CAPO X.
Ultima Epoca della Tragedia Greca.
Fra più insigni coltivatori della tragica poesia greca conteremmo un altro
pellegrino ingegno atto ad arricchirla di▶ nuove meraviglie, se continuato
avesse ad esercitarvisi il divino Platone. Egli secondo Eliano prima ◀di▶
tutto dedicarsi alla filosofia scrisse tre tragedie e une favola satiresca,
per
concorrere con una tetralogia nel certame
tragicoa. Non pertanto delle ◀di▶ lui tragedie si racconta, che
Socrate dopo averle ascoltate gl’insinuò ◀di▶ bruciarle, dicendo:
Questo Platone ha bisogno del l’opera tua, o Vulcano.
Prima ◀di▶ consacrarsi totalmente al l’eloquenza oratoria il celebre Isocrate pure si provò nella poesia tragica. Il retore Melito nemico ◀di▶ Socrate coltivò parimente la tragedia. L’oratore Teodette, il quale con Teopompo e Naucrite concorse nel certame panegirico instituito da Artemisia in onor ◀di▶ Mausolo, compose fralle altre una tragedia bene applaudita intitolata Mausolo, la quale a tempi ◀di▶ Aulo Gellio ancora si leggeva.
Altri tragici ◀di▶ nome fiorirono altresì o poco innanzi o intorno al tempo stesso de’ tre prelodati corifei. Si segnalarono in tal carriera in Atene Platina, due Carcini, un altro Euripide cui Snida attribuisce dieci favole, con due delle quali riportò la tragica corona. Fuvvi parimente un ◀di▶ lui nipote del l’istesso nome che si esercitò in tal carriera. Ad un Alceo tragico si attribuisce la favola Cœlum, se è vero che sia stata tragedia, come la chiama Macrobio che ne rapporta tre versia. Giulio Polluce parla della favola Endimione, ma non si sa a quale ◀di▶ questi due ultimi Euripidi appartenga. Contemporaneo del l’insigne tragico ◀di▶ Salamina fu tra gli altri Senocle, il quale ne’ Giuochi Olimpici superò Euripide colle tragedie Edipo, Licaone, Bacchide e col dramma satirico Atamante. Intorno al medesimo tempo vissero Euforione, e Bione ed Agatone scrittore tragico e comico, onorato del l’amicizia ◀di▶ Platone. Che che ◀di▶ lui motteggi Aristofane nelle Tesmoforie, è certo che Aristotile nella Poetica celebra la tragedia ◀di▶ Agatone intitolata Αιθος, il Fiore, nella quale i nomi e le cose erano tutte inventate dal poeta, e non già tratte dalla storia o dalle favolea.
Eraclide Pontico, ◀di▶ cui Laerzio ha descritta la vita, coltivò le muse; ed Aristosseno afferma che avea Pontico composto alcune tragedie che volle pubblicare sotto il nome ◀di▶ Tespi. Dicesi che era uno scrittore capriccioso che talvolta attribuiva ad altri le proprie produzioni, e talvolta si appropriava le altrui, cioè quelle ◀di▶ Omero ◀di▶ Esiodo, della qual cosa viene da Camaleone incolpato. Acheo Siracusano anche poeta tragico compose dieci tragedie, tralle quali l’Etone dramma satirico, dal quale si vuole che Euripide tirasse il concetto del proprio verso,
Saturis Venus adest, non iis quos premit fames.
Empedocle celebre Pitagorico Agrigentino e poeta fisico rinomato, scrisse ventiquattro tragediea. Dionisio il maggiore tiranno siracusano compose varie favole tragiche che niuno volle con lui tener per buone. Il celebre Dione cognato de i due Dionisii coltivò pure la poesia tragica. Mamerco tiranno ◀di▶ Catania più ◀di▶ una volta contendendo co’ poeti della Grecia orientale riportò qualche tragica coronab.
