Cicuzzi-Marchesini Regina. Fu attrice di grandissimi pregi per ogni genere di parti. Rappresentasse una serva o una regina, una contadina o una dama, vestiva sempre il personaggio con▶ tale spontaneità e ◀con▶ tal verità che potè esser sempre annoverata fra le più forti attrici d’Italia. Fra le parti che ella recitò ◀con▶ singolar valore, Fr. Bartoli cita le protagoniste nella Ipermestra del conte Girolamo Pompei e nell’Arsene del Bevilacqua, da lei create e più volte replicate all’Arena di Verona nell’estate del 1767. I suoi primi passi nell’arte fece ◀con▶ Gabriele Costantini. Fu poi ◀con▶ Antonio Sacco, dal quale dice il Gozzi (Mem. II) per non essere gran cosa grata al Pubblico di Venezia, ◀con▶ tutto il di lei valore fu licenziata. Fu ◀con▶ Onofrio Paganini e ◀con▶ Pietro Rossi ; poi tornò col Sacco, ◀con▶ cui stette un triennio ; poi, alternativamente, ancora col Rossi, e ◀con▶ Pietro Rosa. Ebbe tre mariti, uno dei quali, il secondo, a noi sconosciuto. Gli altri due furono : il Cicuzzi, di Brindisi (il Gozzi lo chiama Cicucci), col nome del quale fu celebrata la Regina, e Giovanni Marchesini, pittor teatrale, figlio di Antonio Maschesini attore e capocomico. Toltosi il Rossi dall’arte, ella recitò alcun tempo col genero di lui, Luigi Perelli ; si fermò a Bologna assieme al marito e alla figlia ◀con l’intenzione di lasciar per sempre le scene ; alle quali poi pare tornasse dopo un solo anno, scritturata nella Compagnia di Francesco Paganini.
(1897)
I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia
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