Salimbeni Girolamo, di Firenze. Rinomatissimo per le parti di vecchio fiorentino sotto il nome di Zanobio e di Piombino, appartenne alla famosa Compagnia de' Comici Gelosi citata dall’Andreini (Rag. XIV), e lo vediamo il 1593 a Genova. (V. Balestri), e il 1594 a Firenze, come da una sua lettera in data dell’ 8 dicembre al cav. Biagio Pignatta, pubblicata dal Neri nel F. d. D. del 4 aprile 1886, nella quale discorre di certa porta del teatro che dava sulla strada, e che non ostante la promessa di esso Pignatta di farla murare per evitar danni alla Compagnia, gli fu ordinato dal signor Alessandro Barberino di tenerla aperta. Sì dalla▶ istanza del 1593, scritta di pugno del Fabbri (V.), ma oltre che dagli altri sottoscritta dal Salimbeni per sè e per gli assenti, sì dal tenore di questa lettera dettata a nome della Compagnia, il Neri ne lo ritiene (e io con lui) in conto di Capo.
Nella supplica del 1593 al Senato di Genova egli si firma Salimbeni detto piombino : qui, Salimbeni detto piombo.
Andreini dice di lui nel citato Ragionamento : « Girolamo Salimbeni da Fiorenza, che faceva da vecchio fiorentino detto Zanobio, e da Piombino. » Fr. Bartoli, che aveva letto male, commentò : « Zanobio nativo di Piombino luogo della Toscana. » E molti lo seguirono ; ma io credo sia evidente trattarsi dell’appellativo di un tipo speciale di vecchio servo, derivato forse dal modo pesante di muoversi e discorrere, come il Succianespole negl’ Innamorati di Goldoni, il Pizzuga nella Villana di Lamporecchio di Del Buono, e altri moltissimi di simil genere. Il Salimbeni dovè certo acquistarsi buona rinomanza in questa parte : e vediam del 1608 a Fontainebleau il Delfino dar per parola d’ordine agli esenti ◀dalla guardia il nome de'migliori personaggi della Compagnia italiana ; oggi Frittellino, domani Pantalone, posdomani Cola, e tre giorni dopo Piombino, e dopo ancora Stefanello (V. Baschet, op. cit.).