Monti Luigi. Figlio del precedente e di▶ Giulia Alberti, nacque a Napoli del 1836. Esordì generico giovine in Compagnia ◀di▶ Alberti e Colomberti a' Fiorentini, e fu sì rapido il suo progredir nell’arte, mercè una naturale attitudine, ma più ancora lo studio indefesso, che nel '61 si recò a Brescia a raggiungervi la Compagnia Morelli, della quale era il nuovo primo attor giovine assoluto. Non andò lungo tempo ch' egli al fianco ◀di▶ Pia Marchi, fu proclamato il più grande de'nostri amorosi : chè se, forse, a lui mancarono gli slanci potenti della passione, ◀di▶ cui tanto ricco era il Lavaggi, nessuno mai potè agguagliarlo nè accostarglisi per la delicatezza del sentimento, la soavità della dizione, l’aristocrazia de'modi. La Fragilità e la Verità del Torelli, il Romanzo ◀di▶ un giovane povero del Feuillet, il Giovanni Baudry del Vacquerie, i Sogni d’amore dello Scribe, il Figlio ◀di▶ Giboyer ◀di▶ Augier, il Figlio naturale, il Demimonde e l’Amico delle donne ◀di▶ Dumas figlio, e altri molti lavori d’indole più disparata, uscivan dall’arte ◀di▶ Luigi Monti, ◀di▶ Pia Marchi, ◀di▶ Alamanno Morelli, trasfigurati. Stette Luigi Monti nove anni in quella compagnia, per assumere il ruolo ◀di▶ primo attore assoluto nella nuova società Pezzana, Romagnoli e Privato…. e, dopo un triennio, ◀di▶ primo attore e direttore nella Compagnia n. 2 ◀di▶ Fanny Sadowski. Fu a codest’epoca che Luigi Monti mise in iscena l’Amleto, nel quale si rivelò il più intelligente de'nostri artisti. Nell’interpretazione del Nerone ◀di▶ Pietro Cossa toccò le più alte cime, non ostante la esiguità della figura e della voce. Io, allora in sua compagnia, ricordo le magistrali interpretazioni de' Vassalli ◀di▶ Castelvecchio, del Duello ◀di▶ Muratori, dello Chatterton ◀di▶ De Vigny, allor vivi nel repertorio italiano per opera sua soltanto, e la Satira e Parini ◀di▶ L. Ferrari, in cui si mostrò fino agli ultimi anni protagonista insuperato. I nuovi lavori che accrebber nuove fronde alla sua ghirlanda, furono i Fourchambault ◀di▶ Augier, il Povero Piero ◀di▶ Cavallotti, e il Lantenac d’Interdonato. Fu poi capocomico con varia fortuna ; e, or è qualche anno, fu nominato direttore dell’ Accademia de' filodrammatici ◀di▶ Milano, non lasciando ogni tanto, ◀di▶ mostrarsi al pubblico sotto le spoglie ◀di▶ quei personaggi che più gli acquistaron fama ◀di▶ eletto artista.

Monti Alessandro. Figlio ◀di▶ comici, cominciò a farsi notare in Compagnia Alberti a Napoli l’anno 1848. Fu il '49 colla società Colomberti-Internari, nella quale si unì in matrimonio colla prima amorosa Cesira Longhi. Scioltasi la compagnia in Livorno per ragione ◀di▶ guerra nella primavera ◀di▶ quell’anno, il Monti si scritturò assieme alla moglie con Luigi Pezzana, recandosi in Grecia. Si unì poi in società col Meneghino Preda ; poi, abbandonato questi le scene, si fece capocomico solo, conducendo una compagnia, non primaria, ma che salì in grande rinomanza, per l’armonia artistica, l’allestimento scenico, la cura minuziosa con cui eran presentati certi drammi popolari, fra i quali Il gobbo misterioso, che procacciò al Monti guadagni non isperati. Non vecchio, si ritirò in Bologna godendosi tranquillamente il frutto del suo lavoro, insieme al figliuolo, divenuto medico de' più stimati. Quivi morì, assistito da'suoi, dopo lunga e penosa malattia ◀di cuore, il 29 maggio del '94.
