Marchetti Angelo, di▶ famiglia lucchese, studiò pittura in patria, andando poi a perfezionarsi a Viareggio sotto due fratelli ◀di▶ sua madre, Emilia Rustici. Colà, entrato nella Società filodrammatica, esordì colla parte ◀di▶ Paolo in Francesca da Rimini del Pellico, e tale ne fu il successo che tutti lo consigliarono a gettare i pennelli per darsi all’arte del comico. Il nonno, contrarissimo sul mutamento, profittò della partenza ◀di▶ una tartana per Napoli, e v'imbarcò il nipote assieme a un altro giovane pittore, certo Prati. Non potendo sfogare in altro modo il suo fervore pe 'l teatro, si diede il Marchetti a declamar nelle società napoletane le poesie del Giusti e del Berchet, per le quali s’ebbe non so quanti giorni ◀di▶ carcere. Tutto intento nel pensiero del teatro, conobbe a Napoli varj comici, tra' quali Rafaele Negri, padre ◀di▶ Adelaide Falconi, del quale sposò più tardi l’altra figliuola Ergilda. Dopo alcune recite al Teatro Partenope, fu scritturato da Adamo Alberti a' Fiorentini, quale amoroso a vicenda con Luigi Monti, assumendo alla sua partenza il ruolo ◀di▶ primo attor giovine a fianco della Sadowski, della Cazzola, della Monti, ◀di▶ Taddei, ◀di▶ Alberti, ◀di▶ Bozzo, ◀di▶ Majeroni, ◀di▶ Tommaso Salvini, ◀di▶ Angelo Vestri, ◀di▶ Marchionni e ◀di▶ Virginia Marini, con la quale passò poi in Compagnia ◀di▶ Alessandro Monti. Quindi cominciò veramente a farsi popolare il nome ◀di▶ Angelo Marchetti, che fra le tante sue interpretazioni, ammiratissimo per castigatezza e slancio, diventò sorprendente in quella ◀di▶ Armando nella Signora dalle Camelie, colla quale, a fianco ◀di▶ Virginia Marini, il grande astro saliente, allora, formava il più bel duetto artistico che mai si potesse credere. Alla fine del carnovale del 1868 fu aggredito in Milano ; derubato dell’orologio e del portamonete, e minacciato ◀di▶ morte se avesse parlato. Affetto da vizio cardiaco, e ◀di▶ fibra singolarmente sensibile, ammalò poco dopo ; e, trasportato a Viareggio, quivi morì il 6 febbraio del 1869.

Sulla pietra che suggella il suo sepolcro nella cappella del Vecchio Camposanto, è la seguente epigrafe :
Qui presso all’avo ed al padre piangendo deposero le spoglie mortali ◀di▶ Angelo Marchetti della drammatica arte cultore egregio - Ergilda consorte, Alessandro fratello.
Il fratello Alessandro fu comico anch'esso, e anche capocomico solo e in società. Giovane colto, si adoperò con qualche suo scritto in pro dell’arte drammatica, alla quale, non ostante il posto che oggi occupa ◀di▶ rappresentante ◀di▶ una compagnia d’assicurazioni, è sempre legato ◀di vivissimo affetto.