Costantini Angelo. Figlio dei precedenti, nativo di▶ Verona, dopo ◀di▶ avere recitato in Italia le parti ◀di▶ Arlecchino, si recò a Parigi, chiamatovi per recitar alternativamente col famoso Biancolelli, ed esordì all’antico teatro italiano verso il 1682. Ma per non riuscire inutile a’suoi compagni (il Biancolelli non gli lasciava troppo il modo ◀di▶ mostrare il suo valore) pensò ◀di▶ rappresentar parti staccate, immaginando un nuovo tipo, mezzo avventuriere e mezzo servo, col quale si presentò l’ 11 ottobre 1683, nell’ Arlequin Prothée, recitandovi in francese sotto nome ◀di▶ Mezzettino, diminutivo ◀di▶ mezzetta, ossia mezza misura. Metto qui una incisione del Bonnart rappresentante Mezzettino boccale, ossia misura intera, generata, probabilmente, dal grande successo riportato dal Costantini, quando, sotto le spoglie ◀di▶ Arlecchino, morto il Biancolelli, continuò a recitare col nome ◀di▶ Mezzettino.
Il 26 dicembre dello stesso anno, recitò in italiano nel Banqueroutier la parte del Conte Constantin, cantando la canzone dell’ Usignuolo, che ricantò poi al suo riapparir sul teatro de’ Nuovi Comici Italiani nel 1729. Morto il Biancolelli, Angelo Costantini fu chiamato a sostituirlo ; e la sera del 1° settembre 1688, che fu la prima recita dopo la chiusura del teatro in segno ◀di▶ lutto pel perduto artista, egli in una scena preparata all’uopo ricevè da Colombina la maschera e l’abito ◀di▶ Arlecchino, non mutando però mai il suo nome ◀di▶ Mezzettino. È questa scena che ci descrive il Lichery nell’acquerello originale appartenente alla Biblioteca nazionale ◀di▶ Parigi, e che qui riproduco. (V. pag. 713).

Molto dispiacque al pubblico ◀di▶ vedere una maschera su la faccia piacevole, se bene alquanto bruna, del Costantini ; ma egli serbò il ruolo ◀di▶ Arlecchino sino al successo ◀di▶ un nuovo arrivato, il Gherardi, che lo sostituì, recitando sempre a viso scoperto, sino alla soppressione del teatro nel 1697 ; dopo ◀di▶ che fu obbligato a recarsi a Brunswick ov’ era una compagnia italiana, colla quale recitò il Mezzettino. Propostogli poi dal re ◀di▶ Polonia, Augusto I, Elettore ◀di▶ Sassonia, ◀di▶ entrare al suo servizio, e da lui invitato a formar per quella Corte una compagnia ◀di▶ attori assai completa così per le commedie come per le opere italiane, egli si recò nel ’98 a Parigi, e sì bene compiè la sua missione, che il re Augusto gli mandò un titolo ◀di▶ nobiltà, creandolo cameriere intimo e custode del suo tesoro privato. Un posto ◀di▶ tale specie parve dover assicurare la sorte ◀di▶ Mezzettino ; ma l’ardire ◀di▶ lui spinto talora alla impudenza, soprattutto con le donne, fe’ volger le sue mire su ◀di▶ una Dama ◀di▶ Corte, che il Re onorava del titolo ◀di▶ sua Favorita, alla quale con le richieste ◀di▶ amore proferì parole non contegnose all’indirizzo del Re. Offesa la dama ◀di▶ tanta audacia, la rivelò al Re, invitandolo eziandio a mettersi in un angolo riposto dell’appartamento, ◀di▶ dove avrebbe potuto ascoltar non veduto i discorsi ◀di▶ Mezzettino. E acconsentito il Re, e avuta certezza del tradimento, si slanciò sull’indegno con la spada sguainata per farne pronta vendetta : ma rientrato poi in sè stesso, lo fe’ arrestare e tradurre al Castello ◀di▶ Konigstein, dove stette rinchiuso per oltre venti anni, e donde uscì per intercessione ◀di▶ altra Dama, la quale, padrona dell’animo del Re, si fece da lui condurre al Castello. E visitata la prigione ov’era Mezzettino, questi con la barba lunga e incolta si gettò alle ginocchia ◀di▶ Augusto, che dopo tre mesi lo fece liberare, ordinandogli ◀di▶ lasciar Dresda e la Sassonia. Si recò allora il Costantini a Verona, sua città natale, ma voglioso ◀di▶ ricomparir su quelle scene ove tante volte aveva coll’arte sua trionfato, si restituì alla fine del 1728 a Parigi ; e fu ricevuto come un vecchio camerata alla Comedia italiana, ove riapparve il 5 febbraio 1729 nella ◀di▶ cui si spogliò a un cenno ◀di▶ Momo. In tal prologo, egli cantò rivolto al pubblico i seguenti versi, accompagnandosi colla chitarra :
Mézetin par d’heureux talensvoudroit vous satisfaire,quoqu’il soit depuis tre-long-tems,presque sexagénaire,il rajeunira de trente ans,s’il peut encor vous plaire.
