Landi Luzio. Fiorentino, fu artista di▶ assai pregio per le parti comiche, fiorito al tempo in cui Goldoni era al soldo ◀di▶ Medebach. Furon scritte per lui le parti ◀di▶ Leandro nel Teatro comico, nella Gastalda, e in qualche altra commedia. Passò nel 1753 al Teatro S. Luca, e ci fa sapere il Bartoli che inaugurò le recite ◀di▶ quell’autunno col rappresentar bravamente il personaggio del signor Gio. Maria della Bragola. Sostenne le parti ◀di▶ Curcuma, ◀di▶ Donna Rosimena, ◀di▶ Donna Rosega e altre ancora, scritte a posta per lui dal Goldoni. Poco prima dell’autunno del '55, fuggì da Venezia colla moglie, mettendo lo scompiglio nella Compagnia, che non sapeva come sostituirli. E tal fatto mise innanzi al pubblico il Goldoni nella introduzione a quelle recite autunnali, che è nel tomo quinto del Nuovo teatro comico (Venezia, Pitteri, mdcci. viii).
Rimasto vedovo, il Landi passò a seconde nozze con un’attrice ◀di▶ merito per le commedie improvvise, ◀di▶ nome Assunta, senese, con la quale fu a Napoli, d’onde tornò poi in Lombardia nel '68, scritturato nella Compagnia ◀di▶ Pietro Rossi. L'anno seguente, fattosi capocomico, uccise nel teatro ◀di▶ Reggio l’apparatore Spisani, e fu messo in carcere, poi assolto, per constatata provocazione, come dai due documenti che trovo nell’Archivio ◀di▶ Modena.
Siamo riscontrati dal Giudice ◀di▶ Reggio, che nella sera de' 30 dello scorso novembre, restò gravemente ferito in rissa tra le scene ◀di▶ quel Teatro con colpo ◀di▶ Spada dal Comico Lucio Landi fiorentino Giuseppe Spisani Bolognese vomo al seruigio della Compagnia Comica, che attualmente sta in esso recitando ; e che nella sera de'5 corrente cessò ◀di▶ vivere. Il feritore trovasi in Carcere, e contro ◀di▶ Lui abbiamo ordinato allo stesso Giudice ◀di▶ sollecitamente proseguire il Processo con ogni rigore ◀di▶ giustizia, ed a norma delle Istruzioni dell’aula Criminale, per riferirne in seguito le risultanze.
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Con nostro ossequiatissimo Dispaccio de' 13 del prossimo passato Dicembre fu riscontrata Vostra Altezza Serenissima dell’ Omicidio commesso in Reggio dal Comico Lucio Landi, stato colà sin’ora carcerato, in persona ◀di▶ Giuseppe Spisani Bolognese Vomo al servigio della Compagnia Comica, che in allora recitava in quel Teatro, e ◀di▶ cui l’Omicida n’ è il Capo, viene in oggi d’essere dal Consiglio Criminale risoluta la ◀di▶ lui Causa colla decretata dichiarazione, che attese le circostanze concorse nel predetto Omicidio, e particolarmente la qualità del medesimo stato eseguito a propria necessaria difesa, debba rilasciarsi « ex quo satis » quindi secondo le provvidenze portate da' Sovrani regolamenti abbiamo ordinata la esecuzione dell’ anzidetto Decreto nell’ atto stesso, che ne facciamo il presente rispettabilissimo rapporto a Vostra Altezza Serenissima a disimpegno de' proprii nostri doveri.
Dice il Bartoli che la grazia gli venne dalle intercessioni della moglie. Nonostante l’ottenuta libertà, il Landi, aggiunge il Bartoli, non ebbe più buon successo negl’interessi suoi, e morì del '74 a Grosseto.
Viveva ancora nel 1782 la moglie « la quale – dice il Bartoli – ad una vita piena d’inerzia, decaduta quasi interamente dall’acquistatosi concetto, in compagnie ◀di niun valore andava passando con stento la propria vita. »