Afflisio (D’) Matteo. Lo troviamo fra i Cavalieri napoletani che l’ultimo sabato di Carnovale del 1629 recitarono la commedia di Alfonso Torello I figli ritrovati (Napoli, presso Egidio Longo, 1629). A lui fu affidato il prologo e uno dei servi, in compagnia di Geronimo Pescara. La commedia fu recitata a spese del Vicerè, con « superbissimo apparato, » e per dare un’idea del soggetto di essa, ecco le ultime parole del prologo :
Prendete, o miei compagni, e vigore et ardire da così lieto augurio, discacciate dal▶ petto ogni timore c’havete di comparire in iscena, chè il nostro eccelso Duca darà spirito alle voci, animo ai cori ; e voi, Dame pietose, l’ascoltar non v’affligga già i lamenti di padri sconsolati di tre dispersi figli, che, fra poche hore, li vedrete lieti coi figli ritrovati ; e voi, giovani amanti, non inasprischino le vostre piaghe l’udir i mesti accenti e gli ardenti sospiri d’amanti disprezzati ; ma prendete speranza d’esser un di felici, col vedergli fra poco contenti, e riamati, e fra la pietà e il dolore vi trattenghino lieti le bravure d’un capitano, l’astutie d’un Ragazzotto, gl’intrichi di due servi, l’innamoramenti di tre vecchi, e le facetie di un Napoletano.
Del D’Afflisio, non comico di professione, avrei dovuto tacermi ; ma ho voluto per questo solo fare eccezione, poichè il suo nome potrebbe far supporre esser lui della famiglia di Elisabetta D’Afflisio, che (V. Fr. Bartoli, op. cit.) ◀dal Padre Alessandro, di cui non ho trovato traccia, aveva appreso l’arte del recitare.