Costantini Gabriele, veronese, figlio del precedente, fu capocomico e artista rinomatissimo nella maschera d’ Arlecchino. « Fu chiamato – dice il Bartoli – al servizio di D. Carlo Re di Napoli, il quale ebbe a dirgli un giorno : Voi siete un pulito Arlecchino. » Aveva molta coltura il Costantini, e possedeva l’uso di varie lingue con una franchezza ammirabile. Disputava sopra varie materie con uomini dotti, che non lasciavano di lodar il suo spirito. Morto il Re Carlo, passò con la Compagnia a Palermo, dove un frequentatore assiduo di casa, conosciute le sue non poche ricchezze, ed entrato una sera per la finestra, mentre tutti erano in teatro, gli rubò quanto più potè. Desolato per tanta sciagura, il pover’uomo, il quale, sebbene scoperto il ladro, nulla o ben poco potè riavere, ridotto in vecchiaja, carico di figli, e per di più con un occhio perduto, si ritirò a Venezia ove morì nel 1757.
Dice il Goldoni (Ediz. Pasquali, XIII), che Gabriele Costantini fu il primo inventore della novità incantatrice delle trasformazioni istantanee.