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Foire S. Germain, rappresentata la prima volta il 1695. Per tal circostanza, Luigi Riccoboni detto Lelio, il direttore della Compagnia, compose un prologo in azione, nel quale avevan parte Momo, Arlecchino e Mezzettino in costume da vecchio,
Veramente in quel presque sexagénaire esiste una compatibile alterazione ◀di▶ cifra. Se il Costantini aveva quasi sessant’anni nel 1729, era dunque nato verso il 1670. Ma ecco un documento, dal quale apprendiamo come il Costantini con la moglie Annetta, il 1678 al servizio del Serenissimo ◀di▶ Parma Ranuccio Farnese, passasse per un anno a Venezia al servizio dell’Abate Grimani. Comunque fosse, dice il Mercure de France, che gli applausi in quella riapparizione furon frenetici, e che, nonostante l’aumento del doppio nei prezzi, il teatro non potè contenere tutto il pubblico che avrebbe voluto assistervi. Il 7 dello stesso mese, e commedia e prologo furon replicati con egual successo alla presenza della Duchessa ◀di▶ Bourbon. Riapparve poi il Costantini l’ 8 successivo nell’Amant Etourdi, commedia italiana, recitandovi la parte d’intrigante in francese, alla presenza della Duchessa ◀di▶ Maine ; il 12 nell’Arlequin dévaliseur de Maison, o les Fâcheux, commedia italiana in cui sostenne ancora la parte ◀di▶ un intrigante, e il 13 finalmente nell’Arlequin Empereur dans la lune, commedia dell’antico teatro recitata il 1684 la prima volta all’Hôtel de Bourgogne : nella quale lo stesso attore rappresentò una parte ◀di▶ furbo e una scena notturna con Arlecchino applauditissima. Fu questa l’ultima commedia in cui egli ebbe parte : e l’enorme successo annunciato dal Mercure de France non parve confermato da chi assistette a quelle rappresentazioni, dicendolo anzi, a cagione specialmente della tarda età, successo assai mediocre. Nè, a detta degli intelligenti, anche nel tempo della sua gran rinomanza, fu mai riguardato come attore ◀di▶ grandi pregi : e ai versi del La Fontaine che si leggon sotto al bel ritratto del De Troy (V. pag. 715), fatti probabilmente ad istanza ◀di▶ lui, il Gacon nel suo Poëte sans fard contrappose i due seguenti epigrammi riferiti dai fratelli Parfait (op. cit.) :
Sur le portrait de Mézetinun homme d’un goût assez fin,lisant l’éloge qu’on lui donned’être un si grand comédienque qui ne le voit, ne voit rien,et qu’on voit tout en sa personne,disoit : je ne vois pas qu’il soit si bon acteur ;il ne fait rien qui nous surprenne.Monsieur, lui dis-je alors, pour le tirer de peine,ne voyez vous pas bien qu’un discours si flatteurest un conte de la Fontaine ?Pour le portrait de Mézetin,La Fontaine a fait un sixain,— ou l’on voit cet acteur traité d’incomparable,si La Fontaine a cru la chose véritableje n’oserois le garantir :mais je sçai bien qu’étant fort porté pour la fable,il n’enrage pas pour mentir.
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Pochi giorni dopo la rappresentazione ◀di▶ Arlequin Empereur, Angelo Costantini riprese la via ◀di▶ Verona, ove morì alla fine dello stesso anno 1729, lasciando a Parigi assai più creditori che ammiratori.
Sua moglie, figlia ◀di▶ Angiola d’ Orso, esordì all’Hôtel de Bourgogne sotto il nome ◀di▶ Auretta, col quale sua madre salì in gran rinomanza ; ma non avendo incontrato il favore del pubblico passò a recitare in Germania.
Nacquer da tal matrimonio due figli : una femina, morta monaca a Chaumont, e un maschio, Gabriele Costantini, artista ◀di▶ molto valore per le parti ◀di▶ Arlecchino.
Dati i versi del La Fontaine, l’articolo incensatore del Mercure de France, e l’impiego alla Corte ◀di▶ Sassonia, dovè certo Angelo Costantini essere salito in grandissima fama, tale da essere dal Watteau ritratto in ogni maniera, e solo e in compagnia de’comici italiani, tra’quali il più delle volte occupa il primo posto. Così, nelle scene deliziose del Gillot, e in alcune del Bonnart che il lettore vedrà nel corso dell’opera riprodotte.

