Reiter Virginia. Modenese, figlia di▶ Carlo Reiterer e ◀di▶ Teresa Deodati nata Formiggini. Forse per brevità questi aveva mutato in quel ◀di▶ Reiter il nome ◀di▶ Reiterer, lasciatogli dal padre, tedesco, uno de' più fidati del Duca ◀di▶ Modena, dal quale anche fu mandato a Vienna con missioni segrete, e si dice vi accompagnasse il Conte Tarrabini, Ministro delle Finanze Estensi, in qualità d’interprete : nel 1859, fedele al Padrone nella prospera e nell’ avversa fortuna, seguì a Vienna il Duca, ed ivi morì nel 1880, d’anni 78, lasciando tra altri il figliuolo Carlo, padre della piccola Virginia, che educò alla Scuola ◀di▶ Carità dalle monache figlie ◀di▶ Gesù. La prima apparita sulla scena ella fece in convento. Entrata nella Società Cuore ed Arte, al momento della sua formazione, vi emerse in poco tempo, mostrando assai chiare attitudini alla scena : e fu gran ventura pei parenti ai quali non volgevan troppo al bene le cose, che Virginia potesse abbracciar l’arte drammatica : ciò fu il maggio dell’ '82 con Giovanni Emanuel, che le fu poi maestro, compagno, amico fino all’anno 1894. La Reiter, naturalmente, fu scritturata per parti ◀di▶ non grande importanza, ma con la speranza che potesse taluna volta ripiegar la prima attrice giovine Bianca Ferrari, ammalata. E alcuna volta, infatti, la sostituì, e, lei morta il marzo dell’ '83, ne prese il posto. Ebbe a prime attrici Adelina Marchi, la Papà, la Ruta, la Glech, la Marini : con questa trovò subito modo ◀di▶ uscire dallo stato ◀di▶ lieta promessa ; chè la rappresentazione ◀di▶ La figlia ◀di▶ Jefte ◀di▶ Cavallotti al Filodrammatico ◀di▶ Milano (7 aprile '86) consacrò l’artista valorosa, che, l’anno dopo, uscitane la Marini, diventò la prima attrice assoluta della Compagnia, alternando, e sempre con buon successo, Santarellina, Il Matrimonio ◀di▶ Figaro, La figlia ◀di▶ Jefte, con Frou-Frou, Demi-monde, Fedora, Signora dalle Camelie, Fernanda.

Staccatasi finalmente dall’Emanuel, diventò pel '94 la prima attrice assoluta della Compagnia Talli e Reinach, pel '95-96 ◀di▶ quella Andò e Leigheb ; poi formò Società con Pasta, per passar da ultimo capocomica assoluta : questa la cronaca artistica ◀di▶ Virginia Reiter. L'angusto spazio e l’indole ◀di▶ quest’opera non consentono che un breve e rapido giudizio dell’artista. Ma basti affermare ch'Ella per sue doti fisiche e intellettuali è noverata oggi fra le rare attrici ◀di▶ pregio intrinseco della nostra scena ◀di▶ prosa ; e ◀di▶ esse prima senza dubbio per la spontaneità doviziosa, direi quasi per la improvvisazione, specie negli scatti della passione caldissima, in cui forse la moltitudine non avverte alcune scorrettezze ◀di▶ forma lamentate dall’acume della critica. La sua voce metallica, estesa, capace delle melodie più soavi e più aspre e forti, afferra l’anima ◀di▶ chi ascolta. Nel suo riso squillante è una giocondità viva e sincera, nel suo pianto sono solchi profondi ◀di▶ dolore, strazi ◀di▶ anime, a cui si avvince la folla dominata. In quella bellissima faccia ebraica (sua madre era figlia del custode della Sinagoga ◀di▶ Modena, fatta cristiana quando si sposò) sfolgoran due occhi a mandorla, ricchi ◀di▶ fascino ineffabile ; tra le labbra tumide e procaci affaccian due file ◀di▶ perle grandi ed uguali che attraggono : se la parte inferiore della sua persona rispondesse armonicamente a quella ◀di▶ sopra, Ella sarebbe in ogni rispetto magnifica. Ho detto più sopra scorrettezze ◀di▶ forma. Avrei dovuto aggiungere : inevitabili in chi si abbandona con tutte le esuberanti doti dell’anima sua d’artista, senza lasciar tempo nè modo alla mente d’infrenarla e guidarla con lo studio paziente, profondo dell’analisi psicologica in ogni minima parte : a quell’abbandono ◀di▶ anima si accoppia naturalmente, nell’improvvisazione, quell’abbandono ◀di▶ persona che non può tenere l’artista inconsapevole dal mostrare alcuna volta quelle siffatte scorrettezze. Ma in ogni modo : com’ Ella riempie la scena ! Che anima ! Che vita ! Il pubblico, il quale, più del godimento intellettuale, si appaga ◀di▶ un godimento immediato che lo scuota là per là, è assai più soddisfatto davanti a codesta attrice, che ad altre, forse intellettualmente o artisticamente più…. come dire ?… elaborate. Oggi abbiamo il “emperamento artistico” : con queste due parole si scusan molte stramberie sulla scena. Se v'è temperamento artistico, non si può aver sempre lo spirito rispondente a ogni chiamata. Così : la tale attrice, che è un gran temperamento artistico, 'sta sera è stata fredda, perchè non ne aveva voglia ; ier sera fu arruffata, perchè era nervosa, e via ◀di▶ questo passo ; e beati coloro cui tocca ventura ◀di▶ assistere a una ◀di▶ quelle rappresentazioni, il cui temperamento artistico si esplichi in tutta la sua pienezza. In Virginia Reiter forse il temperamento artistico, propriamente detto, non c’ è : le analisi nevrotiche non son forse quel che più le si attaglia…. Se non avessi paura ◀di▶ essere frainteso, direi che Virginia Reiter non ha voluto abbandonar compiutamente la scuola ◀di▶ taluna che la precedette, nè accettar a occhi chiusi tutti i canoni, tal volta a base ◀di▶ oppio, dell’arte moderna…. Insomma : nella sua modernità c’è sempre della Virginia Marini. Ma la Reiter è la Reiter…. ; e, grazie a Dio (anche in ciò somiglia alla sua egregia antenata), non bisogna al povero pubblico ◀di▶ andarle a chiedere, prima ◀di▶ comperare il biglietto : « Scusi : 'sta sera, ne ha voglia ?… » Tra le produzioni nuove, o rinnovate, la cara artista ha dato l’anima a due : a Madame Sans-Gêne ◀di▶ Vittoriano Sardou, e a Messalina ◀di▶ Pietro Cossa.

