Medebach (Metembach) Girolamo. Il più celebre capocomico del secolo xviii, che dovè gran parte della sua celebrità, se non tutta, a' vincoli artistici ch'egli ebbe con Carlo Goldoni, nacque a Roma nel 1706 circa da Giovanni Francesco, e gli furon messi i nomi di▶ Agostino, Raimondo, Girolamo. A tredici anni abbandonò Roma con una compagnia ◀di▶ attori, e l’autunno del 1739 fece la sua prima comparsa a Venezia, ove agiva la Compagnia ◀di▶ ballerini da corda e comici insieme, diretta da Gasparo Raffi, dal quale fu scritturato, e del quale, divenuto poi direttore della Compagnia, domandò in moglie ufficialmente, il 15 gennaio 1740, la figlia Angela, Teodora, Giovanna, lucchese, ◀di▶ circa diciassette anni, che trovavasi da pochi mesi a Venezia. Furon testimoni, fra gli altri, della domanda, il padre della sposa Gasparo Raffi del fu Lazzaro, romano, ◀di▶ quarantadue anni, l’attore Giuseppe Marliani, piacentino, zio della sposa (V.), esperto ballerino da corda, ed egregio Brighella, e i comici Gasparo Zorni ◀di▶ Gorizia, e Francesco Monti ◀di▶ Milano. Ma, o in questa domanda il Medebach ◀di▶ fronte alla giovinezza della sposa si è scemato gli anni, o il Bartoli, che glie ne dà novanta circa nel 1781, ha voluto esageratamente aumentarli. Il nome ◀di▶ Metembach, messo fra parentesi, trovo in una istanza a Sua Eccellenza il signor conte Cristiani, amministratore generale ◀di▶ Stato ◀di▶ Modena a dì 3 luglio 1748 :
Geronimo Metembach, e Gaspare Raffi, condutori ◀di▶ una Compagnia ◀di▶ comici e servidori umilissimi ◀di▶ Vostra Eccellenza. Ossequiosamente la suplicano, a degnarsi ◀di▶ concederle licenza per rappresentare nel corr.te estate un corso ◀di▶ Recite nel Teatro Rangoni che della Grazia etc.
E il permesso fu accordato. E la Compagnia vi recitò la prima volta, col Goldoni presente, la Vedova scaltra. Il 10 marzo era stata firmata fra l’autore e il capocomico la scrittura, in forza della quale doveva quegli scrivere otto commedie all’anno, e averne in compenso dal Medebach 450 ducati, con obbligo ◀di▶ seguir la Compagnia anche nelle città ◀di▶ terraferma. Pare che la Compagnia tornasse al Rangoni ◀di▶ Modena anche l’estate del '49. I patti ◀di▶ scrittura furon mantenuti da ambe le parti ; e se il buon successo delle commedie stabilì la fama dello scrittore, non meno formò la fortuna dell’ impresario. Il Medebach recitava in esse la parte ◀di▶ Ottavio, scritte a posta per lui. Fatto poi questi pubblicare dal Bettinelli il teatro ◀di▶ Goldoni, senza il ◀di▶ lui consenso, tanto egli se ne asprì che ruppe il contratto, passando a scrivere pel Teatro San Luca : e ciò fu al 15 febbraio del 1752. Ricorse allora il Medebach all’ opera dell’ Abate Pietro Chiari, il quale, se ben per nulla comparabile al Goldoni, ne fu tuttavia un formidabile antagonista. Alle ◀di▶ lui commedie romanzesche, salite alle stelle, altre non men romanzesche contrapponeva il Goldoni, come : La sposa persiana, Le Ircane, La Peruviana, La bella selvaggia ; a queste altre nuove e più romanzesche, o meglio, più ancor bislacche contrapponeva il Chiari ; e, tra' due litiganti, chi godeva era il solito terzo, che accumulava danaro. E il Medebach ebbe colla sua Compagnia luminosi successi dovunque ; e lo vediamo, partendosi da Milano, ove avea fatto il migliore degl’ incontri nell’ estate del '55, munito ◀di▶ Lettere-Patenti del Duca ◀di▶ Modena, Francesco III, dettate nella forma più larga e laudativa. Nel '61 gli venne a morte la moglie, e visse ◀di▶ tal perdita addoloratissimo per molti anni, passando poi a seconde nozze con la figlia del noto dottore Scalabrini ◀di▶ Bologna, che sopravvisse al marito, e che vediamo più tardi in Compagnia ◀di▶ Pietro Rosa. L'agosto del '62 fino a tutto il settembre recitò al Rangoni ◀di▶ Modena, d’onde dovea recarsi a Reggio per la fiera, invitatovi in nome del Capponi da Alessandro Frosini, che dice la Compagnia ◀di▶ lui, la migliore che si conosca. Partito quello stesso anno e quello stesso mese il Goldoni per Parigi, cessaron le gare poetiche ; e il Medebach per alcun tempo continuò a condur Compagnia con relativa fortuna. Lo rivediamo l’estate del '63, del '66 e del '74 in Milano, e al suo partirne, gli furon volta per volta rinnovate le Patenti del Duca. L'agosto del '70, nonostante il contratto già firmato, non andò più a Milano, ove con nuova deliberazione, fu abolita la stagione ◀di▶ prosa, per surrogarvi le opere buffe. Si recò invece a Modena ove ottenne il solito gran successo ; avendo seco il comico cantante, Sante Vitali, che sosteneva egregiamente le parti ◀di▶ Dottore, e che poco dopo il suo arrivo in Modena fu tocco d’apoplessia, e vi morì a trentotto anni. Ma recitandosi con buon successo le nuove traduzioni della Caminer al Sant’Angelo, e con immensa fortuna le imitazioni dallo spagnuolo ◀di▶ Carlo Gozzi al San Luca, il povero Medebach (recitava allora al San Gio. Grisostomo) n’ebbe in poco tempo deserto il teatro, e dovè ricorrere, l’autunno del 1772, a Maddalena Battaglia, prima donna allora ◀di▶ grandissima fama, che gli recò non comune sollievo, specialmente con le molte rappresentazioni della Semiramide ◀di▶ Voltaire. Sollievo effimero codesto ; dappoichè concesso ingiustamente il teatro alla stessa Battaglia, il Medebach, rassegnato, si rifugiò a quello ◀di▶ San Cassiano, dove le sorti non furon delle più prospere. Passò poi, o meglio, tornò al Sant’Angelo, partitosene il Lapy, e con miglior fortuna ; non tale però da non costringerlo il 1780 ad abbandonar quella Venezia, per la quale avea così indefessamente e onestamente lavorato, e cercar altrove con una Compagnia sociale, un qualche miglioramento alla sua condizione, divenuta omai delle più misere. Di lui scrisse Francesco Bartoli :
È stato il Medebach un esperto conduttore della sua Truppa, un eccellente recitante in que' suoi particolari caratteri ; ed ha saputo acquistarsi il concetto d’uomo ◀di▶ probità. Egli ha tollerato con pace la sua non cercata, e non meritata espulsione dal Teatro ◀di San Gio. Grisostomo procuratagli ingratamente da chi mai nol dovea. Egli, urbano con tutti, egli prudente e saggio, egli pietoso soccorritore delle miserie altrui, merita bene il nome d’uomo onorato, e rendesi degno della stima d’ognuno. Essendo egli poi stato l’unico movente, per cui l’Italia possa pregiarsi d’aver sortito anch' essa un Eccellente Poeta comico nel celebratissimo Goldoni, non avendo perciò da invidiare alla Francia il suo Molière, si viene per lui a stabilire un’ epoca considerabile nella storia del nostro Teatro.