Colonnesi Lorenzo. Nacque il 1765 in Cortona da onesta ed agiata famiglia. Compiuto un corso regolare di studj, s’ innamorò di una giovane comica venuta in Cortona con una compagnia▶ di infimo ordine, e la sposò. Perduti poi i genitori, vendè quanto possedeva, e si aggregò a quell’ accolta di guitti, per allontanarsene poco dopo, nauseato, colla moglie. Ornato di bella presenza, di sana educazione, di non comune ingegno, risolse di formar ◀compagnia▶ egli stesso ; e tanto perseverò nello studio dell’arte, che in capo a pochi anni divenne un buon primo amoroso. Frattanto la moglie andava ognor più progredendo, tanto da sostener le parti di prima donna, acclamatissima. Allora il Colonnesi pensò di accogliere in ◀compagnia▶ Geminiano Lustrini, egregio padre nobile e tiranno, Antonio Pavoni, ottimo caratterista, ed altri valenti artisti, coi quali potè percorrere i principali teatri d’ Italia. Abbandonati, dopo varie vicende, i fastidj del capocomicato, si scritturò colla moglie nella Compagnia di Consoli e Zuccato, Gaetano Bazzi e Antonio Goldoni ; finchè stanco, si ritirò in patria, che lasciò poi per recarsi a Ravenna (1829) a dirigere quella filodrammatica. Morì in Cortona il 1834, seguìto a breve distanza dalla moglie.
Coltellini Giuseppe, figlio di un intraprenditore di lotto, nacque a Cortona verso il 1800. Abbandonò il ’20 circa la casa paterna ; e lo troviamo già capocomico e caratterista il ’21 a Grosseto. Si scritturò poi il ’24 con Luigi Fini, qual secondo caratterista, dopo la scelta di Domenico Verzura. La esiguità delle parti a lui affidate, e la passione vivissima per l’arte lo fecer lasciare quella ◀compagnia▶ : nè sappiamo ove si recasse sino al ’35 ; nel quale anno lo vediam negoziante di mobili in Napoli. Tornato sulle scene, vi fu poi applauditissimo, dal ’37 al ’40, con Luigi Domeniconi ; che, scritturatosi a’ Fiorentini, e non volendo pagar penali agli artisti, gli affidò pel ’40 41-42 la condotta e direzione della sua ◀compagnia▶. Compiuto il triennio, andò a stabilirsi a Napoli dove stette sino al ’51, ora scritturato al teatro de’ Fiorentini, pel quale ebbe più volte incarico da quella Corte di formar ◀compagnia, ed ora libero.
Fu Giuseppe Coltellini artista nobile, spontaneo, comicissimo : e ogni qualvolta riappariva sulle scene era una vera festa pe’ napoletani. Ma ormai il teatro non era più il principale scopo della sua vita : e sul finire del ’51, abbandonato Napoli, si recò a Bologna, ove diventò in breve esperto negoziante di quadri ed oggetti antichi. Tornato poi a Napoli, vi morì di colera l’ anno 1855.