Prudenza, veronese. Era la seconda donna▶ dei Comici Gelosi, citata da Francesco Andreini nelle sue Bravure del Capitano Spavento. Il Cinelli racconta « che una volta (Curzio Marignolli, poeta, nato a Firenze il 1563 e morto a Parigi il 1606) sgridato dal padre, perchè i suoi averi licenziosamente spendesse, arditamente rispose : Anzi, tutto il mio spendo con prudenza, intendendo dire con una ◀donna▶ sua amica che Prudenza chiamavasi. » E l’Arlia che varie rime di Curzio raccolse e pubblicò nelle Curiosità letterarie del Romagnoli (Bologna, 1885) aggiunge : era costei una comica, alla quale poi impazzata, o davvero, o per meglio accalappiare i merlotti, quell’altro capo ameno di Francesco Rovai scrisse il seguente sonetto, che pizzica di secentismo un buon poco :
Folle è Prudenza : oh che follie soavifolli fan per dolcezza i saggi amanti !oh, che grazie amorose e vaneggiantistillan da'labbri suoi dell’Ibla i favi !Sparge ella i sali or lascivetti e gravi ;a tempo i risi alterna, e tempra i pianti,e d’illustre Pazziaportando i vanti,tien del senno d’ogn’altra in man le chiavi.Da famoso delirio un pregio eternotraggon le scene, e in si mirabil molecoronato di lode or va lo Scherno.Or chi tenersi e vaneggiar non vuole,se nel Leon di Flora in mezzo al vernodella Prudenza è forsennato il Sole ?
Ma parmi un errore l’attribuir la dedica del sonetto a questa Prudenza, seconda ◀donna▶ dei Gelosi, piuttostochè alla seguente, prima ◀donna degli Affezionati, che nel 1634 recitò appunto una Pazzia. Il Rovai (V. Quadrio) morì nel 1646 in età di quarantadue anni ; aveva dunque due anni alla morte del Marignolli.