Bacci Paolo. Di civile famiglia bresciana, vinto dall’amore per l’arte drammatica vi si abbandonò tutto, diventando, circa il 1780, artista amoroso di▶ rari pregi. Fu nella Compagnia ◀di▶ Marta Coleoni e in quella ◀di▶ Antonio Goldoni, dalla quale poi passò col noto artista e capocomico Giacomo Dorati, scritturato per le parti ◀di▶ padre nobile e ◀di▶ tiranno, che sostenne, specie nelle tragedie del Pindemonte e dell’Alfieri, col plauso generale. Sposatosi all’attrice Luigia Miani, n’ ebbe due figliuole, dalle quali fu mantenuto in Brescia sino alla sua morte che accadde nel 1825, quand’egli aveva 67 anni.
La figlia maggiore, Giuseppina, sposata a un Ciabetti, attore mediocre, doventò la prima donna della Compagnia che suo marito formò nel 1835, e, specialmente nel Regno ◀di▶ Napoli, ebbe fama ◀di▶ attrice egregia ; l’altra, l’Elena, si fece conoscere, giovanissima, per buona servetta ; poi sposatasi al noto artista Nicola Medoni, divenne sotto a’suoi ammaestramenti prima donna ◀di▶ molto merito : morì in Genova a soli 35 anni.
Bacci Dario. Figlio ◀di▶ un impiegato alle poste, nacque in Firenze il 1818. Fu amoroso per vari anni della Compagnia Pisenti e Solmi, poi, nel ’41, ◀di▶ quella condotta e diretta da Camillo Ferri. Entrato nella stessa qualità coll’Amalia Pieri, si unì a lei in società nel 1844, formando una Compagnia ricca ◀di▶ ottimi elementi, ◀di▶ cui era direttore il noto artista Francesco Paladini.
Eccone l’elenco :
Paladini FrancescoPrimo attore e padreAntonio CasiglianiCaratteristaOdoardo VenturiniAltro padre e tirannoGiuseppe BeltramiGenerico dignitosoNicola PescatoriAlessandro FerroniGenericiAmalia PieriPrima attriceAngela Dal Buono FerroniMadre nobile e caratteristicaGiuditta FeoliAmorosaClotilde Sacchi-PaladiniServettaCarlotta BeltramiSeconda donnaCaterina RaftopuloCarolina PescatoriElena CristianiCarolina PaladiniGenericheAdele FeoliCarlotta RaftopuloParti ingenueDario BacciPrimo attor giovineAntonio ZanziAmorosoFrancesco ZocchiBrillanteGiuseppe FeoliSecondo caratteristaLeonardo RaftopuloAntonio BiasciGenerici
Facevano parte del repertorio le seguenti produzioni : Il Ventaglio – Un bicchier d’acqua – Trent’anni ◀di▶ vita ◀di▶ un giuocatore – Rosmunda – Le risa della disperazione – Caterina Howard – Giulietta e Romeo – Le Donne ◀di▶ buon umore – Saul – Il diplomatico senza saperlo – Il cieco e lo scultore – Luigi ◀di▶ Valois – Il progetto della strada ◀di▶ ferro, o sia la maniera ◀di▶ far fortuna, ecc.
Staccatosi poi il Bacci dalla società, e divenuto capocomico solo, si recò, dopo varie vicende, in Alessandria d’Egitto e al Cairo, ove si crede morisse poverissimo….
Bachino Gio. Maria, comico mantovano, il quale recitava nel 1620 sotto nome ◀di▶ Fortunio (assunto la prima volta da Rinaldo Petignoni de’ Gelosi) in una modesta Compagnia nei contorni ◀di▶ Cento, Modena, Finale o Carpi, nella quale era anche, non sappiamo se come semplice attore o capocomico, Flaminio, il celebre Gio. Paolo Fabbri, già vecchio, e probabilmente dalla sua professione ridotto a male. Pare che il Bachino fosse un innamorato co’ fiocchi, certo non ispregevole, se Pier Maria Cecchini lo proponeva per la sua compagnia al Duca ◀di▶ Mantova, e lo riteneva se non eguale, almeno ◀di▶ poco inferiore al grande Adriano, il Valerini (V. D’Ancona, Lettere ◀di▶ Comici italiani, ecc.). Il Bachino aveva la moglie che recitava le parti ◀di▶ Silvia, e che il Cecchini riteneva, per sentito dire, non ingrata. Questi, assieme a un Francesco bolognese, magnifico, a sua moglie Barzelletta, fantesca, e a un Gio. Serio Contrallo napoletano, furon proposti al Duca in sostituzione degli altri ◀di▶ Compagnia : gli Andreini, i Ricci, Garavini, Soldano, ecc., ecc., che per un po’ ◀di▶ pace dovevano andarsene. Non sapendo il Cecchini dove dar ◀di▶ capo, si volgeva alle Compagnie ◀di▶ poco conto per veder ◀di▶ stanare qualche buona promessa, e molto a ragione egli scriveva :
« Questi forniranno il n.°, et seràno ◀di▶ gusto, per quello che può essere in questo tempo, et forsi chi sa ? serà questa una prova per vedere se in conseguenza ◀di▶ tanti ciarlatani che sonno riusciti, vi potessero ancor capir questi, quali stano tra il comico et lo ciarlatano. »
Del resto al Cecchini poco premeva che il Duca accettasse la proposta dei comici. Quando tutti, tutti mancassero, concludeva, non rimarrà S. A. S. senza gusto, nè la città ◀di▶ Mantova senza comedie nove et ridicole, poichè qui vi sonno :
Magnifico : Piermaria.Dottor : Piermaria.Frittellino : Piermaria.Pipe Fiorentino : Piermaria.
Il che fa rimettere alla memoria quel tal comico che prima della distribuzione ◀di una commedia soleva dire : « se ghe xe un bel primo attor, lo fazo mi ; se ghe xe un bel caratterista, lo fazo mi ; se ghe xe un bel brillante, lo fazo mi ; se ghe xe un sbrufarisi (parte inconcludente) ti lo farà ti !!! »