Il costume ◀di▶ Mezzettino – dice Riccoboni – trae la sua origine dai disegni ◀di▶ Callot (V. il Mezzettino dei Balli ◀di▶ Sfessania al nome ◀di▶ Antonazzoni) o dagli attori comici del teatro francese del 1632, Turlupin e Philipin, che vengon dalla stessa fonte. Se ne fecer corti i calzoni e lo si rese più grazioso, conservando solamente la qualità della stoffa a striscie ◀di▶ differenti colori. Il Sand assegnerebbe il rosso e il bianco. Quanto al carattere del personaggio, esso può dirsi una leggiera variante ◀di▶ quello dello Scapino e del Brighellla : servo intrigante, impiegato ognora nelle furberie e ne’travestimenti. Il Costantini l’andò poi allargando, rappresentando sotto quelle spoglie, come lo Sganarello nel teatro ◀di▶ Molière, parti ◀di▶ marito ingannatore o ingannato, talor servo ◀di▶ Ottavio, e talora ◀di▶ Cintio.
Maurizio Sand riferisce dai fratelli Parfait il seguente aneddoto, che traduco liberamente :
Avendo il Costantini dedicato una Commedia al Duca ◀di▶ Saint’Agnan, che pagava generosamente le dediche, si recò una mattina al suo palazzo per averne il dovuto compenso ; ma per poter giungere sino a lui, dovè promettere al guardaportone, al domestico, e al cameriere un terzo del premio che il Duca gli avrebbe dato. Giunto a lui davanti, gli presentò la commedia, pregandolo ◀di▶ dargli in compenso cento bastonate. La singolar domanda stupi il Duca, il quale volle saperne la ragione : e, dettagliela Mezzettino, egli rimproverò severamente i tre inservienti, e mandò cento luigi alla moglie Costantini che non aveva nulla promesso.
Di Angelo Costantini è nota la Vita ◀di▶ Scaramuccia, pubblicata a Parigi il m. dc. xcv. Evaristo Gherardi, il famoso Arlecchino, successor ◀di▶ Mezzettino, a cui dobbiamo esser grati della preziosa raccolta ◀di▶ tutte le scene rappresentate sul teatro italiano, biasima fieramente l’opera, siccome quella che tende a calunniare un incomparabile artista, mettendo sotto gli occhi del pubblico fatti non mai accaduti. Ma se il libro è detestabile, egli dice, ne va compatito l’autore, il quale ha dovuto uniformarsi, scrivendolo, alla capacità ◀di▶ colui che avrebbe dovuto metterci il suo nome come autore.
Nè ◀di▶ questa vanità ci sarebbe troppo da stupirsi, poichè con tutte le notizie raccolte sul conto del Costantini, non è difficile immaginare un siffatto tipo ◀di▶ ambizioso, che sapeva accoppiare un forte talento a una palese ciarlataneria.

Fu anche voce comune che la chiusura del Teatro italiano nel 1697 (ritratta dal Watteau in uno splendido quadro che riproduco dalla superba incisione originale del Jacob), dopo la quale egli dovette andarsene in Germania, si dovesse alle allusioni mordaci da lui fatte alla Maintenon nella rappresentazione della Fausse Prude ; dopo le quali, il signor D’ Argenson, luogotenente generale ◀di▶ polizia, il 4 maggio 1697, accompagnato da gran numero ◀di▶ commissarj, si recò alle 11 del mattino al Teatro dell’ Hôtel de Bourgogne, e fece apporre i suggelli su tutte le porte, non solo ◀di▶ strada, ma dei camerini degli attori, ai quali fu vietato ◀di▶ presentarsi per continuar gli spettacoli, non giudicando più Sua Maestà opportuno ◀di▶ ritenerli a’ suoi servigi.
Fra le tante versioni sul motivo della loro cacciata, vi è anche la seguente, che il Costantini stesso si affannò ◀di▶ raccontare al signor Gueullette. A quel tempo apparve in Olanda un romanzo intitolato La Fausse Prude : e si fe’ il diavolo a quattro per impedirne l’ingresso nel suolo francese. Fu tanto e così indemoniato il chiasso che se ne fece, che i commedianti italiani vollero approfittar ◀di▶ quel titolo per semplice ragione ◀di▶ réclame : e dovendo rappresentare La Finta Matrigna con nuova giunta ◀di▶ scene francesi del Fatouville, la chiamarono sugli avvisi ◀di▶ teatro La Fausse Prude. Quindi l’ordine ◀di▶ chiusura. È certo però che dietro il racconto del Costantini furon fatte in Olanda, e sempre indarno, tutte le possibili ricerche per aver notizia ◀di quel tal romanzo. Il che starebbe a provare, o farebbe almeno supporre, che il racconto del Costantini non fosse altro che una spiritosa invenzione per iscagionarsi della colpa che gli veniva attribuita.