Così, e assai bene, il mio Ugo De Amicis comincia uno studio sull’ arte della Reiter nell’interpretazione della prima :
Credo che se Sardou fosse un autore italiano il pubblico direbbe ch'egli ha scritto la Madame Sans-Gêne per la signora Reiter, ch'egli ha svolto così largamente il carattere ◀di▶ Caterina perchè l’illustre attrice, presentandosi nei diversi aspetti ◀di▶ questo personaggio storico, potesse in una sola parte spiegare tutte le sue doti ; e credo che chiunque avesse letta la commedia prima ◀di▶ vederla rappresentata e avesse voluto distribuire idealmente i ruoli, avrebbe scritto a fianco del nome della protagonista : Virginia Reiter. La parte è varia, complessa, multicolore come l’arte ◀di▶ chi la interpreta ; la parte non limita il vigore artistico dell’attrice, lascia che questa domini con tutta la sua originalità, con tutta la sua valentia.
Quanto alla seconda, a una mia dimanda Ella rispondeva :
Come studio ? A lungo e non poco…. qualunque sia il resultato dei miei studi. La Messalina ?… Dopo letto il lavoro ho voluto studiare il personaggio. L'ho ricercato nel testi classici e nei semi-storici o romanzeschi ; e così, a poco a poco, prima delle parole della parte, ho imparato a memoria, dirò così, una figura che mi pareva assomigliare alla Imperatrice romana.
Con questo corredo ◀di▶ preparazione ho ripreso, per poco, lo studio dei versi e poi le prove lentamente, tentando ◀di▶ dar vita a quella figura che sapevo e che…. il pubblico solo ora può dire in quanta parte ◀di▶ vero abbia reso.

Veramente, oggi che l’arte drammatica mostra ◀di▶ tendere alla radicale rinnovazione del dramma storico, mirando in ispecial modo alla ricostruzione fedele dell’ambiente, la Messalina ◀di▶ Pietro Cossa, che pur segnò al suo apparire un sì gran passo nel progresso della scena, non mi pareva tale da invogliare un’artista a infonderle nova vita. Nè tale mi pareva, anche, perchè trattavasi ◀di dramma storico, del quale abbiamo ancor nella mente e nel cuore il ricordo della interpretazione magnifica che ne diede la geniale trinità Marini-Tessero-Pezzana. Comunque sia, pare che la interprete moderna sia uscita degnamente dalla nuova battaglia.