Pieri Francesco, romano, figlio di onesti parenti, fu, nella prima giovinezza proto di stamperia. Stanco dell’ arte sua, abbandonò la terra natale, e dopo alcune vicende si aggregò a una Compagnia comica di secondo ordine, recitandovi le parti di tiranno. Fu con tale ruolo socio di varj nelle imprese, finchè, impinguatosi alquanto, passò a quello di caratterista, scritturato nella Compagnia Bianchi e Paganini. Fu in processo di tempo socio della Belloni e del▶ Previtali ; poi di nuovo scritturato dal Pani e dal Raftopulo. Tornò col Pani il '23, fece società il '24 con Nicola Vedova, e divenne poi conduttore di Compagnia egli stesso, che tenne fino alla sua morte.
Il Pieri fu coetaneo ◀del▶ Pertica e ◀del▶ Vestri : nonostante, mercè l’ ingegno svegliato, la voce armoniosa, la fisionomia aperta, la figura adatta al suo ruolo, fu uno de' più reputati caratteristi ◀del▶ suo tempo.
Le commedie : La Riconciliazione fraterna (dal tedesco), La Bottega ◀del▶ Caffè, Il Burbero benefico, Il Poeta fanatico, Il Barbiere di Gheldria, e altre molte ebbero in lui un interprete valoroso.
Al Teatro Nuovo di Firenze, nel carnovale ◀del▶ 1834, entrato appena fra le quinte dopo una scena delle Donne Curiose ◀del Goldoni, fu colto da apoplessia fulminante, che in poche ore lo condusse al sepolcro.