Majone Domenico. Una delle più forti speranze del nostro teatro di prosa, dileguata improvvisamente dopo soli dieci anni di vita artistica. Povero e caro Mimì ! Era nato il 2 febbraio 1844 a Napoli da Giuseppe Majone e da Rosa Demiccolis. Se ben compiuto gli studi legali, ebbe amore profondo, radicato pel teatro, al quale avrebbe voluto sagrificare codici e pandette. Ma il padre vi si opponeva recisamente. Venuta al Fondo la Ristori, ed ammalatosi l’amoroso della compagnia, il Majone, dilettante egregio, andò a sostituirlo sotto nome di Morandini. Morto il padre nel febbraio del '62, egli entrò di punto in bianco primo amoroso ai Fiorentini di Napoli, dove, mercè gli ammaestramenti del Taddei, dell’ Alberti, del Salvini, della Cazzola, della Pezzana, della Marini, salì a tal grado d’arte, che la quaresima del '70 partiva con la madre per Cremona a raggiunger la Compagnia di Alamanno Morelli, della quale egli era il primo attore assoluto. Due anni di arte, due anni di trionfo ! Nella Signora dalle Camelie, nell’ Onore della famiglia, nel Falconiere, nella Suonatrice d’arpa, ecc., mostrò a quale altezza avrebbe potuto salire : s’ebbe onori e lodi dai critici migliori, e Paolo Ferrari, Filippi, Arbib, dichiararon riserbato per lui il posto di Tommaso Salvini. E tante speranze, tanti bei sogni distrutti d’improvviso a soli ventotto anni. Assalito fieramente da febbre miliare, la mattina del 30 novembre 1872, rendeva l’anima al Signore.

Domenico Majone aveva soavissima l’indole, che gli traspariva in tutti i lineamenti della faccia. Di forme più tosto erculee, se ben corto di braccia, male gli si attagliavano le parti sdolcinate. In quelle che richiedevano accenti di passione gagliarda era artista de' più forti.