Barsi Pietro. Attore egregio per le parti di▶ caratterista, nacque a Firenze il 29 aprile del 1828. Adolescente, ogni qualvolta gli veniva fatto ◀di▶ raccapezzar qualche soldo coll’arte sua (dopo tante e diverse prove, s’era dato definitivamente all’oreficeria), si recava co’suoi al teatro della commedia, alla quale si sentiva inconsciamente attratto, sin da quando, bambino, sentì recitare al teatro della Piazza Vecchia, ora distrutto, il rinomato stenterello Amato Ricci. La prima impressione veramente artistica ricevette una sera dell’Avvento al Teatro del Cocomero, oggi Niccolini, in cui il celebre Taddei rappresentava il Barbiere ◀di▶ Gheldria dell’Avelloni (V.). Giunto a una certa età, accettò ◀di▶ far parte ◀di▶ una accolta ◀di▶ dilettanti, esordendo a Rovezzano, villaggio a due miglia da Firenze fuor ◀di▶ Porta alla Croce colla parte ◀di▶ Sbirro nella Ginevra degli Amieri. Egli stesso racconta che la soggezione e l’emozione lo paralizzarono per modo, che la sua voce non arrivò a’suonatori ◀di▶ orchestra. Il’48 troncò d’un colpo quei primi passi della sua carriera artistica ; ma tornato ◀di▶ Roma, e recitata in Montedomini la parte ◀di▶ Egherton nell’Orfanella della Svizzera con successo ◀di▶ applausi, determinò ◀di▶ darsi intero all’arte, scritturandosi con Lorenzo Cannelli, stenterello, e da questo passando con Raffaello Landini, stenterello anch’esso, col quale stette a recitare, prima a intervalli, poi (quaresima del’61 al ’63) stabilmente con sua moglie Cesira. Il ’64 fu diviso tra la scena (con Carolina Santoni, celebrità allora al tramonto, e con Lodovico Corsini, altro stenterello) e il Pontevecchio, ove la necessità l’aveva ricondotto. Si scritturò il ’65 con Michele Sivori ; e morto il caratterista Bottazzi, egli fu, ◀di▶ sorpresa, obbligato a sostenerne le parti.


Ma neanche il successo ◀di▶ Roma (all’Anfiteatro Corea) fissò la sua carriera, sempre interrotta ; tanto che tornato a Firenze, dovette restituirsi all’antico asilo, alternando i lavori dell’oreficeria con rappresentazioni or al fianco ◀di▶ Papadopoli, or ◀di▶ Adalgisa Stacchini Santucci, or ◀di▶ Laura Bon.
Fu dal ’67 al ’71 con Luigi Pezzana, il ’71 e ’72 con Francesco Sterni, per passare finalmente la quaresima del ’73 con Giuseppe Pietriboni, col quale stette sino a tutto il carnevale del ’94. Questi ventun anni lo compensaron davvero della travagliosa e dura vita ch’ egli aveva fatto peregrinando ◀di▶ Compagnia in Compagnia, ◀di▶ ristrettezze in ristrettezze, specialmente nella Compagnia precedente con Sterni solo, prima, poi con Sterni e Rescalli. Pietro Barsi, artista dei più coscienziosi, dotato ◀di▶ una memoria ferrea e ◀di▶ un fisico, per le parti ◀di▶ caratterista, più unico che raro, intelligente, studioso, modesto, potè ◀di▶ punto in bianco acquistarsi la benevolenza de’pubblici meno indulgenti, come quello del Teatro Manzoni ◀di▶ Milano ; dove, specialmente nel repertorio Goldoniano, fu annoverato, e a ragione, tra’ buoni artisti. La Compagnia ◀di▶ Giuseppe Pietriboni continuò per anni e anni la sua marcia trionfale ; e coll’intelligenza e la solerte cura del Capocomico e Direttore si era acquistata il titolo ◀di▶ Compagnia-modello. Pietro Barsi ne fu uno de’migliori ornamenti ; e se bene a lui si potessero spesso rimproverare alcuni difetti ◀di▶ pronuncia e ◀di▶ cadenza che gli venivano dal paese natale, e fors’anche dalle Compagnie in cui militò più anni, non si potevano in lui non riconoscere molte e pregevoli qualità ◀di▶ artista, fra le quali, prima ◀di▶ tutte forse, lo studio del vero. L’Alberto Pregalli, I Fourchambault, I Borghesi ◀di▶ Pontarcy, I nostri buoni villici, Goldoni e le sue sedici commedie lo hanno collocato tra i migliori caratteristi del teatro italiano.
Barsi Giuseppe figlio del precedente. Compiuto regolarmente il corso ◀di▶ studi alla R. Scuola ◀di▶ recitazione ◀di▶ Firenze, si diede all’ arte (alla quale mostrò non poche attitudini) esordendo con Giuseppe Pietriboni in Compagnia ◀di▶ suo padre. Attore spigliato, studioso, appassionato, fu accolto in varie buone compagnie per le parti ◀di brillante, che anche oggi sostiene con molto garbo.