A’ tempi ◀di▶ Tolomeo Filadelfo spiccarono nella poesia tragica sette scrittori celebrati sotto lo specioso titolo ◀di▶ Plejade diversa in parte da un’ altra Plejade mentovata da Isacco Tzeze composta ◀di▶ poeti ◀di▶ varii generi. Secondo Efestione la Plejade Tragica si componeva ◀di▶ Omero il giovane figlio ◀di▶ Mira poetessa Bizantina, ◀di▶ Sositeo, ◀di▶ Alessandro, Anantiade, Sosifane, Filisco e Licofrone. quest’ultimo è il più noto per l’erudito quanto oscuro poema ◀di▶ Cassandra, e per le varie tragedie, delle quali se ne trovano venti rammentate da Suida. Tra esse nominansi due Edipi, Andromeda, Iceta, Ippolito, Cassandride, Penteo, Pelopida, Telegono. Mori questo poeta trafitto da un colpo ◀di▶ freccia, siccome appare da versi ◀di▶ Ovidio in Ibin,
Utque cothurnatum periisse Locophrona narrant,Haereat in fibris missa sagitta tuisa.
Il celebre Callimaco Cirenese autore degl’inni ed epigrammi e ◀di▶ altri pregevoli lavori poetici, dee contarsi ben anche tra coloro che si distinsero nella poesia rappresentativa e specialmente nella tragica sotto Tolomeo Filadelfo fino al l’Evergete che cominciò a regnare l’anno secondo del l’olimpiade CXXVII. Suida tralle poesie ◀di▶ Callimaco rammemora drammi satirici, tragedie e commedie. Debbesi al medesimo poeta la cura ◀di▶ descrivere i poeti drammatici cronologicamente sin dal loro principio. Nuova rinomanza ha questo poeta acquistata a’ giorni nostri per l’elegante versione fatta delle sue poesie dal chiarissimo Giuseppe Maria Pagnini Escarmelitano che oggi ha ripigliato l’antico nome ◀di▶ Luc’Antonio e presiede al l’Accademia Imperiale in Pisa. La ◀di▶ lui eccellente edizione col testo si esegui nel 1792 in Parma con i caratteri del riputato Giambattista. Bodoni.
Declinando l’età e la sorte delle città Greche, non solo da quelle regioni
mai più non uscirono Euripidi o Sofocli o Eschili, ma per una specie ◀di▶
fatalità gli scritti de’ più rinomati drammatici ◀di▶ quelle contrade piene ◀di▶
gusto e d’ingegno furono consegnate alle fiamme. Ecco come ne favellò
presso l’Alcionio Giovanni Medici essendo
cardinale:
Sovviemmi ◀di▶ avere nella mia fanciullezza udito da
Demetrio Calcondila peritissimo delle Greche cose, che i Preti Greci
ebbero sventuratamente tanto ◀di▶ credito e tale autorità presso i Cesari
Bizantini che per ◀di▶ loro favore ebbero la libertà ◀di▶ bruciar la maggior
parte degli antichi poeti, e specialmente quelli che parlavano ◀di▶ amori;
alla qual disgrazia soggiacquero le favole ◀di▶ Menandro, Difilo,
Apollodoro, Filemone, Alesside. Per la qual cosa fu mestieri per
istruire la gioventù in difetto de’ mentovati e ◀di▶ altri sostituire i
poemi ◀di▶ san Gregorio Nazianzeno, i quali comechè utilissimi fossero per
infiammare i cristiani ad un più fervoroso culto della religione, erano
però ben lontani dal l’ispirar l’atticismo e l’eleganza ed il gusto
della Greca favella.
Nel quarto secolo si compose la nota tragedia sacra intitolata Cristo paziente, la quale per più secoli si attribui al prelodato san Gregorio, e ne’ tempi più a noi vicini ad Apollinare seniore Alessandrino, scrittori che principalmente fiorirono sotto Giuliano Apostata. Questo Apollinare oltre alla nominata tragedia espose sulle scene altri fatti del Vecchio Testamento imitando Euripide, e scrisse ancora commedie sulle tracce delle favole ◀di▶ Menandroa.
Si corruppe finalmente la Greca lingua, e se più tardi in que’ paesi si scrisse alcuna favola drammatica, fu dettata nel Greco moderno. Leone Allacei nella Diatriba de Georgiis presso la Bliblioteca Greca ◀di▶ Alberto Fabrizio mentova Giorgio Cortazio Cretese, il quale nel corrotto greco idioma scrisse in verso una tragedia intitolata Erofila elegante per quanto comporta l’odierno linguaggio delle Grecia serva, e l’unica che abbia meritato ne’ bassi tempi ◀di▶ esser letta e pregiata