Giovan Maria Romano. È ricordato da Carlo Trautmann nel suo eccellente studio sui comici italiani in Baviera, come artista, il quale, insieme a Silvestro Trevisano e a Barbetta Alessandro e figlio, andò a unirsi l’anno 1574 nel Castello di▶ Trausnitz presso Landshut, a due saltatori, che vi furon chiamati un anno prima, dopo la fuga ◀di▶ Massimo Trojano, il famoso cantante, suonatore e dilettante comico. È facile comprendere come il Giovan Maria e compagni nè si limitassero a’salti, nè al recitar commedie ; ma l’una e l’altra cosa legassero assieme, in modo da farne una sola…. Tutti i primi comici, sappiamo, furon mimi e suonatori e cantanti ; e l’agilità dei movimenti era tanto apprezzata, quanto la trovata ◀di▶ un motto arguto…. Lo stesso Fiorilli, il famoso Scaramuccia, è ricordato negli annali del teatro, con parole ◀di▶ alta ammirazione e ◀di▶ alto stupore ancor più per lo schiaffo ch’egli sapea dare col piede a ottantatrè anni, che per la prontezza e sottigliezza delle risposte. E giacchè si è nominato il Castello ◀di▶ Trausnitz, non è male metter qui, desumendole dal Trautmann, alcune parole sull’affluirvi de’nostri primi commedianti.
Nel febbraio del 1568, correva ovunque il fausto messaggio della promessa ◀di▶ matrimonio tra il principe imperiale Guglielmo e Renata ◀di▶ Lothringen. Alberto V aveva designato agli sposi, come residenza, Landshut, la primitiva residenza dei Duchi della Bassa Baviera ; una città, a detta del mercante Giorgio Huffnagel, più d’ogni altra attraente e per la gaiezza delle campagne, e per la ubertà del suolo e pel vino eccellente e pel grano e pel latte e per…. tutto. Dal giardino ◀di▶ Corte si sale su al Castello ◀di▶ Trausnitz, che il Principe, assieme a Federigo Sustris, un olandese ◀di▶ nascita, venuto a posta dall’Italia, ha con fine sentimento ◀di▶ arte ornato ◀di▶ quadri magnifici, vestendolo de’ più eleganti e civettuoli abiti della Renaissance italiana, e rendendolo così un luogo ◀di▶ delizie e ◀di▶ ricreazione : un incantevole rifugio, dove la natura e l’arte e il ricordo de’ tempi antichi avvincono fortemente il cuore del visitatore. Da un libro ◀di▶ note, fortunatamente conservato dell’anno 1575, sappiamo che al seguito della Duchessa ◀di▶ Lothringen, oltre a tagliatori ◀di▶ pietre preziose, orefici, pittori, sarti francesi, spagnoli e tedeschi, guardiani ◀di▶ leoni, domatori ◀di▶ leopardi, ecc., erano cantanti e musici. Le feste si succedevano alle feste. Giostre, tornei, accademie, giuochi ◀di▶ anelli, assalti a’ castelli ◀di▶ neve colle dame riccamente abbigliate alla turca…. e commedie. Ma le commedie erano allo stato primitivo, e noiose per giunta : si trattava ◀di▶ dialoghi più o meno pesanti scritti da poeti ◀di▶ città e rappresentati da scolari delle parrocchie ◀di▶ S. Martino e ◀di▶ S. Jobst, dinanzi ai quali la Corte era profondamente seccata. Benvenuti dunque gl’italiani : e i primi a mostrare la differenza grandissima tra quella loro pesantezza e la nostra vivacità furono Massimo Trojano, Orlando ◀di▶ Lasso e Battista Scolari. Massimo Trojano, quando appunto la commedia italiana pareva metter per opera ◀di▶ questi tre, intelligentissimi, radici solide e profonde nella Corte (si vuole che lo Scolari fosse uno Zanni perfetto), spirito bizzarro, irrequieto, indipendente, rimproverato da un collega in Landshut, il violinista italiano Battista Romano a cui doveva danaro, per la sua vita oziosa e sregolata, tócco nell’orgoglio, appostò un giorno l’odiato nemico, e lo freddò con un colpo ◀di▶ fucile. Datosi poi alla fuga, perseguitato, ricercato dalle genti del Duca, non sappiam più che sia ◀di▶ lui accaduto…. Troncata così colla esistenza in Corte ◀di▶ Massimo Trojano, la esistenza della buona commedia dell’arte, e omai non potendo nè sapendo più la Corte rinunciarvi, si ricorse ipso facto a’ comici mercenarj ; e data da questo punto la sfilata numerosa e non mai interrotta degli artisti italiani, che a coppia a coppia, per solito (un Magnifico, o Pantalone, e uno Zanni, ossia : un padrone e un servo), si recarono a quella Corte per rallegrare co’ dialoghi, colle canzoncine, cogl’istrumenti, colle capriole, quegli alti personaggi che ne andavan per la gran gioia in visibilio.
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Quanto alla paga annuale, sappiamo ◀di▶ due a cui furono assegnati 130 fiorini : al nutrimento, vestiario e alloggio provvedeva la Corte. Uno ◀di▶ essi era designato quale Zane il saltatore, l’altro, col suo vero nome ◀di▶ Venturino, che apparve già a Landshut nel 1572, e che sembra sostenesse collo Zanni Scolari, la parte del Magnifico. A questi si aggiunser poi e il Barbetta col suo ragazzo, e Silvestro, e Giovan Maria. Comprese le mogli ◀di▶ due ◀di▶ essi, ◀di▶ Giovan Maria, cioè, e ◀di▶ Venturino, e compreso Battista Scolari, la compagnia dunque si compose ◀di▶ cinque uomini, due donne e un ragazzo.
Ma le rappresentazioni non andavano troppo in lungo ; chè, nell’anno 1575, visto il dissesto nell’amministrazione ◀di▶ Corte (il giovane principe, non troppo misurato nelle spese, aveva già un debito ◀di▶ 229,375 fiorini), si determinò ◀di▶ licenziare 51 persone del seguito, fra le quali e i nostri saltatori e lo stesso Scolari : e con essi probabilmente se ne andò gran parte della vita gaja e gioconda ◀di▶ Trausnitz. Fu l’anno dopo, 1576, che il Duca, forse a perenne ricordo ◀di▶ quella giocondità, omai dileguata per sempre, fece istoriare il soffitto della camera da letto, ◀di▶ cui diamo un saggio nella qui unita tavola colorata, e la grande Scala dei buffoni (Narrentreppe) con le più comiche e svariate scene della commedia dell’arte ; e ◀di▶ quella probabilmente rappresentata da Orlando ◀di Lasso, da Giovan Battista Scolari e da Massimo Trojano, della quale ci ha lasciato quest’ultimo in un suo dialogo la descrizione particolareggiata.