Ghirlanda Annina. Artista pregiata per le parti di prima
donna, non sappiam dire se moglie o figliuola del precedente,
recitava la quadragesima del ’32 a Livorno nell’ I.
e R. Teatro Carlo Lodovico ; nel qual tempo le fu dedicato da A. C. (Angelo Consigli ?)
il seguente sonetto :
Giagnoni Domenico, attore brillante de’ più vivaci e
garbati, nato a Cecina (Pisa) il 27 giugno 1846, da Bartolomeo e da Pini Aurora, morì a
Porta al Borgo, comune di Pistoia, di Émbolo, il 7 agosto 1883,
compianto da quanti lo conobbero. Sul feretro, Giovanni Procacci lesse le seguenti
parole, che dicon chiaro e bene le lodi del povero morto :
Spesso, ahi troppo spesso, ebbi a dire l’ultime parole d’addio sul feretro di
carissimi amici ; ma non fu mai pietà simile a questa.
Dopo i felici studi de’ tuoi primi anni e le alate speranze che li accompagnavano ;
dopo il getto magnanimo che tu facesti d’ogni grado accademico per abbracciarti alla
grande e funesta Deità dell’arte ; dopo aver lietamente sostenute le ansie e le
privazioni a cui essa sottopone i suoi devoti, mirarti oggi, o amico dolcissimo,
nell’età che suole essere più fruttuosa e serena, inerte cadavere dinanzi a noi, è
pietà inenarrabile.
Lontano fatalmente dalla famiglia, a cui non può mai pienamente sostituirsi nessuna
amicizia, anche se rara e quasi favolosa come fu quella che tra molte ti sapesti
meritare, tu muori, o amico, con▶ l’amarezza nel cuore e il pianto negli occhi ; tu che
eri avvezzo a sentirti sonare dintorno il vasto riso dei popolosi teatri, suscitato
dalla tua comicità arguta e gentille.
Ma chi soltanto prese diletto di te, come artista teatrale, non conobbe che la minor
parte della mente e dell’animo tuo.
Oh quanti che grandeggiano autorevolmente sulla scena del mondo, potrebbero invidiare
il senno e il cuore di questo attore brillante, di questo Commediarolo, come si chiamava modestamente da sè, quando sentiva gli applausi
degli amici rapiti dalla sua parola colta e vivace.
Ma il dolore che ha colpito tutti, senza eccezione, i migliori artisti e scrittori
d’Italia all’annunzio della tua morte, è il più grande elogio su questo feretro.
A me, vecchio amico della tua famiglia e di te, tocca oggi di darti piangendo
l’ultimo addio, a nome dei tuoi cari, per mandarti l’ultimo bacio.
Ahi come ogni giorno ci si fa più vedova e disfatta la vita !
Vale, amico desideratissimo !
E a dar prova luminosa della vivacità e festività dell’indole sua e del suo ingegno,
festività e vivacità che trasmetteva poi da la scena in tutto il pubblico, a lui prodigo
sempre delle più affettuose dimostrazioni, riferisco parte della gaja lettera che
scrisse da Napoli ad un amico, Antonio Fiacchi, il 20 aprile del…. (senza anno) :
È una mattinata
, il sole,
« ministro maggior della natura, » già sorge sfolgorante dai balzi d’oriente….
« inebriarsi di sole a Napoli, » ha detto Dumas ; il Vesuvio, che io scorgo benissimo
dalla mia finestra, mi sembra l’arciprete dei monti che ◀con▶ la cotta di neve incensa
le stelle. Ho una bella passeggiata in prospettiva, poi pittura all’esposizione,
masica a volontà e belle donne dappertutto…. Musica, pittura e donne…. tre belle cose
di cui tutti parlano senza mai intendervi nulla. Non ti lascio sotto silenzio li maccaroni, specialità unica e squisitissima del paese, e nota maccaroni non maccheroni, perchè un tale, che ne
assaporava un piatto stupendo, entusiasmato all’ultima forchettata, esclamò : « Ma voi
non siete cari, ma…. caroni…. » la qual cosa combina anche ◀con l’etimologia greca
Μαχαρ, che vuol dire felice, beato, carissimo ; e non ti taccio che
conto pure sopra una mezza dozzina di finocchi, squisitissimi a Napoli quanto i maccaroni, e chiusura inevitabile del pranzo. Questo frutto è
indicato, raccomandato anche dalla Scuola Salernitana.
« Semen foeniculi fugat et spiracula culi emendat visum stomachum confortat anisum
copia dulcaris anisi si melioris…. » e al sole…. (così detto perchè è solo !), ai
maccaroni e al finocchio aggiungi una buona dose d’allegria, che non può mancare,
perchè conseguenza dell’atmosfera tiepida calma serena che ti circonda e che ti rende
amabile (vedi difficoltà !!), contento, felice.
Nulla è sano come la gioia « la gaieté est la politesse du cœur ! »E per ultimo al
teatro, al campo della gloria ove lavoriamo Dora (il gran successo
della stagione) e là ne attende un pubblico scelto, elettissimo per ricolmare di
applausi, di bene ! di bravo ! che sono il paradiso dei poveri comici. E qui finisco,
che di quest’acqua « sat prata biberunt » una bistecca mi attende, una buona bottiglia
mi chiama ; e la bistecca è il mio debole che mi rinforza, il vino la mia passione che
mi rasserena, dappoichè, come dice Byron, è solamente in fondo al bicchiere che non si
trovano inganni, e « un peu de vin pris moderement est un remede pour l’ame et pour le
corp. » Addio dunque, opprimi, ammala anche Alarico (nome teutonico
che vuol dire molio potente) e di’ lui che sto bene quantunque sia
sempre magro come una colonna gotica, ma la magrezza non guasta, anzi interessa ; vedi
Paride magro, come lo dipinge Virgilio, Eneide ; Leandro magro….
come narra la favola, Abelardo magro come descrive Rousseau, Romeo magro come lo
dipinge Shakspeare, Iacopo Ortis non lasciò tempo al tempo di farlo ingrassare come
narra Foscolo, e se il Petrarca era grasso gli è perchè era canonico e non
corrisposto…. ci scommetterei, malgrado i suoi
« Fiori fronde erbe antri onde ombre auri soavi »
fra le quali ti mando a prender fresco e ti saluto e ti salutiamo, vi salutiamo e
sono l’amico
MENICO.
A Domenico Giagnoni, sepolto nel Camposanto della Misericordia di Pistoia nella
cappella sotterranea di S. Francesco, fu eretto un monumento in marmo (colonna e busto)
nella corsìa del cimitero stesso.