Bassi……. Attore e capocomico, nativo di▶ Venezia. Studiò al collegio ◀di▶ S. Cipriano con Giacomo Casanova ; vestì, come lui, l’abito ecclesiastico, poi abbracciò il mestiere dell’istrione, in cui pare vivesse brutalemente.
A dare un’idea della guitteria e sudiceria ◀di▶ codesto Bassi, trascrivo qui l’aneddoto che traggo dalle memorie del Casanova, inesauribile e interessante fonte ◀di▶ notizie su i comici italiani. Siamo ad Ausburgo nel 1789.
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« Quando la compagnia si fu tolta i suoi costumi ◀di▶ teatro, per indossar quelli ◀di▶ tutti i giorni, la laide Bassi, infilato il mio braccio, mi trascinò fuori, dicendo che io doveva recarmi a cena da lei. Mi lasciai condurre, e arrivammo tosto in una abitazione, quale io aveva immaginato. Era una immensa camera al pian terreno, che serviva a un tempo ◀di▶ cucina, ◀di▶ salotto da pranzo e ◀di▶ camera da letto. Una lunga tavola apparecchiata per metà con un cencio ◀di▶ tovaglia che portava l’impronta ◀di▶ un mese ◀di▶ servizio ; sull’altra metà stava un pajuolo assai lercio, nel quale si lavavano alcuni vasi ◀di▶ terra, rimasti là sin dal pranzo, che dovevan servire poi per la cena. Una sola candela ficcata nel collo ◀di▶ una bottiglia rotta rischiarava a mala pena lo stanzone ; e come non v’eran smoccolatoj, la brutta Bassi ne faceva le veci adoperando l’indice e il pollice e asciugandosi poi senza cerimonie le dita sulla tovaglia, dopo ◀di▶ aver gettato per terra la moccolaja. Un attore, servo della Compagnia, che portava lunghi mustacchi, a motivo delle parti ◀di▶ assassino e ◀di▶ ladro ch’egli recitava, servi un enorme piatto ◀di▶ carne riscaldata nuotante in mezzo a una quantità ◀di▶ poltiglia, a cui avevano affibbiato il nome ◀di▶ salsa ; e la famiglia affamata si mise a intingervi del pane che andava spezzando colle dita o coi denti, in mancanza ◀di▶ coltello e ◀di▶ forchetta. Un gran vaso ◀di▶ birra passava ◀di▶ convitato in convitato, e nel bel mezzo ◀di▶ questa miseria, si mostrava la gioja su tutti i volti ; il che faceva chiedere a me stesso, che cosa fosse davvero la felicità…. Come chiusa, l’attore-cuoco mise sulla tavola un secondo piatto, pieno ◀di▶ pezzi ◀di▶ porco fritto nella padella, che fu divorato in un fiat con grande avidità. Bassi si degnò ◀di▶ farmi prender parte a questo appetitosto banchetto, e glie ne fui tenuto ◀di▶ cuore. Mi fece poi brevemente la narrazione delle sue avventure, che eran quelle ◀di▶ un povero diavolo ; e fini col dirmi ch’egli andava a Venezia, ov’era sicuro ◀di▶ far fortuna nel carnovale. »
Povero Bassi !… Egli dava, quando poteva, un fiorino a ciaschedun attore : quando non poteva, accadeva la rivolta in Compagnia, e si doveva ricorrere ad espedienti più o meno decorosi per recitare, e per togliersi la fame.
La Compagnia era composta ◀di▶ 14 persone, compresa la famiglia Bassi, marito, moglie e una figlia ◀di▶ 13 in 14 anni ; e il più delle volte s’introitavano tre o quattro fiorini, non bastanti nè per l’orchestra, nè per l’illuminazione, per quanto, come si può credere, modestissime.
Nulla sappiamo degli attori, se non che ◀di▶ una servetta strasburghese e ◀di▶ un arlecchino, il suo amante, intorno ai quali i alla famiglia Bassi è nello stesso Casanova la descrizione ◀di▶ un’orgia schifosa al segno da far arrossire il più spregiudicato uomo del mondo.
Ma chi potevan essere questi Bassi ? Non certo alcuno menzionato nel dizionarietto del Bartoli, poichè Domenico era già morto nella primavera del 1774, cioè quindici anni prima dell’incontro ◀di▶ questo col Casanova ad Ausburgo : non la Marianna morta a venti anni. Se mai potrebbe cader dubbio sulla Gaetana, ma mi pare strano che il Bartoli, suo contemporaneo, non abbia fatto alcun cenno nè ◀di viaggi all’estero, nè della educazione ecclesiastica del marito Gaetano, nè della sciagurata figliuola.