Negrini Anna. Figlia o moglie di un Giovanni Negrini, di cui non so altro che era capocomico nel 1803. Ella recitava le parti di prima donna con molto successo, e al Teatro Valle di Roma le fu dedicato il seguente sonetto con in fronte il ritratto qui riprodotto. Opera l’uno e l’altro, a quanto sembra, dello stesso autore, nascosto sotto le iniziali C. C. :
Qual comparve il tuo volto al mio pensiero,
tal l’incise la man : guancia di rosa,
vago ciglio, ora mite, ed or severo,
labro gentile, e fronte maestosa.
Ma l’arte, che su i cuor ti dà l’impero,
e quei modi, con cui tratti animosa
il Socco umile, ed il Coturno altero,
mano incider non puole, oppur non osa.
« Melpomene, che grave il cuor conquide »
sembri, e poi colle tue spoglie cangiate
sei Talìa, che l’error percuote, e ride.
Del tuo volto le forme ho lineate,
ma i varj moti tuoi qual mano incide ?
Ceda l’ Artista tanta gloria al Vate.