recitò ammirato nelle favole di Carlo Gozzi, dalle cui Memorie inutili riferisco il brano che riguarda la parte ch' ebbe Vitalba nello scandalo Gratarol, riproducendolo al vivo in Le Droghe d’amore, dal quale si ha un chiaro cenno delle sue qualità fisiche e morali.

Il Gozzi aveva assegnata la parte di Don Adone cugino del Duca al comico Benedetti, romano : quella di Alessandro Gran Cancelliere del Duca amante di Ardenia Marchesa di Taranto, al comico Vitalba. Invitato dopo tante peripezie alla prova della favola, trovò invertite le due parti. Perchè ? Il Sacchi diede ragioni d’indole artistica ; mentre invece…. Ma lasciam discorrere il Gozzi :

…… Alla sedicesima scena dell’ atto primo, ch' è la penultima di quell’ atto, uscì il Don Adone cugino del Duca.

Al presentarsi di quel personaggio, la parte di cui era stata appoggiata al comico Vitalba col baratto sopraddetto, m’avvidi tosto della serpe che mi s’era tenuta occulta con una malizia impenetrabile, e ch' io non averei mai potuto nè sospettare, nè immaginare.

Ecco il fondamento d’un diabolico manupolio concertato, di cui non posso accusare che la comica abborribile venalità favorita ; manupolio che legato alle anteriori disseminazioni, e con un’illusione anticipatamente fissata da' passi sconsigliati del Gratarol, ha dato corpo solido a ciò che non era nemmeno un’ombra.

Il comico Vitalba, buon uomo, ma cattivo attore, per sua sciagura aveva i capelli tendenti al biondo come quelli del Gratarol, e la sua statura era poco più poco meno, consimile. Da ciò nacque il traditore artifizio del baratto di parte. Ma più. La pettinatura di quell’attore, era affettatamente imitata da quella del detto signore. Il colore dei vestiti, il taglio, i ricami, e l’attillatura erano pure imitati. E peggio. Quel comico, per sè stesso persona dabbene ed onesta, era stato ammestrato non so da chi (forse con di lui cecità), ne'gesti, ne'passi marcati del Gratarol per modo, che quantunque io non abbia giammai avuta la menoma inurbana mira di porre il Gratarol in sulla scena, devo dire con mio dolore : il Gratarol si è posto, e fu posto in iscena nella mia commedia : Le Droghe d’amore.

Presentatosi appena in sul palco quel personaggio, un enorme applauso……..

Immaginare le scene che accaddero di poi ! Il Sacchi visto il risultato delle Droghe d’amore a Venezia, volle al suo andare a Milano in quello stesso anno, ritentarla in quella città. Ahimè ! Il Vitalba, andando o ritornando di notte dal teatro si era incontrato in un sicario, il quale gli aveva scagliato con una forza da atleta un ben grosso bottiglione pieno d’inchiostro per difformargli la faccia.

Fortunatamente il bottiglione, che avrebbe potuto non che difformarlo, accopparlo, lo aveva colpito al collo difeso da un colletto a più doppi, sottraendolo alla morte. La notizia giunse a Venezia, e il carattere pacifico di quel pover uomo, ritirato, economo, che faceva il comico per guadagnarsi il pane, che obbediva ciecamente il capocomico, che non aveva nimici da dover temere d’essere accoppato, o difformato, suscitò in Venezia dé discorsi, e dé sospetti unanimi sopra il Gratarol.

Fr. Bartoli dice che il Vitalba accumulò del danaro col frutto delle sue fatiche. Viveva ancora alla pubblicazione delle sue Notizie istoriche e aveva un solo figlio per nome Costanzo (il nome della madre ?) stabilito in Francia, ove esercitava l’arte del giojelliere.

Il Gozzi nel Canto Ditirambico dé Partigiani del Sacchi Truffaldino, dice a pag. 174 :

L'Angelina il monte assaglia ;
ma s’ingrassi un po'più adagio.
Siedi, e fa per lo contrario,
del Vitalba o Vedovella,
perchè il popolo t’appella
una fune del sipario.

E a questa vedovella è scritto in nota : la Sig.ra Catterina Vitalba. Qual Catterina ? E vedova di chi ? La moglie di Vitalba non era l’Angelina, figlia del Sacchi ? La madre del Vitalba ? Ma quella si chiamava Costanza ed era morta il '36. E nell’elenco del '75 lasciatoci dal Lessing (V. Sacco Antonio) non figuran altri Vitalba che i soliti coniugi Angela e Giovanni.