Afflisio (D’) Moreri Elisabetta, detta comunemente La Passalacqua. Figlia di▶ Alessandro d’Afflisio, diventò, sotto la sua direzione (Fr. Bartoli, op. cit.), comica valorosa così nelle commedie scritte, come in quelle all’improvviso. Fu anche danzatrice, musicista e schermitrice pregiata, secondo lo stesso Bartoli ; sebbene dalle memorie del Goldoni si rilevi come al proposito della rappresentazione dell’Assemblea letteraria, la sua voce fosse falsa, la sua maniera monotona, e la sua fisionomia smorfiosa. Quando dalla Compagnia Grimani uscì la vedova Casanova (V.), perdita considerevole per la Compagnia, la Passalacqua prese il suo posto, accettando anche ◀di▶ supplire nelle parti ◀di▶ cameriera. Visto che dal Goldoni poteva dipendere la sua maggiore o minor fortuna artistica, si diede a circondarlo ◀di▶ vezzi e ◀di▶ moine, mostrandoglisi gelosa ogniqualvolta le se ne offerisse l’occasione. E Goldoni fu preso all’amo, e divenne il suo amante…. (in accomandita col Vitalba) (V.) ; e scrisse per lei un intermezzo. Tutta questa scena d’amori, ◀di▶ gelosie, ◀di▶ perdoni, ◀di▶ abbandoni, descritta colla solita meravigliosa ingenuità dal Goldoni, volli tradurre quasi letteralmente in versi martelliani per la spigliatezza, che è nel 1° libro ◀di▶ monologhi. Delle corbellature della Passalacqua e del Vitalba, omai fatte pubbliche, Goldoni si vendicò aspramente nel Convitato ◀di▶ Pietra, mettendovi un pastore e una pastorella, che — son parole ◀di▶ Goldoni — assieme con D. Giovanni dovevano far riconoscere la Passalacqua, Goldoni e Vitalba, e mostrar sulla scena la mala condotta della prima, la buona fede del secondo e la scelleratezza del terzo. La Passalacqua, riconosciutasi nel personaggio, andò a lagnarsene dal Direttore e dal Grimani, invocando modificazioni, ma inutilmente : o rappresentar la parte come stava, o andarsene : e lei, furba, sbigottita dall’alternativa, si mostrò rassegnata, e accettò la parte, e la eseguì — dice Goldoni — a perfezione. Il che non impedì che al primo rimpasto della Compagnia, ella, con gran piacere del Goldoni, fosse licenziata. Nel 1744, trovandosi a Venezia nel Teatro ◀di▶ S. Luca, al servizio dei fratelli Vendramini, recitò con molto plauso la parte ◀di▶ protagonista nella tragedia ◀di▶ Vitturi veneziano : Berenice, Regina d’Armenia. Da Venezia passò a Modena nella primavera del medesimo anno ; e da Modena nel regno ◀di▶ Napoli, in Sicilia e altrove. Benedetto Croce (I teatri ◀di▶ Napoli. Napoli, Pierro, 1891, pag. 422) riporta l’elenco della Compagnia dei comici lombardi, che nel giugno del’47 Domenico Giannelli, il quale faceva i titoli delle recite del Costantini, offriva al Re ; e mette prima donna l’Elisabetta Passalacqua, e terza l’Elisabetta D’Afflisio, mentre è accertato non essere la Passalacqua fuorchè il soprannome ◀di▶ Elisabetta D’Afflisio. A Palermo, nel Teatro ◀di▶ S. Cecilia, cadde nell’eseguire un volo. Un ragguardevole personaggio le offrì allora ◀di▶ chiudersi iu un ritiro ; ma ella non volle abbandonare le scene. Tornata in Lombardia, dopo ◀di▶ avere recitato vari anni con poca fortuna, avanzando ella in età, e in lei scemando il valore, non trovò più chi la scritturasse, e dovè ritirarsi al Finale ◀di▶ Modena, ove morì poverissima nel’60 circa. Molto probabilmente era sua ava quella Elisabetta D’Afflisio che recitava a Venezia nel 1644 le parti ◀di▶ servetta e ◀di▶ contadina sotto il nome ◀di▶ Bettina (V. Sand, op. cit.) e suo nipote un Bartolommeo D’Afflisio che troviamo per le parti ◀di▶ padre nell’elenco della Compagnia diretta da Francesco Menichelli, della quale faceva parte il noto arlecchino Fortunati, l’anno 1795-96. È nello stesso elenco una Giuseppa Dafilisi, errore forse ◀di▶ stampa e forse moglie o figlia ◀di▶ Bartolommeo.
Il solerte Conte Paglicci-Brozzi mi comunica con l’usata gentilezza il seguente documento, tratto dall’Archivio ◀di▶ Stato ◀di▶ Milano (Spettacoli pubblici — Teatri Comuni — Parma) :
Elisabetta da Flisio (sic) detta la Passalacqua, supplica accordarli il teatro ◀di▶ Parma colla graziosa condizione accordata a Bartolo Ganascetti e Crosa (sic) Compagni.
S. E. fa rimettere al Direttore Camerale ◀di▶ Parma l’annesso memoriale ◀di▶ Elisabetta da Flisio detta la Passalacqua e lo fa rendere ad un tempo inteso ◀di▶ aver accordato a favore della compagnia ◀di detta Donna il teatro della suddetta città per il prossimo Carnevale, giusta il supplicato affinchè il mentovato Direttore dia le corrispondenti disposizioni.